Il dilemma dei tassi della BCB
Nelle prossime ore la Banca Centrale del Brasile (BCB) annuncerà la sua decisione sul tasso d’interesse. La maggior parte dei partecipanti prevede che Alexandre Tombini alzerà il tasso Selic di 50 punti base, portandolo al 14,75%, altri ritengono invece che il governatore della BCB non modificherà i tassi nel tentativo di proteggere l’economica da un altro duro colpo. La situazione in Brasile era già un incubo prima delle vendite che hanno interessato le materie prime e delle rinnovate paure per le prospettive di crescita della Cina; ora che gli investitori stanno liquidando gli asset rischiosi alla ricerca di porti sicuri, le cose diventano ancora più difficili.
A nostro avviso, la BCB dovrebbe rientrare in gioco e alzare i tassi d’interesse per tentare di ancorare le previsioni d’inflazione al costo dell’economia brasiliana. Le opzioni del governatore Tombini sono limitate: se non adempierà il suo mandato – lasciando che l’inflazione si allontani ancora di più dall’obiettivo fissato al 4,5% - la credibilità che la banca si è guadagnata, per cui sono serviti molto anni, sarà a rischio. Tutto sta nel compromesso credibilità/recessione.
Nel breve termine, anche se la BCB ricomincerà ad alzare i tassi d’interesse, il real non ne trarrà beneficio perché la volatilità del mercato globale e l’avversione al rischio terranno lontani gli investitori dalle valute dei mercati emergenti. Per il momento, l’USD/BRL dovrebbe mostrare un movimento di fascia sopra il livello a 4,00.