Rassegna giornaliera sul mercato forex, 12 luglio 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
È una settimana piena per i mercati finanziari. Ci sono tre annunci di politica monetaria delle banche centrali, nonché i dati su inflazione, occupazione e spese al consumo che saranno pubblicati da ogni parte del mondo. Inoltre, il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell terrà la sua testimonianza semestrale sull’economia e la politica monetaria. Con questi grossi eventi legati al rischio in calendario, non mancano le opportunità di far muovere i mercati. La situazione si surriscalderà stasera, con la pubblicazione dei dati commerciali cinesi e dei prezzi al consumo statunitensi. Nella giornata di lunedì non sono stati pubblicati report economici di rilievo.
Tuttavia, gli indici S&P 500 e NASDAQ Composite sono schizzati a nuovi massimi storici ed il dollaro si è rafforzato contro tutte le maggiori valute. Questa azione di prezzo ci dice che gli investitori si aspettano dati statunitensi buoni ed ottimismo da parte di Powell. La stabilità dei rendimenti dei Treasury suggerisce che gli investitori non sono preoccupati per i commenti esplicitamente interventisti. Il report sui prezzi al consumo di domani dovrebbe confermare che l’inflazione è in salita, ma la debolezza di altri recenti report economici riduce l’urgenza di intervenire. Potrebbero esserci altri discorsi sul tapering da parte di Powell questa settimana, ma più come idea esplorativa che come un necessario cambiamento immediato.
Il dollaro canadese è la mia valuta preferita questa settimana perché la Banca del Canada è l’unica banca centrale che potrebbe ridurre lo stimolo. Sebbene il loonie abbia perso valore contro il dollaro USA nella giornata di lunedì, ha superato la performance di tutte le altre principali valute. I prezzi del greggio sono scesi, ma non è stato un grosso problema perché il greggio oscilla ancora vicino ai massimi pluriennali. Piuttosto, gli investitori stanno spingendo su il loonie in vista dell’annuncio di politica monetaria della BoC. La BoC è stata la prima importante banca centrale a ridurre gli acquisti di asset e si dice che potrebbe intervenire nuovamente mercoledì. L’attività manifatturiera è migliorata, la crescita dell’occupazione è stata molto forte il mese scorso, il tasso di vaccinazione è in salita e le restrizioni si stanno allentando. Questi sviluppi positivi rafforzeranno la possibilità che la banca centrale normalizzi la sua politica. Ma, in molti modi, la BoC ha già comunicato le sue intenzioni poco prudenti. Nell’ultimo sondaggio sulle prospettive d'affari trimestrale ha riportato che molti dirigenti si preparano ad un’esplosione della domanda, che giustificherebbe eventuali aggiustamenti interventisti.
Anche la Reserve Bank of New Zealand dovrebbe preparare il terreno ad ulteriori inasprimenti, ma il dollaro neozelandese non ha visto lo stesso livello di domanda del cugino canadese. In parte ciò potrebbe essere dovuto alle minori spese con carta ed alle precedenti pressioni sul mercato. Quando i titoli azionari sono diventati positivi, il NZD si è staccato dai minimi. La Nuova Zelanda ha affrontato la pandemia molto meglio di tanti altri paesi ma, con l’aumento dei casi di COVID-19 nella vicina Australia ed i lockdown in tutto il paese, la RBNZ potrebbe considerare prematuro parlare di un inasprimento. La scorsa settimana, una serie di banche locali ha previsto un aumento dei tassi a novembre. Nella notte, il consiglio è risultato equamente diviso sull’inasprimento. Ci sono pochi dubbi che la Reserve Bank sarà tra le prime banche ad alzare i tassi di interesse, il che dovrebbe far proseguire la performance superiore del dollaro neozelandese. Ma, senza slancio da parte della valuta, risulta meno allettante del dollaro canadese.
Le implicazioni negative del lockdown australiano e la prospettiva di dati commerciali cinesi e report sul PIL più deboli dovrebbe mantenere il dollaro australiano sotto pressione. Anche euro e sterlina hanno perso valore contro il biglietto verde. I prezzi sulle vendite al dettaglio tedeschi più deboli hanno giustificato il calo dell’euro, ma la sterlina dovrebbe essere scambiata in modo più forte in vista della piena riapertura della prossima settimana. Il fatto che non lo sia potrebbe essere un segnale che gli investitori sono più preoccupati della variante Delta rispetto al Primo Ministro Boris Johnson.