Lunedì mattina l’USD ha continuato a muoversi positivamente, consolidando i guadagni della scorsa ottava, mentre gli operatori si preparano alle riunioni del FOMC e della BoJ in programma questa settimana. Il mercato non prevede che mercoledì la Federal Reserve restringerà la sua politica monetaria, ma si attende sicuramente un aggiornamento delle sue previsioni; i partecipanti al mercato prevedono, invece, che la BoJ allenterà ulteriormente la politica monetaria, tagliando il tasso riferimento dal -0,10% al -0,15%, e anche il governo potrebbe fare la sua parte, annunciando stimoli fiscali.
Nonostante queste previsioni, lo Yen giapponese ha compiuto un rally a Tokyo, perché gli operatori si chiedono se la BoJ annuncerà finalmente nuovi stimoli.
La coppia USD/JPY ha stornato i guadagni d’inizio seduta, riportandosi intorno a 106 all’avvio dei mercati europei. Il mercato probabilmente aspetterà l’annuncio della BoJ di venerdì prima di vendere massicciamente Yen, spingendo la coppia USD/JPY sopra il livello di resistenza a 108.
Nel frattempo, la coppia di valute dovrebbe muoversi lateralmente fra 105,50 e 107,50.
I metalli preziosi hanno avuto un inizio di settimana difficile, sull’onda del rafforzamento dell’USD.
Lunedì il metallo giallo è scivolato dello 0,38%, tornando verso la soglia a 1.300 USD.
Anche l’Argento è stato oggetto di forti pressioni a vendere, scivolando dello 0,70%, in calo a 19,49 USD all’oncia, al rialzo tiene ancora la resistenza 21 USD, mentre al ribasso si osserva un supporto intorno a 19 USD (minimi precedenti).
Lunedì la coppia NZD/USD ha compiuto forti oscillazioni, mentre la coppia di valute testava il supporto a 0,70 (media mobile a 50 giorni e livello psicologico), il kiwi prima è scivolato a 0,6957 per effetto del calo dei prezzi delle materie prime, poi è rimbalzato intorno a 0,70 USD. Nel complesso, il giudizio rimane ribassista perché la RBNZ dovrebbe annunciare un taglio del tasso alla riunione di agosto.
Stamattina i rendimenti dei titoli azionari asiatici sono stati contrastati, gran parte degli indici è già tornato vicino ai massimi del 2016. Il Nikkei si è consolidato intorno a 16.620 punti, cedendo un marginale 0,04%, il più ampio indice Topix è invece calato dello 0,19%.
Nella Cina continentale, l’indice composito di Shanghai è sceso dello 0,20%, quello di Shenzhen dello 0,37%.
Sulle piazze offshore, l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto lo 0,24%, più a sud, l’indice NZX/S&P ha guadagnato l’1,26%, la borsa australiana lo 0,64%.
I future europei oscillano a cavallo dello zero, al momento sono positivi.
Oggi gli operatori monitoreranno l’indice IFO sul clima delle aziende in Germania; il tasso di utilizzo degli impianti in Turchia; l’indice sull’attività manifatturiera della Fed di Dallas.