Gli operatori latinoamericani monitoreranno i dati economici di prossima pubblicazione in Messico, dopo che i dati diffusi ieri hanno mostrato un rallentamento del paese.
All’inizio dell’anno la produzione di automobili si è indebolita, calando del 4,1% a/a e le esportazioni di auto sono diminuite dell’1,2% a/a. A febbraio la fiducia dei consumatori è scivolata da 95,5 a 88,7 punti, suggerendo consumi futuri più deboli.
Il primo dato della settimana sarà quello riferito all’inflazione, che dovrebbe salire dallo 0,38% allo 0,49%, come pure l’inflazione di fondo, prevista in rialzo dallo 0,19% allo 0,35% su base mensile. Su base annua, l’IPC dovrebbe continuare a salire, al 2,92% dal 2,61%, valore molto vicino alla media della fascia obiettivo di Banxico.
Nel rapporto trimestrale sull’inflazione per il quarto trimestre del 2015, pubblicato la scorsa settimana da Banxico, si legge che l’inflazione salirà temporaneamente sopra il 3,0% per effetto di fattori stagionali.
Tuttavia, le prospettive d’inflazione complessive sono rimaste stabili. La produzione industriale dovrebbe aumentare dallo 0,0% allo 0,2% su base annua.
Nelle voci sottostanti, la flessione nelle costruzioni e la debolezza persistente dell’estrazione mineraria freneranno i miglioramenti complessivi del settore manifatturiero.
Nel rapporto trimestrale, le previsioni di crescita del PIL sono state abbassate di 50 punti base sia per il 2016, sia per il 2017, rispettivamente al 2,0-3,0% e al 2,5-3,5% a/a.
Il consiglio ha riconosciuto i rischi al ribasso per la crescita dovuti ai bassi prezzi del petrolio, alla crescita più debole negli USA e all’incertezza globale sui mercati finanziari.
Sospettiamo che le prospettive di crescita siano ottimiste, perché il ritardo nella ripresa dell’industria a stelle strisce, il rallentamento interno della produzione di petrolio e la persistente debolezza della domanda dalla Cina ostacoleranno l’espansione.
Il peso (MXN) debole dovrebbe fornire un po’ di sollievo alle esportazioni, anche se il rapporto trimestrale include un’analisi che evidenzia la bassa sensibilità, nel breve periodo, di un deprezzamento del tasso di cambio per il real per le esportazioni manifatturiere.
Ci aspettiamo un costante miglioramento del MXN contro l’USD nel breve termine e lo spread con i tassi USA non dovrebbe calare ulteriormente.
Tuttavia, la propensione al rischio globale e i prezzi delle materie prime avranno un impatto maggiore degli spread fra i rendimenti sul peso.
La Banxico rimarrà sull’offensiva per opporsi a un ulteriore indebolimento del MXN (dopo i recenti rialzi del tasso preventivi) attraverso nuovi rialzi del tasso a sorpresa.
Poiché la Banxico è pronta premere il grilletto e alla luce della stabilità sui mercati globali, chi è in cerca di rendimenti dovrebbe vendere nell’attuale fase di ripresa dell’USD/MXN per un test di 17,50 nel breve termine.