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Il crollo di Ford del 45% mostra chiaramente il rallentamento della domanda

Pubblicato 11.10.2022, 11:30
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • Il titolo Ford ha perso più di un quarto del suo valore negli ultimi 30 giorni
  • La casa automobilistica sta lottando più dei suoi colleghi per contenere i costi in un contesto di inflazione più elevata
  • I prezzi persistentemente elevati delle materie prime hanno intaccato anche la transizione della società verso il settore dell’elettrico
  • Nell’attuale contesto macroeconomico sembra che le cose per le case automobilistiche vadano proprio male. Nonostante i segnali che indicano che la pressione sulla catena di approvvigionamento globale si sta finalmente allentando, il contesto recessivo sta spingendo i consumatori a sospendere i grandi acquisti, tra cui le automobili.

    Tra le case automobilistiche statunitensi, la più colpita è Ford Motor Company (NYSE:F), che ha perso più di un quarto del suo valore negli ultimi 30 giorni a causa delle crescenti preoccupazioni sulle scorte. Dall’inizio dell’anno la società ha perso oltre il 45%.

    Il titolo Ford è sceso di quasi il 7% al momento della scrittura, a circa 11,36 dollari per azione. Ford Daily Chart

    L’azienda con sede a Dearborn, in Michigan, ha dichiarato il mese scorso agli investitori di prevedere che il numero di veicoli parzialmente costruiti, che ha descritto come “in gran parte camion e SUV ad alto margine”, si attesterà intorno alle 40.000-45.000 unità alla fine del terzo trimestre.

    Sebbene si sia detta fiduciosa di poter completare e vendere questi veicoli entro la fine dell’anno, un numero crescente di marchi avverte che sta trovando molto difficile vendere i propri prodotti mentre i consumatori affrontano il doppio colpo dell’aumento di inflazione e dell’impennata di tassi di interesse.

    Le scorte elevate hanno giocato un ruolo importante nella recente contrazione dell’economia statunitense. Secondo i dati del Census Bureau, a luglio i distributori statunitensi hanno accumulato una quantità record di 732 miliardi di dollari di scorte, con un aumento del 21% rispetto a un anno fa.

    In questo contesto, negli ultimi 90 giorni molti analisti hanno rivisto al ribasso le stime sugli utili della società Ford, suggerendo che l’enorme impennata della domanda post-pandemia potrebbe non concretizzarsi quando si tratta di prodotti costosi come le automobili.

    Ford Earnings Expectations

    Fonte: InvestingPro

    ‘Just Break Even’

    Questa settimana gli analisti di UBS hanno declassato sia Ford che General Motors (NYSE:GM). In una nota ai clienti, la banca ha affermato che le case automobilistiche perderanno il loro potere di determinazione dei prezzi, in quanto i consumatori eviteranno acquisti importanti come le automobili.

    Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza rispetto allo scorso anno scorso, quando le case automobilistiche avevano un’offerta limitata e la gente era disposta a pagare più del valore di mercato.

    UBS ha tagliato le stime sugli utili per azione di Ford in misura ancora maggiore rispetto alla maggior parte degli altri, con un taglio del 61%, notando che il produttore della Lincoln si avvicinerà di più al pareggio del flusso di cassa libero e degli utili prima degli interessi e delle imposte rispetto ai suoi concorrenti.

    Ford sembra inoltre avere maggiori difficoltà rispetto ai suoi concorrenti quando si tratta di ottenere accordi migliori dai suoi fornitori. L’azienda ha rivisto al ribasso le sue previsioni sugli utili, avvertendo che l’inflazione più elevata costerà a Ford 1 miliardo di dollari in più del previsto nel trimestre conclusosi il 30 settembre.

    I prezzi sempre più elevati delle materie prime e la minaccia di una recessione globale potrebbero rendere difficile per Ford raccogliere liquidità per finanziare la sua trasformazione in un produttore leader di veicoli elettrici. L’amministratore delegato Jim Farley sta investendo 50 miliardi di dollari per elettrificare la gamma Ford. Ha accelerato il passaggio della casa automobilistica ai veicoli a batteria e si è impegnato a costruire 2 milioni di veicoli elettrici all’anno entro la fine del 2026.

    Il clima di incertezza per lì economia, le pressioni sui costi e il deterioramento delle prospettive della domanda sono le ragioni principali per cui la maggior parte degli analisti di Wall Street non è ancora pronta a scommettere sul titolo Ford e a dargli la valutazione che un produttore di auto elettriche in crescita merita.

    In un sondaggi di Investing.com su 21 analisti, il 70% non consiglia l’acquisto del titolo, anche dopo il forte calo di quest’anno.

    Ford Consensus Estimates

    Fonte: Investing.com

    Morale della Favola

    Le azioni Ford sono una scommessa a lungo termine che potrebbe ripagare se l’azienda riuscisse ad affermarsi nel mercato dei veicoli elettrici e a diventare uno dei principali operatori del settore. Ma è in percorso pieno di insidie e di incertezze, soprattutto se l’economia dei consumi perde slancio. Gli investitori farebbero meglio a restare cauti.

    Nota: Al momento della scrittura, l’autore non possiede le azioni menzionate in questo report. Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non devono essere considerate come consigli di investimento.

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ah si? pensavo gli si fosse bucato il borsellino
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