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Il più grande errore per chi investe nei Cicli Naturali

Pubblicato 13.02.2014, 11:14
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Tra gli errori più grandi che possa fare un investitore che segue i Cicli Naturali appare senza dubbio quello di cambiare le proprie decisioni con l'investimento in corso, facendosi guidare da driver emotivi e non oggettivi.
Nel momento in cui decidi di cavalcare un Ciclo Naturale, è bene avere chiare le motivazioni che ti portano in quel trend. È bene avere dati oggettivi e studi che ti confermano la bontà della tua scelta. Ma soprattutto è fondamentale stabilire dall'inizio quali saranno i driver che ti faranno decidere di uscire da quel trend.

Stabilisci driver oggettivi, non emotivi. Se il trend prende una direzione contraria a quel che pensi in quel momento, ma i dati oggettivi (gli studi, i numeri) che ti hanno portato in quel trend non sono modificati, tu come ti comporti?
Fai prevalere i driver emotivi (hai presente la sensazione che provi quando vedi in perdita i tuoi investimenti?) o continui a seguire i dati oggettivi?

Mike Maloney dice:

“Se intendi diventare un investitore in base ai cicli, allora per definizione dovresti aspettarti la durata del ciclo”.
Benjamin Graham, dal canto suo afferma:
“Il segreto del tuo successo finanziario è dentro di te. Se diventi uno che pensa criticamente e che non crede ai fatti di Wall Street, e investi con fiducia paziente, puoi trarre vantaggio anche dai peggiori mercati al ribasso. Sviluppando disciplina e coraggio, puoi rifiutarti di permettere ai mutamenti di umore altrui di governare il tuo destino finanziario. In definitiva, il modo in cui si comportano i tuoi investimenti è molto meno importante del modo in cui ti comporti tu”.

Abbiamo assistito alla fase di ribasso dei mercati di Oro e Argento.
Coloro i quali “riescono a scalare il muro della preoccupazione”, ovvero quelli che non seguono il branco ed evitano, senza entusiasmo e con rassegnazione, di cambiare le decisioni prese in precedenza, sanno fin troppo bene che gli attuali mercati dell’Oro e dell’Argento sono tori secolari o di lungo periodo e sanno che un mercato toro di lungo periodo prima esplode, lascia sul campo vincitori e vinti, facendo in modo che il ciclo ricominci.

Una cosa è certa: non siamo mai entrati fino ad ora, (dal 2000 ad oggi) in una fase maniacale del mercato rialzista dell’Oro, quella per intenderci, in cui ognuno a tutti i costi cerca di accatastare e accaparrarsi l’Oro.
I dati ci indicano di star vivendo una fase in cui gli speculatori o gli investitori dalla memoria corta cedono la presa, svendendo ciò a cui non sono più in grado di attribuire valore.

Infatti, in quanto tali, le fasi rialziste di un Ciclo Naturale, prima di sfociare in mania, non possono non essere interrotte ciclicamente da mercati orso (le cosiddette fasi discendenti).
Questi ribassi sono salutari e funzionali perché il mercato di lungo periodo possa rifornirsi, rifocillarsi e ricaricarsi per attirare nuovi acquirenti.
Quanto più sorprendentemente lunga possa essere la durata della discesa, tanto più potente ed energica sarà la risalita del toro.

Questi sono i driver oggettivi. Cosa possiamo dire di quelli soggettivi?
Parliamo per un attimo anche della psicologia, ovvero delle sensazioni e degli umori che il classico investitore si trova a vivere nel corso della sua esperienza in un mercato toro di lungo termine, che inevitabilmente passa anche attraverso dei cicli al ribasso.
Prendiamo spunto dalle considerazioni di Justin Smyth e osserviamo il grafico sotto:

L’investitore diviene saggio quando comincia a diffidare in prossimità del picco superiore di massimo rischio finanziario e riesce ad agire di conseguenza nel punto in cui invece è massima l’opportunità di acquisto e di accumulo (fase dell’avvilimento) in quanto non fa altro che pensare il contrario di quanto la gran parte degli investitori sostiene.

Pertanto:
1. non vende se non abbiamo raggiunto la fase di euforia, ma rimane alla finestra in attesa che passi il pessimismo generale, consapevole che il valore (non il prezzo) del proprio capitale investito in Oro rimane invariato (il suo Oro è sempre lì); nel frattempo cerca di risparmiare per futuri acquisti.
2. appena può, accumula discrete quantità nella fase in cui il pessimismo è sopraffatto dalla resa, dal tormento e dalla depressione. È questa la fase dello scoramento e dell’ira, quella che ti porta a dire: “mai più, via tutto, e mannaggia a me e a chi me lo ha fatto fare
3. spalma gli acquisti a più riprese nella fase che precede la carica di ottimismo della massa (quella in cui il disinteresse e l’incertezza cedono il posto alla speranza e all’autocompiacimento)

L’investitore saggio è distaccato ma allo stesso tempo lungimirante: la giusta preoccupazione, che fa tenere alto l’interesse al proprio investimento, non è mai sovrastata dall’ansia, che a sua volta evita di trasformarsi in paura e panico, cosa che inevitabilmente accade quando il ciclo ribassista si avvia a conclusione, determinando la capitolazione dell’investitore incerto e titubante, (leggi pure: dello speculatore), e quindi la vendita in perdita di tutto quanto gli aveva permesso di rimanere nel ciclo di mercato.
Anche se non abbiamo la pretesa di cogliere i tempi esatti per fare quanto di meglio potrebbe ottenere l’investitore saggio ed avveduto, possiamo tuttavia lavorare per andarci molto vicino, sapendo adesso come lui ragiona.
Si tratta di amministrare una situazione stra-ordinaria, di quelle che se ne verificano 2-3, anche 4 volte nel corso della vita di un Ciclo Naturale.
Se saremo buoni amministratori del nostro denaro e del nostro Oro/Argento in questa fase, potremo verosimilmente raccogliere frutti moltiplicati nel prossimo futuro. Nel frattempo viviamo con interessato distacco questa enorme (ultima?) opportunità che l’attuale mercato toro secolare ci sta mettendo sul piatto d’Argento (d’Oro).

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