Quadro macro economico
Sotto pressione a causa delle tensioni legate alla situazione greca, i listini europei chiudono la seduta in territorio negativo. A Londra il Ftse100 ha terminato con un rosso dell’1,58%, -1,84% dell’Ibex e -1,96% del Dax. Maglia nera per il Cac40 che ha lasciato sul parterre il 2,27% a 4.604,64 punti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il team dei negoziatori greci, compreso il neo ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, oggi non ha presentato nuove proposte all’Eurogruppo. Sempre secondo quanto riportato dall’autorevole testata britannica, novità saranno presentate nella riunione di domani. Sempre domani, il primo ministro greco, Alexis Tsipras, sarà al Parlamento Europeo durante la Plenaria. Nel mese di maggio la produzione industriale in Germania non ha fatto registrare variazioni rispetto al mese precedente (+0,6% ad aprile, +0,1% il consenso) mentre il corrispondente dato britannico ha evidenziato un +0,4% congiunturale (da +0,3%, consenso - 0,2%). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il deficit della bilancia commerciale a maggio è salito da 40,7 a 41,9 miliardi di dollari. Con gli analisti che avevano stimato un dato in linea con il precedente, l’indice che misura le offerte di lavoro negli Stati Uniti (Jolts, Job openings and labor turnover summary) a maggio è salito da 5,33 a 5,36 milioni di unità.
Piazza Affari ha chiuso con un deciso ribasso del -2,97%, aumentando le perdite sul finale di seduta, quando si è capito che anche l’Eurogruppo di stasera si concluderà con un nulla di fatto per la Grecia. Ancora forti vendite sui titoli del comparto bancario con il Montepaschi che ha mostrato un tonfo del 7,47%. Nel corso del seduta il titolo della banca senese ha toccato i nuovi minimi storici a 1,422 euro. Male anche il resto del settore: Banco Popolare ha ceduto il 4,17%, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,43%, Popolare di Milano il 6,35%, Intesa SanPaolo il 2,88%, Ubi Banca il 3,02%, Unicredit (MILAN:CRDI) il 3,87%. Hanno sofferto ancora i titoli maggiormente legati alle sorti del petrolio con il Wti che ha proseguito la discesa sotto quota 51 dollari al barile: Saipem ha lasciato sul parterre il 6,71%, mentre Eni ha perso il 3,68%. In decisa frenata STM (-5,42%) dopo la buona performance di ieri. Telecom Italia (-1,89%) ha virato in negativo nel pomeriggio alla vigilia dell’incontro tra l’Ad Marco Patuano e il presidente Giuseppe Recchi con i vertici di Vivendi (PARIS:VIV). Sotto i riflettori FCA (-2,05%) in scia alle parole del presidente John Elkann rilasciate al Wall Street Journal. Elkann ha dichiarato che General Motors (NYSE:GM) non è l’unica opzione per quanto riguarda il capitolo M&A, sottolineando però che è la migliore per fattibilità.
Dal punto di vista macro economico, il primo dato della seduta di oggi ha riguardato la produzione industriale tedesca, che ha evidenziato nel mese di maggio una variazione nulla rispetto al mese precedente, dopo il +0,6% di aprile. Gli analisti si aspettavano un +0,1%. Su base annuale (contando i giorni di lavoro) la produzione industriale è aumentata del 2,1% contro il +1,1% precedente e il +2,6% atteso dal mercato. Mentre, invece per la Gran Bretagna, la produzione industriale ha registrato nel mese di maggio un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, quando era salita dello 0,3%. Su base annuale la variazione è stata di un +2,1%. Il dato si è dimostrato migliore delle aspettative degli analisti che avevano pronosticato un calo mensile dello 0,2% e un rialzo annuale dell'1,6%. Per quanto riguarda l’Eurozona, la ripresa economica accelererà moderatamente nel secondo semestre del 2015. Lo affermano nel loro Economic Outlook Istat, Insee e Ifo. Gli uffici di statistica di Italia, Francia e Germania prevedono che il PIL della zona euro crescerà dello 0,5% nel terzo e nel quarto trimestre trainato principalmente dai consumi delle famiglie e dagli investimenti produttivi e, in misura più contenuta, dalla domanda estera. La crescita media nel 2015 è attesa all'1,4%, dopo lo 0,9% del 2014. Il mercato del lavoro migliorerà gradualmente anche per una progressiva riduzione della disoccupazione. Istat, Insee e Ifo indicano che l'incremento dei salari insieme all'aumento dell'occupazione determineranno un incremento del potere d'acquisto delle famiglie con effetti positivi sull'attuale dinamica di consumo. Assumendo che il prezzo del petrolio rimanga intorno ai 65 dollari per barile e che il cambio euro-dollaro resti intorno a 1,12, l'inflazione si attende raggiunga progressivamente lo 0,9% nell'ultima parte dell'anno. Istat, Insee e Ifo osservano che questa previsione è realizzata sotto l'ipotesi che l'evoluzione della crisi greca non produca effetti significativi sulla stabilità dell'Eurozona. Negli Stati Uniti la bilancia commerciale ha evidenziato nel mese di maggio un deficit pari a 41,87 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai -40,70 miliardi di dollari del mese precedente. Il deficit commerciale, seppur in rialzo, è inferiore alle attese degli analisti che avevano pronosticato un disavanzo a 42,70 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il fronte greco, secondo quanto riportato dalla testata tedesca Sueddeutsche Zeitung, le nuove proposte elaborate dal neo Ministro delle finanze greco Euclid Tsakalotos non sono troppo diverse da quelle bocciate nel referendum di domenica. Nel testo che sarà presentato da Tsakalotos è ancora presente l’Iva agevolata per le isole e l’aliquota al 13% per i ristoranti (invece del 23% chiesto dai creditori). Causa le pressioni dei partiti di destra, ancora limitati i tagli alla spesa militare. Nella giornata di domani il neo ministro delle finanze Tsakalotos, presenterà domani nuove proposte all’Eurogruppo. Le prossime ore saranno molto importanti per il futuro sia dell’Eurozona che dell’Unione Europea che si ritrova ad un vero e proprio bivio: la questione ellenica infatti ha contribuito a scoperchiare il vaso di Pandora delle contraddizioni europee e rischia di far collassare l’intero sistema, soprattutto dal punto di vista politico, prima ancora che finanziario.
Quadro tecnico mercato valutario
EUR/USD
Giornata bidirezionale per la moneta unica nei confronti del dollaro americano. Per trequarti della sessione, ovvero fino al tardo pomeriggio la coppia perde quasi 150 punti riportandosi da 1,1054 (apertura di giornata) fino in area 1,0940, riuscendo a scavalcare anche il supporto posizionato a 1,0967. Pesano ovviamente le tensioni in Grecia con la partita che si avvia alla conclusione, ma anche il crollo dei mercati asiatici con la Cina che cerca di arginare, con scarso successo, il declino delle titoli azionari domestici. Poi all’improvviso, a partire dalle ore 19.00 (ora italiana) c’è la virata decisiva che spinge la major dai minimi raggiunti durante la seduta mattutina fino in area 1,1020, recuperando buona parte del terreno perso. Tale movimento provoca una falsa rottura al ribasso del livello statico posizionato a 1,0967, formando un classico “hammer” pattern rialzista. Al momento, nonostante il forte movimento rialzista di fine giornata, lo scenario di breve termine ribassista non è stato ancora violato. Domani sulla spinta rialzista delle ultime ore della giornata, potremmo assistere ad un ulteriore movimento al rialzo in direzione opposto allo scenario di breve.
Dopo le forti perdite di ieri la Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in netto rialzo. Il Nikkei ha guadagnato l'1,3% a 20.376,59 punti e il Topix l'1% a 1.637,23 punti. Gli operatori hanno osservato che una buona parte delle notizie negative alla crisi greca sono ormai scontate. Il mercato azionario giapponese ha beneficiato inoltre dell'indebolimento dello yen e del forte calo del prezzo del petrolio. Tra gli esportatori Panasonic ha guadagnato l'1,2%, Sharp il 2,5% e Sony lo 0,8%. Lo yen è sceso a 122,73 per dollaro, da 122,35 per dollaro di ieri. Nel settore aereo ANA Holdings ha guadagnato il 3,1% e Japan Airlines il 2,2%. Il prezzo del petrolio è precipitato ai minimi da aprile. Nel settore delle utilities, un altro beneficiario delle più basse quotazioni del greggio, Kansai Electric ha guadagnato il 5%, Chubu Electric il 4,5% e Tokyo Electric Power il 6,9%. Sula valutario, notiamo che nell’ultima seduta, dopo il buon movimento rialzista della prima sessione della nuova ottava, sono ritornate copiosamente le vendite tre il cross che vede contrapposti il green back dalla valuta nipponica. Anche per quanto riguarda lo yen, il gap di domenica sera è stato abbondantemente ricoperto. Sul giornaliero abbiamo una situazione simile a quella riscontrata sulla coppie euro contro green back, ovvero dopo che lo scenario ribassista a dominato buona parte della giornata, movimento dovuto alla posizione della valuta giapponese che continua ad essere la destinataria principale dei flussi di acquisto causate risk off; nell’ultima parte delle giornata assistiamo ad un vero e proprio ribaltamento di fronte con la major che inizia a guadagnare il terreno perso, riportando la chiusura di giornata in prossimità dell’apertura, tale movimento ha dato vita ad una classica configurazione grafica di indecisione che prende il nome di “doji”. Tale situazione di indecisione, non ci permette di individuare le prossime mosse che andrà ad intraprendere la coppia; a tal punto è consigliabile attendere cosa succede nella giornata di domani.
Se nella prima seduta il cable è rimasto fuori dagli effetti post referendum greco; nella seconda seduta della settimana, anche la valuta di Sua Maestà è presa di mira dall’ondata di risk – off proveniente dalla Grecia, che sta influenzando non solo i mercati europei ma anche quelli extra europei. Analizzando con attenzione il grafico daily, notiamo che il cable ha perso in un sola seduta quasi 200 punti riportandosi da un massimo 1,5607, coincidente con l’apertura di giornata, fino a raggiungere area 1,5420, riportandosi al di sotto il supporto posizionato a 1,5476. La significativa correzione ribassista potrebbe continuare anche nei prossimi giorni, visto che abbiamo dal punto di vista tecnico – grafico molti segnali che indicano nuove vendite. In tale caso, attenderemo un chiaro segnale di vendita in prossimità del livello statico a 1,5476, ovvero a seguito dell’importante candela ribassista aspettiamo una probabile fase di pullback su tale livello.