L'Indice del Dollaro statunitense è rimasto vicino a un picco di 3 mesi e mezzo con rendimenti più elevati sugli strumenti del Tesoro USA che hanno indotto gli investitori a liquidare alcune posizioni corte nel Dollaro.
L'indice ha toccato un picco di 91,639 DXY dopo che i titoli di stato decennali hanno raggiunto il traguardo del 3%; gli analisti attribuiscono tali timori alle crescenti preoccupazioni per il debito e l'inflazione degli Stati Uniti. Appesantita dai commenti di Mario Draghi al termine del consiglio di politica monetaria di ieri, la valuta unica viaggia al di sotto di 1,21 dollari.
La Banca del Giappone (BoJ) ha lasciato i tassi e politica monetaria invariata al termine del proprio meeting.
Nella sua review trimestrale sull’inflazione pubblicata stamane, la BoJ ha lasciato inalterato rispetto a tre mesi fa la stima di 1,8% per il prossimo anno fiscale.
La banca centrale prevede un’inflazione all’1,8% anche per il successivo anno fiscale, ribadendo la propria visione di un’economia in rafforzamento che sosterrà la crescita dei prezzi verso il target ufficiale del 2%.
Il Future Petrolio Greggio WTI cede moderatamente terreno, ma il Brent appare comunque impostato per chiudere la terza settimana di guadagni tra timori per l'offerta nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di re imporre sanzioni all'Iran.
Il presidente Usa Donald Trump deciderà entro il 12 maggio se imporre nuovamente all'Iran le sanzioni che erano state tolte nell'ambito di un accordo con altre sei potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran.
Il Brent ha guadagnato circa il 6% questo mese sulle attese di rinnovate sanzioni, che probabilmente raffredderanno le esportazioni iraniane.
Il greggio è salito nonostante il rialzo del dollaro, che è sui massimi dal 12 gennaio contro un paniere di altre valute.
Indici ; STOXX Europe 600 EUR NR +0.1% a 383.9, FTSE 100 +0.4 a 7451, DAX +0.7% at 12586, CAC 40 +0.1% a 5460, IBEX 35 +0.1% a 9905, FTSE MIB -0.6% a 23885, SMI +0.1% a 8839, S&P 500 -0.3%
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