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Il record dell’oro sembra limitato a 2.500 dollari fino al Q2

Pubblicato 09.03.2022, 15:06
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Dal circo virtuale del trading del nichel, dove sembrano esserci solo compratori al massimo, ai picchi misurati del rame, al momento sembra che per le materie prime sia difficile sbagliare.

In questo contesto troviamo anche l’oro e il suo imminente raggiungimento dei massimi record, sopra i livelli dell’agosto 2020.

L’oro, un favorito degli investitori nei primi giorni della pandemia, ha perso attrattiva all’inizio del 2021, quando titoli azionari, rendimenti dei Treasury e dollaro sono decollati grazie alla ripresa della propensione al rischio con l’arrivo dei vaccini contro il COVID.

Da lì, ha subìto molte false partenze ed un calo a meno di 1.700 dollari l’oncia ad un certo punto, mentre aumentavano i dubbi circa il suo storico ruolo di scudo dai problemi economici e politici. Ma ora l’oro è tornato ai livelli di 19 mesi fa: i 2.000 dollari.

Gold Daily

Con l’inflazione USA ai massimi di quattro decenni e la guerra russo-ucraina a mettere le ali ai piedi al metallo prezioso, viene formulata ogni sorta di proiezioni possibili sul prezzo, da un modesto 2.200 dollari a ben oltre 3.000 dollari.

Viviamo in tempi spaventosi, con i prezzi degli energetici senza limiti che minacciano di mangiare di giorno in giorno il nostro reddito, mentre lo scontro Russia-Ucraina mette a rischio tutto il mondo. Tutto questo suggerisce che gli investitori abbiano bisogno di una riserva di valore più sicura di qualunque altra.

Molto probabilmente questo ruolo spetterà all’oro, che sta registrando massimi e minimi più alti da due settimane.

La storia dell’oro lo dipinge inoltre come una materia prima che non perde mai selvaggiamente il controllo, con la tipica mossa giornaliera più brusca sotto il 5%. E quindi non si avrà mai una situazione come quella del nichel, col prezzo del materiale proveniente soprattutto dalla Russia quadruplicatosi in appena quattro giorni.

Si potrebbe però avere un premio di 400 dollari sul picco dell’oro di agosto 2020 nei prossimi mesi. E questa l’ipotesi che abbiamo formulato io e il mio storico collaboratore sui grafici delle materie prime, Sunil Kumar Dixit di skcharting.com, dopo aver valutato i segnali tecnici a breve e medio termine dell’oro.

Ma prima vediamo quali sono le opinioni fondamentali degli analisti.

“Ora che i rendimenti reali stanno scendendo nel contesto di avversione al rischio dei mercati finanziari, i prezzi dell’oro hanno un rinnovato appeal”, scrive su DailyFX Christopher Vecchio, esperto di strategie sul metallo prezioso.

“Mentre continua ad infuriare la guerra in Europa dell’Est, la volatilità dell’oro resta elevata, supportando l’impennata del prezzo”.

Goldman Sachs, intanto, ha cambiato la sua stima a 3 mesi sull’oro a 2.300 dollari l’oncia, dai precedenti 1.950 dollari, con un rialzo di 350 dollari che quasi corrisponde ai 400 che prevediamo io e Dixit.

Goldman ha inoltre portato la sua stima a 6 mesi a 2.500 dollari l’oncia, dai 2.050 dollari precedenti, e l’orizzonte a 12 mesi da 2.150 a 2.500 dollari.

Gold Weekly

I future dell’oro sul COMEX a New York avevano raggiunto il massimo storico di 2.221,70 dollari il 7 agosto 2020. Negli scambi di ieri, l’oro COMEX ha toccato i 2.078,80 dollari. Al momento della scrittura oscilla intorno ai 2.050 dollari.

Il prezzo spot dei lingotti ha raggiunto il massimo storico di 2.073,41 dollari il 7 agosto 2020. Ieri, i lingotti sono arrivati al massimo della seduta di 2.070,29 dollari, a soli 3,12 dollari dal precedente picco. Al momento della scrittura, l’oro spot si attesta intorno ai 2.042 dollari.

Dixit, basando la sua lettura sul prezzo spot, spiega che, con l’oro che virtualmente insidia il picco dei 2.073 dollari, il prossimo breakout ha un potenziale di rialzo di 400 dollari, con una classica formazione a rettangolo sul grafico settimanale.

“Ma l’oro dovrà anche consolidarsi sotto la resistenza di 2.073 dollari ed il supporto di 2040-2020 dollari prima di superare i 2073 dollari per i successivi obiettivi immediati di 2100-2120-2150 dollari”, aggiunge

Gold Monthly

Secondo lui una decisa chiusura settimanale e mensile sopra i 2.100-2.150 dollari sarebbe un’affidabile conferma della mossa di 2.470-2.500 dollari, probabilmente nel secondo trimestre.

“Il punto a cui fare attenzione sarà la reazione ai cali, quando il prezzo raggiungerà 1.980-1.970 dollari, in quanto quest’area sarà la zona “o la va o la spacca” sulla correzione”.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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