La BoJ ha mantenuto invariato il ritmo dell’aumento della base monetaria annuale a 80 mila miliardi di yen; la banca prevede un calo dell’inflazione di fondo (in una fascia compresa fra lo 0 e lo 0,5%). Il ministro delle Finanze giapponese Aso ha detto che la Cina rappresenta un rischio al ribasso per la ripresa giapponese, e ha aggiunto che un arco temporale di uno o due anni non è sufficiente per modificare la mentalità di un’economia dopo 20 anni di lotta contro la deflazione. Stando a un sondaggio dell’agenzia Reuters, il 55% delle aziende giapponesi continuerebbe a far salire le retribuzioni, anche se gli aumenti salariali del 2014 e 2015 non sarebbero sufficienti a compensare il rialzo dell’IVA introdotto nell’aprile del 2014. Ecco perché l’ostruzionismo va ben oltre la mentalità delle famiglie giapponesi. I cross con lo JPY hanno avuto un andamento contrastato, le azioni del Nikkei hanno guadagnato lo 0,99%. L’USD/JPY è rimasto all’interno della fascia compresa fra 121,25 e 121,52 a Tokyo. Gli indicatori di trend e momentum rimangono marginalmente rialzisti, influenzati soprattutto dalle previsioni sul FOMC. Le opzioni call vaniglia (standard) in scadenza oggi si susseguono sopra 120,80/121,00, anche se sarà necessaria una nuova spinta per superare la zona di fornitura a 121,85/122,04. L’impulso necessario potrebbe arrivare dalla Fed se, come previsto, rimuoverà il suo invito alla “pazienza”. I rendimenti dei decennali USA si sono stabilizzati intorno al 2,05%/2,10%, oggi inizia la riunione di politica monetaria di due giorni del FOMC.
L’EUR/USD consolida le perdite, l’accordo Grecia/UE rimane una questione in sospeso. Oggi saranno pubblicate le cifre definitive sull’IPC dell’Eurozona di febbraio, si prevede un miglioramento del +0,6% su base mensile; su base annua, l’inflazione primaria è vista stabile al -0,3% e quella di fondo allo 0,6%. Il sentiment continua a essere decisamente negativo, c’è poco spazio per una ripresa prima dell’annuncio del FOMC del 18 marzo. Si osserva una resistenza a 1,0712/25 (23,6% di Fibonacci sul calo di febbraio-marzo / esercizio delle opzioni). Prevediamo un ribasso indeterminato, l’obiettivo esplicito globale per il medio termine è la parità. La divergenza fra la Fed e la BCE manterrà il giudizio negativo, anche se immediate vendite di EUR dipenderanno dalla decisione della Fed di domani.
I verbali dell’ultima riunione della RBA hanno rivelato che si è preso in considerazione un taglio del tasso (non avevamo dubbi), ma poi il comitato ha deciso di attendere altri dati. Nessuno sa per quanto tempo la RBA manterrà il tasso invariato o se sarà necessario un nuovo taglio del tasso; dipenderà dalla divergenza relativa del tasso a livello globale. Un passo concreto della Fed verso un restringimento della politica spingerà la coppia AUD/USD verso l’obiettivo dei 75 centesimi di Stevens e anche più in basso, e porterà sicuramente a un rinvio di un potenziale intervento sui tassi della RBA.
Oggi la banca centrale di Turchia annuncerà la sua decisione e dovrebbe mantenere lo status quo dopo che, la scorsa settimana, il presidente Erdogan e il governo turco hanno ammorbidito le loro richieste aggressive di tassi più bassi. Mentre gli operatori rimangono scettici, poiché permane un esiguo rischio legato al rischio (forse un minuscolo taglio di 25 punti base per accontentare i politici), un mancato intervento dovrebbe incoraggiare i tori della TRY nel breve termine. Per quanto riguarda l’USD/TRY, si prevede un supporto a 1,5849 (doppio minimo 12-13 marzo), perché le attese di un FOMC falco dovrebbero continuare a generare una propensione stringente per l’USD. Ciò che avverrà dopo non è chiaro; bisognerà vedere se la Fed smetterà di invitare alla “pazienza” (scenario di base) oppure no.
La coppia GBP/USD si è ripresa a fatica dopo che gli ultimi sondaggi hanno mostrato il sorpasso dei laburisti sui conservatori (Sondaggio Populus: laburisti 32%, conservatori 29%; Sondaggio ComRes: laburisti 35%, conservatori 33%). Non diamo grande importanza ai sondaggi, visti i risultati molto volatili. Avvertiamo però gli operatori su un possibile aumento delle volatilità della GBP in vista delle elezioni del 7 maggio. Le incertezze dovrebbero frenare la GBP contro l’USD. Il nervosismo per le elezioni rafforza le barriere a 1,50 sui mercati delle opzioni.
Oggi l’attenzione degli operatori sarà puntata su: immatricolazioni di nuovi veicoli nell’UE a 27 di febbraio; costo del lavoro a/a nel quarto trimestre in Spagna; bilancia commerciale di febbraio in Norvegia; occupazione t/t e a/a quarto trimestre nell’Eurozona; sondaggio ZEW su condizioni attuali e previsioni di marzo in Germania e previsioni nell’Eurozona; IPC m/m e a/a di febbraio nell’Eurozona; vendite settore manifatturiero m/m di gennaio in Canada; nuovi cantieri residenziali e permessi di costruzione di febbraio m/m negli USA.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd