La coppia GBP/USD ha fatto registrare l’andamento migliore durante la seduta asiatica, guadagnando un altro 0,35% sull’attenuazione dei timori di Brexit, dopo che entrambi i fronti hanno sospeso la loro campagna in seguito all’omicidio di una deputata britannica. La sterlina è rimbalzata fino a un massimo pari a 1,4294 a Tokyo, per poi stabilizzarsi intorno a 1,4250. Come previsto, la riunione della BoE è stata un non-evento. Il tasso di sconto è rimasto allo 0,50% e anche l’obiettivo per gli acquisti di asset è rimasto invariato a 375 mld di GBP.
Ieri l’USD si è mosso sulle montagne russe, perché gli investitori non sapevano come posizionarsi, fra l’imminente voto sulla Brexit, la Fed colomba e i dati contrastati negli USA. L’IPC primario ha deluso le attese, attestandosi all’1,0% a/a a fronte dell’1,1% previsto. L’indice core è salito del 2,2% a/a a maggio, in linea con le attese. Infine, a giugno, l’indice sulla fiducia delle aziende di Philadelphia è salito a 4,7 punti (a fronte dell’1,0 previsto), rispetto al -1,8 del mese precedente. Ieri l’EUR/USD è sceso da 1,1295 a 1,1131, per poi lievitare fino a quota 1,1272 a Tokyo, senza riuscire a violare il supporto a 1,1137 (minimo 3 giugno). Il supporto più vicino giace a 1,1098 (minimo 30 maggio).
In Nuova Zelanda, a maggio l’indice sulla fiducia delle imprese manifatturiere è salito a 57,1 punti, rispetto alla cifra, rivista al rialzo, pari a 56,6 del mese precedente. L’indice sulla fiducia dei consumatori è migliorato del 2,3%, attestandosi a 118,9 punti a giugno, rispetto ai 116,2 di maggio; l’economia neozelandese continua a resistere piuttosto bene al rallentamento globale.
La coppia NZD/USD ha resistito intorno a 0,7050 a Wellington dopo aver toccato quota 0,6969 durante la seduta europea. Il giudizio rimane rialzista, con una prima resistenza a 0,7148 (massimo 9 giugno).
Stamattina il dollaro canadese ha ottenuto richieste migliori, dopo che i prezzi del petrolio hanno messo fine alla serie di ribassi durata 4 giorni. Il CAD (loonie) ha guadagnato fino allo 0,50% contro il biglietto verde, portandosi a quota 1,2899 prima di consolidarsi intorno a 1,29, mentre il greggio West Texas Intermediate guadagnava circa l’1%, attestandosi a 46,60 USD. L’indice internazionale, il greggio Brent, è balzato dell’1,50% a 47,75 USD.
Sul mercato azionario, nella notte le borse regionali asiatiche hanno stornato le perdite. Il Nikkei giapponese ha guadagnato l’1,07%, mentre il più ampio indice Topix ha segnato un +0,75%.
Nella Cina continentale, l’indice composito di Shanghai è salito dello 0,31%, quello di Shenzhen, ad alto tasso di titoli tecnologici, dello 0,63%. Sulle piazze offshore, l’Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato lo 0,49%. Più a sud, l’S&P/ASX è salito dello 0,32%, mentre l’S&P/NZX neozelandese ha ceduto lo 0,60%.
Oggi gli operatori monitoreranno la bilancia commerciale in Italia; i nuovi cantieri residenziali e i permessi di costruzione negli USA; l’IPC e l’IPC di fondo in Canada; in Europa (alle 17:00 CET) parlerà Draghi.