L'euro ha trovato nuove energie contro dollaro nel corso della settimana scorsa, riuscendo a proseguire il cammino di crescita intrapreso dai minimi dello scorso mese.
Si tratta di un segnale forte che se dovesse essere confermato in avvio della nuova ottava con la rottura dei massimi di giugno a 1,3415 aprirebbe orizzonti interessanti per la valuta europea, prospettandone un allungo di ampia portata.
Le quotazioni hanno infatti avuto la meglio sulla linea di tendenza che scendeva dai massimi del 2011, coincidente in area 1,33 circa con un'altra trendline, quella di più breve periodo che si origina dal picco annuale di febbraio toccato poco oltre 1,37.
Tale linea passa ora a 1,33 circa e potrebbe fungere da supporto in caso di temporanei ripiegamenti. Il superamento del prossimo ostacolo a 1,3415, livello raggiunto dal cambio a metà giugno, spianerebbe la strada proprio al ritorno sui massimi annuali a 1,37, gettando le basi per un successivo movimento che potrebbe percorrere a ritroso buona parte della discesa degli ultimi due anni abbondanti, discesa partita da 1,4950 circa: le oscillazioni disegnate a partire da aprile hanno infatti disegnato un'ampia fase laterale, compresa tra 1,2750 e 1,3415, la cui ampiezza, pari a 0,0665, potrebbe fornire una misura della prossima fase di mercato al superamento di uno dei due limiti del trading range (quindi 1,3415 + 0,0665 = 1,4080 circa).
Per negare il segnale di rialzo appena inviato con la rottura delle citate trend line sarebbe necessario innanzi tutto il ritorno dei prezzi al di sotto delle due linee in area 1,3330 e più in basso la violazione di quota 1,3150, secondo dei ritracciamenti di Fibonacci (38,2%) calcolati per il rialzo dai minimi di luglio, circostanza che alimenterebbe le possibilità di un nuovo test a 1,2750 della base della fase laterale (supporti intermedi a 1,3080 e 1,3000).