La seduta di martedì si chiude senza grandi spunti operativi, ma con una nota di luce che arriva dal settore auto in Europa. Qui, le performance si accendono o, meglio, rimbalzano, con Volkswagen (ETR:VOWG) che svetta sul listino EuroStoxx 50 e Stellantis (BIT:STLAM) che conquista il podio del principale listino francese. In un contesto di turbolenza, le dimissioni di Carlos Tavares da Stellantis sembravano annunciare un periodo incerto. Eppure, contro ogni aspettativa, il mercato ha reagito con rinnovato ottimismo. L’ex titolo Fiat ha messo a segno una serie di progressi impressionanti, chiudendo in rialzo per sei sedute consecutive. Non solo ha recuperato le perdite del lunedì 2 dicembre, ma da allora ha guadagnato un notevole 13%, ovvero quasi il 6% in più rispetto ai livelli precedenti la notizia. Il settore auto europeo, pur immerso in sfide complesse come licenziamenti, scioperi, dazi e un futuro denso di incertezze, riesce a trovare respiro. La sua performance da inizio anno (YTD) non rappresenta comunque il peggior risultato nella storia recente. Guardando l’ETF EXV5 iShares STOXX Europe 600 Automobiles & Parts, vediamo come annate ben più difficili si siano registrate dal 2003 a oggi, con il 2008 che resta l’anno più buio (-44%).
Mentre il settore auto tenta di alzare la marcia, il comparto bancario europeo continua a brillare, segnando risultati straordinari che superano persino le eccezionali performance dell'anno scorso. In Italia, il risiko bancario si conferma protagonista, con Banco BPM al centro della scena. Il titolo ha guadagnato ieri un solido 1,22%, sostenuto dall’effervescenza degli sviluppi strategici. Tutto ha avuto inizio il 7 novembre, con l'OPA di Banco BPM su Anima Holding (BIT:ANIM), evento che ha dato il via a un vero e proprio carosello di intrecci societari. Tra i protagonisti spiccano Banco Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), Unicredit (BIT:CRDI) e Crédit Agricole, in un intreccio di manovre che continua a suscitare l’interesse degli investitori, ma non solo. Da allora, i numeri parlano chiaro: il titolo di Piazza Meda ha registrato un balzo del 30,5%, mentre il titolo senese ha messo a segno un rialzo del 28,5%.
Dall’euforia del settore bancario all'incertezza palpabile che avvolge il fronte europeo nei confronti della Cina. Un settore che sembra danzare su una corda tesa, oscillando tra rialzi e ribassi sospinti dai venti provenienti da Pechino. L’ottimismo di lunedì ha lasciato spazio alle vendite di martedì, dopo i dati deludenti della bilancia commerciale cinese, che hanno alimentato dubbi sulla reale solidità della ripresa economica del gigante asiatico. I mercati, con un atteggiamento che oserei definire di cauta diffidenza, mostrano di non accontentarsi più di parole o promesse: vogliono fatti. La comunicazione cinese, che ieri ha cambiato rotta (si veda il daily del 10 dicembre), non ha placato le incertezze. Ora l’attenzione si sposta sulla notte odierna, quando è attesa la dichiarazione politica dalla Central Economic Work Conference, un appuntamento chiave per delineare le priorità economiche del 2025. Le aspettative puntano su un segnale forte di prosecuzione degli stimoli economici, ma è improbabile che vengano forniti dettagli o numeri concreti. La vera domanda è dunque: saranno queste promesse sufficienti a convincere i mercati, o resteranno sospese nell’aria, incapaci di sostenere la fiducia degli investitori?
Oltreoceano, l’ottimismo economico continua a dominare, alimentando aspettative di crescita e solidità per il futuro. Secondo Goldman Sachs (NYSE:GS), il sentiment economico rilevato sui social media ha raggiunto il livello più alto dal luglio 2019, segnale di un rinnovato entusiasmo. Anche Deutsche Bank (ETR:DBKGn) conferma il clima positivo, evidenziando come il settore al dettaglio non sia mai stato così rialzista nei confronti del mercato azionario. Un contributo chiave a questo ottimismo è giunto ieri dall'indice di ottimismo delle piccole imprese NFIB, che a novembre è balzato a 101,7 rispetto al 93,7 di ottobre, segnando il miglioramento mensile più marcato di sempre. Questo balzo riflette una massiccia impennata di fiducia tra le piccole imprese, sostenuta dalla riduzione dell'incertezza politica dopo le recenti elezioni. L'attenuazione di tali timori ha influenzato positivamente diversi sottoindici del sondaggio, tra cui quelli relativi alle assunzioni e ai piani di prezzo, delineando uno scenario di maggiore fiducia operativa.
Tuttavia, questo scenario positivo non è privo di ombre. L’aumento delle aspettative aziendali pone interrogativi sull’inflazione, poiché una domanda di lavoro più elevata e politiche espansive potrebbero generare nuove pressioni sui prezzi. Inoltre, gli effetti delle elezioni richiederanno probabilmente ancora qualche mese per stabilizzarsi completamente. Nonostante una reazione di mercato piuttosto fredda ieri, resta innegabile che il significativo aumento dell’indice NFIB renda più probabile un rally azionario nel 2025, con un potenziale particolarmente promettente per le small cap. Questo scenario potrebbe essere ulteriormente rafforzato dal costante incremento delle assunzioni, aprendo le porte a una stagione di crescita sostenuta per il comparto più dinamico dell’economia americana.
Fonte: tradingeconomics
Eppure, non tutti gli indicatori raccontano la stessa storia. Il Fear & Greed Index, fermo a 48 punti in territorio neutrale, si attesta sui minimi dell’ultimo mese, suggerendo che tra gli investitori persista una certa cautela. Questa discrepanza tra segnali di ottimismo e timori latenti riflette un mercato ancora diviso tra la voglia di credere in una ripresa solida e il timore di essere troppo fiduciosi in anticipo.
Intanto, a Wall Street, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) ha vissuto una giornata memorabile, celebrando la sua migliore seduta – escluse quelle post-trimestrali – degli ultimi due anni. Il protagonista? Willow, il nuovo chip di calcolo quantistico, annunciato dal CEO Sundar Pichai in un post su X. Secondo Pichai, Willow rappresenta un salto epocale nella tecnologia: è stato in grado di risolvere un calcolo standard in meno di cinque minuti, un compito che richiederebbe a un supercomputer leader oltre 10^25 anni, una durata superiore all’età dell’universo. Più che la velocità record, ciò che colpisce è la capacità di Willow di ridurre esponenzialmente gli errori man mano che la scala cresce, grazie a un'architettura avanzata che sfrutta un numero maggiore di qubit. Questa innovazione potrebbe ridefinire il panorama tecnologico, posizionando Alphabet come leader in un settore strategico. Quest'anno, Alphabet è rimasta indietro rispetto ai suoi pari nel gruppo dei Magnifici 7, ma da quando ha toccato il minimo di 147,22 dollari il 9 settembre, il titolo ha recuperato terreno con un impressionante +25,8%. I progressi nel calcolo quantistico, insieme alla prospettiva di una regolamentazione più favorevole sotto una possibile seconda amministrazione Trump, stanno alimentando questo rally. La fine del mandato di Lina Khan come presidente della Federal Trade Commission e la possibilità che il nuovo presidente eletto, Donald Trump, nomini una figura più accomodante, sono fattori che potrebbero avvantaggiare non solo Alphabet, ma l’intero settore delle Big Tech (nonostante la sua preferenza politica diversa).
Tra i ritardatari del gruppo, Tesla (NASDAQ:TSLA) ha continuato a mostrare una forte ripresa. Dopo un calo quasi drammatico del 42% nel 2024, il titolo ha messo a segno un rimbalzo di oltre il +60%, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 1,3 trilioni di dollari. Tesla è ora l’ottava società di maggior valore al mondo, un traguardo notevole considerando che solo sei mesi fa sembrava destinata a uscire dalle prime 20 società per capitalizzazione.
Non tutte le performance del Mag7 sono state altrettanto brillanti. Microsoft (NASDAQ:MSFT), ieri sotto i riflettori per aver rifiutato una proposta legata a Bitcoin, ha chiuso la giornata con un calo dello 0,6%, posizionandosi come la peggiore del gruppo. Nonostante un progresso annuale del 18,8%, Microsoft rimane ben al di sotto del rendimento del portafoglio Mag7 equiponderato, che si attesta a un notevole +62,7%.
L’inflazione torna oggi al centro dell’attenzione negli Stati Uniti, con i mercati in attesa dei dati di novembre sull’indice dei prezzi al consumo (IPC), un termometro cruciale per le prossime mosse di politica monetaria. Le aspettative indicano un aumento dello 0,3% dell’IPC principale su base mensile e del 2,7% su base annua, mentre l’IPC core è previsto in crescita dello 0,3% mensile, restando stabile al 3,3% su base annua. Negli ultimi mesi, però, l’inflazione si è dimostrata sorprendentemente resiliente. Il tasso annualizzato a tre mesi dell’IPC core è salito al 3,6%, in netto rialzo rispetto al minimo inferiore al 2% registrato a luglio, evidenziando pressioni inflazionistiche persistenti che continuano a sfidare la strategia della Federal Reserve. È probabile che nella riunione del 18 dicembre la Fed proceda con un ulteriore taglio dei tassi di 0,25%, in linea con il suo approccio prudente di sostegno all’economia. Tuttavia, con un’economia statunitense ancora solida e un’inflazione che rimane sopra l’obiettivo del 2%, è plausibile attendersi un ritmo più graduale di ulteriori tagli nel corso del 2025.
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
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