Quadro macro economico
In attesa dell’appuntamento clou della prossima settimana in quota Fed, i listini europei chiudono l’ottava all’insegna della prudenza. A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dello 0,62% mentre il tedesco Dax si è fermato a 0,85% in meno rispetto al dato precedente. Lettera anche sul Cac40, a -1,04%, mentre l’indice della borsa di Madrid ha lasciato sul campo l’1,23%.
Nonostante il buon dato sulla produzione industriale italiana per il mese di luglio, anche Piazza Affari archivia l’ultima seduta all’insegna della settimana della debolezza, il Ftse Mib a 21.762,63 punti (-0,63%) e il Ftse Italia All-Share a 23.398,80 (-0,56%).
L’ultima seduta della settimana prende il via con il dato sull’inflazione tedesco, pubblicato prima dell’apertura delle borse europee il quale, nel mese di agosto, si conferma con una crescita nulla. A livello tendenziale l'indice dei prezzi al consumo segna invece un +0,2%. In seguito, durante la sessione europea, i mercati non hanno subito nessun’altra influenza esterna a causa dell’assenza di ulteriori news macro. Altre notizie sono state pubblicate solo nel pomeriggio, in concomitanza dell’apertura dei listini americani. Il primo dato è stato rilasciato dal Dipartimento del Lavoro, è ha riguardato l’indice dei prezzi alla produzione (Producer Price Index) rimasto invariato nel mese di agosto. Gli economisti avevano previsto un calo dello 0,1%. Da anno ad anno il PPI è calato dello 0,8%. Il PPI core, l'indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, è aumentato lo scorso mese dello 0,3%. Gli esperti avevano previsto un aumento dello 0,1%. A seguire, l’Università del Michigan ha annunciato che in base alle sue stime preliminari il suo indice relativo alla fiducia dei consumatori statunitensi (MichiganConsumer Confidence Index) è sceso settembre, rispetto ad agosto, da 91,9 a 85,7 punti. Si è trattato del più forte calo dalla fine del 2012. Gli economisti avevano previsto un calo a 91,5 punti. Il sottoindice relativo alle aspettative è sceso da 83,4 a 76,4 punti, ovvero ai minimi da un anno. Il sottoindice relativo alle attuali condizioni dell'economia è sceso da 105,1 a 100,3 punti.
La settimana è stata influenzata soprattutto dai rendimenti azionari asiatici, che hanno chiuso l’ottava contrastati, in quanto gli operatori, sia asiatici che non, stanno rivedendo le loro posizioni in vista dell’importante riunione del FOMC in programma la prossima settimana il 16 e 17 settembre, dove dovrebbe essere deciso un innalzamento dei tassi di interesse per la prima volta dal 2006. L’ostacolo, all’innalzamento dei tassi oltre lo 0-0,25% è rappresentato dalle stime che di norma vengono elaborate dagli analisti, per il report occupazionale di agosto. Di norma, riporta Bloomberg, gli economisti hanno sopravvalutato la creazione di nuovi posti di lavoro, in media, di 50.000 unità, formulando previsioni eccessivamente ottimistiche, in generale, dal 2005 al 2014. Il dipartimento del Lavoro Usa ha rivisto al rialzo poi i numeri di agosto, nei mesi successivi, in otto degli ultimi 10 anni. Le cifre di luglio e giugno sono state riviste a +245 mila unità per un aggiustamento al rialzo di 44 mila posti. Tale situazione di incertezza potrebbe complicare dunque il modo in cui la Fed interpreterà le condizioni di salute del mercato del lavoro. Sicuramente il tasso di disoccupazione, al 5,3% circa, è vicino al tasso del 5-5,2% che la Fed definisce corrispondente alla piena occupazione. Il tasso è stimato al 5,2% ad agosto.
Quadro tecnico mercato valutario
Eur/Usd
Anche nell’ultima seduta della settimana, l’euro – dollaro americano continua a salire, per la precisione le ultime sei giornate hanno mantenuto la stessa ed univoca direzione verso l’alto; movimento iniziato subito dopo aver raggiunto il supporto giornaliero (livello rosso) a 1,1115. Sul finale di seduta, l’inclinazione del breve movimento rialzista è andata in crescendo fino a raggiungere 1,1338, ultimo prezzo della settimana. Tecnicamente, ci troviamo a circa 60 punti dalla prossima resistenza posizionata a 1,1395, dove in caso viene confermata la violazione della stessa, molto probabilmente potremmo assistere nelle prossime sedute ad altre escursioni rialziste; ovviamente i prossimi movimenti, soprattutto dopo sei sedute rialziste di fila, sarà intervallato da giornate ribassiste, dovute principalmente dal rientro dei profitti degli operatori che hanno già operato in acquisto sulla coppia. Mentre, lo scenario che si presenta sul settimanale, la coppia si trova all’interno di una fascia di congestione delimitata dai due livelli giornalieri a 1,0814 e 1,1395. Restiamo in stand – by, in attesa di ulteriori indicazioni da parte dell’azione del prezzo.
Usd/Jpy
La Borsa di Tokyo ha chiuso l’ultima seduta della settimana poco mossa e mista. Il Nikkei ha perso lo 0,2% a 18.264,22 punti, il Topix ha guadagnato lo 0,1% a 1.480,23 punti. La seduta è stata molto volatile. Con l'avvicinarsi della riunione della Fed sui mercati sta aumentando il nervosismo. La Banca centrale degli Stati Uniti potrebbe alzare la prossima settimana i suoi tassi per la prima volta da quasi dieci anni. Lo yen si è indebolito ancora rispetto al dollaro. Tuttavia gli esportatori hanno chiuso deboli. Toyota ha perso l'1,4%, Canon l'1,5% e Panasonic lo 0,6%. L'aumento del prezzo del petrolio ha pesato sul settore del trasporto marittimo. Mitsui O.S.K. Lines ha perso l'1,5% e Nippon Yusen lo 0,6%. Dal punto di vista valutario, a primeggiare c’è sempre una situazione di congestione daily tra il supporto giornaliero (colore rosso) a 118,67 ed la resistenza settimanale (colore blu) a 121,50. Nonostante nell’ultima seduta la coppia sia riuscita a chiudere al di sopra del supporto giornaliero (colore rosso) a 120,47.
Molto probabilmente dalla formazione dell’ultimo swing high, ultimo massimo relativo giornaliero della candela del 10 settembre, potremo assistere, nella prossima ottava, ad una piccola fase di correzione short con la possibilità di raggiungere nuovamente il supporto a 118,67. Anche il grafico settimanale segnala una situazione di congestione, individuata soprattutto nelle ultime settimane di negoziazione. Non resta che attendere cosa succede nelle prossime sedute.
Gbp/Usd
Dopo il movimento rialzista di giovedì scorso condizionato dalle ultime indicazioni provenienti dalla Bank of England, che ha confermato l’attuale politica monetaria ribadendo il costo del denaro al minimo storico dello 0,5% e il piano di acquisto asset (Quantitative Easing, QE) a 375 miliardi di sterline; nell’ultima seduta il cable si è mosso al ribasso, spostandosi da un massimo di giornata a 1,5460, fino ad un minimo a 1,5400, per poi chiudere la seduta a 1,5426, mantenendosi inside all’interno della mother candle rialzista di giovedì scorso. Nonostante la chiusura settimanale short, il movimento rialzista iniziato dall’ultimo punto di minimo al test della supporto settimanale (colore blu) a 1,5180, resta ancora valido. Nelle prossime sedute il movimento long potrebbe avere ulteriori sviluppi in caso di superamento della resistenza a 1,5495; mentre al di sotto il supporto a 1,5378, lo scenario almeno nel breve termine potrebbe muoversi al ribasso. Mentre, il weekly chart, evidenzia una fase di congestione tra 1,5095 supporto giornaliero (livello di colore rosso) e 1,5700 resistenza settimanale (livello di colore blu).
Gbp/Jpy
Sul giornaliero della coppia sterlina contro yen giapponese, dopo il primo impulso ribassista che ha spinto la coppia al ribasso da area 195,00 fino a raggiungere il supporto settimanale (livello di colore blu) a 180,60, le quotazioni hanno iniziato una fase di correzione fino ad attestarsi, a fine ottava, in prossimità della resistenza giornaliera (livello di colore rosso) in area 187,00. Molto probabilmente dall’ultimo punto di swing high, nei pressi del livello giornaliero, potrebbe iniziare la terza fase di espansione ribassista, con la possibilità di raggiungere nuovamente il supporto settimanale, nonchè ultimo minimo relativo confermato, in area 180,60. Domenica sera, all’apertura delle contrattazioni inserirò in macchina un operazione di vendita. Di seguito i set up di ingresso a mercato. Sell Stop. Entry point 185,50; Stop Loss 187,40; Tp1 183,40; Tp2 180,80.