Buongiorno ai lettori di Investing.com,
il dollaro (USD) continua a cedere terreno, con i rendimenti USA in calo dai massimi sull’onda del Fed accomodante.
Le divise dei mercati emergenti hanno guadagnato significativamente contro l’USD (oggi assistiamo a una pausa marginale), mentre le valute G10 non hanno una direzione chiara.
L’opinione diffusa è che i mercati si trovino di nuovo in una fase dei cosiddetti “Riccioli d’oro”, in cui predominano la politica monetaria accomodante e i rischi politici derivanti dal rallentamento negli USA e in Europa.
Con la Fed che ha mantenuto invariate le previsioni sui tassi (i cosiddetti dots) e il risultato deludente del partito PVV alle elezioni olandesi, si sono attenuate le paure di breve termine degli investitori.
Sul forex è diminuita la volatilità, dando agli investitori nuovi motivi per rincorrere i rendimenti.
Ci preoccupa che il mercato stia sottovalutando la probabilità di un rialzo della Fed, a continuazione del ciclo, a giugno.
Sul forex, le operazioni di carry trade e sul momentum offrono rendimenti significativi in rapporto al rischio.
L’acquisto di EUR/USD piace di più perché il corso superficiale della politica monetaria della Fed sembra scontrarsi con il previsto restringimento della BCE a settembre.
Come abbiamo detto più volte nelle nostre previsioni, è improbabile che il dollaro domini il 2017.
Andare lunghi su EUR/JPY sarebbe la strategia da seguire per chi è convinto di questa convergenza fra la Fed e la BCE.
Nel fine-settimana ci sarà la riunione fra i ministri delle finanze e i banchieri centrali del G20.
In termini generali, il G20 ha avuto tempo per trovare un consenso o fornire soluzioni concrete da annunciare nei suoi comunicati.
Viste le preoccupazioni per l’ascesa del populismo e del protezionismo, gli annunci in arrivo dal vertice saranno sicuramente rilanciati dalle agenzie.
È improbabile, però, che eventuali commenti clamorosi abbiano un impatto duraturo sul mercato.
L’attenzione sarà puntata in particolare sul Segretario del Tesoro USA Mnuchin e sui suoi commenti circa la politica USA e il commercio globale.
Mnuchin è apparentemente tranquillo rispetto a un USD più forte, ma, se la Fed innescasse rotazioni globali sull’USD, sospettiamo che l’amministrazione interverrà.
Quando il clamore intorno al G20 lunedì si spegnerà, dovremmo arrivare la “luce verde” per prese di rischio diffuse.
Oggi nel calendario USA abbiamo la produzione industriale e l’indice sul sentiment del Michigan; entrambi dovrebbero mostrare un ulteriore miglioramento.