Ieri la pubblicazione di deboli dati economici USA a portato delle nuvole sopra un possibile aumento dei tassi in estate e ha fatto ricordare che la ripresa è ancora fragile, specialmente a causa del dollaro forte.
Pubblicato nella giornata di martedì, il dato economico sul reddito personale è rimasto stabile e ha corrisposto con la previsione fatta ad aprile con un incremento del 0,4% su base mensile. I dati economici sul livello di spesa personale hanno sorpreso verso l'alto battendo le aspettative con un incremento del 1,0% su base mensile (0,7% consenso).
Tuttavia, il valore pubblicato per il mese di marzo è stato rivisto al ribasso a 0% rispetto allo 0,1% della sua prima stima. Le spese consumo personale core (Core PCE) hanno riportato un lieve aumento e il dato preferito dalla Fed assieme, il Chicago purchasing manager index, ha riportato un valore situato al di sotto della soglia di 50, linea che separa un dato di espansione de uno di contrazione, con un 49,3 riportato per il mese di maggio, in ribasso dal 50,4 di aprile.
Infine, l'indice di attività manifatturiera Dallas ha riportato un -20,8 rispetto al -13,9 di aprile. In generale, crediamo che l'economia USA sia ancora troppo fragile per prendersi il rischio di aumentare i tassi di interesse.
Il settore manifatturiero è ancora depresso, mentre la pressione inflazionistica fatica ad avere slancio. Di conseguenza non ci aspettiamo che la Fed faccia nessuna manovra fino alla fine dell'estate, cosa che implica un rischio sulla parte alta per la coppia EUR/USD. Il livello situato tra 1,1096-1,1098 farà da supporto (media mobile a 200 giorni e minimo del 30 maggio).
La coppia USD/JPY è stata la peggiore del complesso G10, con una caduta del 0,70% dopo che il Primo Ministro Shinzo Abe ha dichiarato che ritarderà un aumento dell'IVA fino al 2019 al fine di ottenere una forte crescita. La decisione, tuttavia, metterà a rischio il rating di credito del Giappone dato che la decisione non aiuterà il governo a riportare in pareggio il deficit di bilancio. La coppia USD/JPY è scesa a 109,80 sulla speculazione che la decisione darà una spinta alla spesa per consumi evitando di soffocare l'economia.
In Australia il dollaro australiano è salito del 0,45% rispetto al dollaro uso dopo che i dati hanno mostrato una crescita dell'economia australiana del 3,1% su base annua nel primo trimestre del 2016, il ritmo più veloce dal quarto trimestre 2012. Su base mensile, il prodotto interno lordo è salito del 1,1% (destagionalizzato), dopo essere aumentato del 0,7% nel calcolo effettuato nel mese precedente. L'espansione è in gran parte dovuta ad un aumento delle esportazioni e in parte a un miglioramento dei consumi delle famiglie. Tuttavia, con la maggior parte dei prezzi delle materie prime che si stanno aggiustando in ribasso – specialmente quelli del ferro, che sono collassati del 30% dall'inizio dell'anno – ci aspettiamo che l'economia sia sottoposta a un secondo trimestre un po' più duro.
Oggi gli operatori terranno d'occhio i dati sul Purchasing Manager Index provenienti dalla Norvegia, Turchia, Spagna, Svizzera, Italia, Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Brasile, USA e Canada; il prodotto interno lordo e la bilancia commerciale del Brasile; i dati sui mutui approvati, il Beige Book e le spese del settore edile provenienti dagli USA.