Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
L’estate sta finendo, ma il sole splende ancora forte sul dollaro USA. Il biglietto verde continua a salire contro le principali controparti grazie ad un’attività del settore manifatturiero più forte del previsto. Nonostante le tensioni commerciali e la forza del dollaro USA, il settore manifatturiero sta andando bene al ritmo più veloce degli ultimi 14 anni. Sono aumentati i nuovi ordinativi, portando ad un aumento della produzione e dell’occupazione e l’indice dei prezzi resta elevato dopo il rimbalzo di agosto. Per quanto gli economisti possano preoccuparsi delle ripercussioni di una guerra commerciale, i dati recenti danno alla Fed pochi motivi per cui stare in pensiero. Il settore manifatturiero sta andando bene ed il report sull’occupazione non agricola di venerdì potrebbe mostrare una crescia maggiore di posti di lavoro dopo la delusione del mese scorso. Potrebbe essere una settimana positiva per il dollaro, soprattutto perché il quadro tecnico corrisponde con i fondamentali. Da punto di vista tecnico, il cambio USD/JPY ha superato la media mobile su 50 giorni, preparandosi a superare 112.
L’aumento del dollaro è uno dei motivi per cui il dollaro canadese ha subito un forte sell off in vista dell’annuncio di politica monetaria della Banca del Canada. Sebbene non sia previsto alcun intervento sui tassi da parte della BoC, per ottobre i mercato danno all’82% la possibilità di un aumento dei tassi. Ciò significa che se la banca centrale canadese ha davvero intenzione di farlo, dovrà preparare il terreno questa settimana. Inoltre, le intenzioni non sono molto chiare in merito, vista l’incertezza che circonda i negoziati commerciali. Non dimentichiamoci che la BoC ha alzato i tassi durante il vertice di luglio e che in quell’occasione il Governatore Poloz ha indicato che è necessario un ulteriore aumento dei tassi considerato l’andamento positivo dell’economia. Da allora abbiamo registrato una crescita maggiore dell’occupazione e dell’inflazione. Tuttavia, l’attività manifatturiera ha registrato un calo, le vendite al dettaglio sono scese e l’attività del settore manifatturiero si è indebolita. I dialoghi tra Canada e USA riprenderanno mercoledì, ma potrebbero volerci settimane per siglare un accordo. In più, il Presidente Trump ci ha messo il carico da 90. Durante il fine settimana ha dichiarato in un tweet che “non c’è alcuna necessità politica per cui il Canada debba essere nel nuovo accordo NAFTA. Se non troveremo un accordo giusto per gli USA dopo decenni di abusi il Canada resterà fuori. Il Congresso non dovrà interferire con i negoziati altrimenti annullerò completamente il NAFTA e & we will be far better off.” Dichiarazioni del genere ci fanno capire che non stia fremendo di impazienza per trovare un accordo. Dunque, se non ci saranno grandi cambiamenti nella dichiarazione della BoC, il cambio USD/CAD potrebbe continuare a salire finché non ci saranno progressi significativi nei dialoghi. Tuttavia, se la BoC chiarirà nella dichiarazione di politica monetaria (non sono previste conferenze stampa) che è necessario un aumento dei tassi, potremmo vedere il cambio USD/CAD scendere sotto 1,31. Crediamo che la banca resterà ottimista ma che non si impegnerà verso un aumento dei tassi.
Il dollaro australiano è crollato al minimo di 20 mesi nonostante l’ottimismo della Reserve Bank. Durante l’ultimo vertice, la RBA ha completamente ignorato il recente aumento nei tassi dei mutui, scegliendo invece di parlare dei progressi del mercato del lavoro e dell’inflazione. Secondo la RBA i tassi bassi stanno supportando l’economia e hanno determinato il trend di crescita del primo semestre. Sebbene si sia incertezza per i futuri consumi delle famiglie il Governare Lowe crede che l’economia stia andando nella direzione giusta e che se la valuta continuerà a scendere, le previsioni saranno ancora migliori. Considerato ciò, non sono previsti interventi immediati sui tassi e già questo è bastato ai trader europei per far toccare nuovi minimi al dollaro australiano. Per martedì sera erano previsti i dati PMI sul settore dei servizi ed i dati sul PIL del 2° trimestre. Vista la debolezza delle vendite al dettaglio, prevediamo un rallentamento dell’attività nel settore dei servizi, ma il PIL potrebbe rivelarsi più alto del previsto. Il livello da tenere d’occhio per la coppia AUD/USD è il minimo di dicembre 2016 di 0,7160.
Il dollar neozelandese è crollato al minimo di 2 anni martedì, sulla scia del calo dei prezzi dei prodotti caseari. Il comparto caseario è uno dei settori più importanti dell’economia del paese e negli ultimi 3 mesi abbiamo visto davvero pochi miglioramenti. Questo quarto calo mensile consecutivo mostra che i prezzi sono crollati del 18% da marzo, in dollari USA. Per fortuna anche il dollaro neozelandese ha subito un calo nello stesso periodo e la domanda dei prodotti caseari e l’esportazione della carne è rimasta forte, quindi tutto sommato il settore non se la sta cavando poi così male. Infine, il livello di supporto per il cambio NZD/USD è di 65 centesimi.
L’euro e la sterlina hanno chiuso la giornata in calo contro il dollaro USA. L’aumento dei prezzi al consumo non è riuscito a sostenere l’euro, mentre i dati PMI del settore edile britannico hanno alimentato la pressione sulla sterlina. Tuttavia, la sterlina resta in salita sull’euro. Il Governatore della Banca d’Inghilterra Carney ha dichiarato che la commissione di politica monetaria non ha in previsione un “non accordo” sulla Brexit e l’economia si sta comportando considerando che l’accordo verrà trovato. Dunque, se l’economia resterà stabile non saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi. Il membro della BoE Haldane vede una possibilità su 4. A parte la Brexit, gli investitori attendono degli aggiornamenti sul futuro del Governatore. Carney ha dichiarato che questa settimana potrebbe essere pronto a dare ulteriormente la propria disponibilità per il mandato e il governo ha dichiarato che presto sarà dato un annuncio in merito. Se Carney resterà in carica per un secondo mandato la sterlina salirà, ma se il Primo Ministro May deciderà di cambiare le cose, l’incertezza non sarà accolta bene dagli investitori. Nel breve termine, l’attenzione sarà concentrata sui dati PMI relativi ai servizi del Regno Unito e, visto l’andamento della sterlina, dati negativi potrebbero far crollare il cambio GBP/USD sotto 1,28. Visti i dati sulle vendite al dettaglio in Germania e Francia, i dati dell’intera zona euro potrebbero essere più deboli.