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Le indiscrezioni sulla Grecia guidano il forex

Pubblicato 29.05.2015, 11:20
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Market Brief

La propensione al rischio continua a essere volatile perché persistono le preoccupazioni sui rimborsi del debito greco. Gli sviluppi sul salvataggio della Grecia oggi rimarranno il catalizzatore principale sul forex. Le piazze asiatiche sono state contrastate, con il Composite di Shanghai a -0,2% e il Nikkei in marginale rialzo, a +0,06%, mentre l’Hang Seng ha ceduto lo 0,01%. Dalla riunione del G7 si sono susseguiti lanci d’agenzia con titoli falsi sui progressi dei negoziati che hanno reso l’operatività sull’euro estremamente difficile. In una nota recente, il commissario economico dell’UE Pierre Moscovici ha dichiarato che un accordo fra la Grecia e i creditori internazionali è possibile, anche se ha avvertito che permangono disaccordi significativi e le condizioni di liquidità della Grecia si stanno deteriorando rapidamente. Prima di accordare ulteriori aiuti per il salvataggio, l’UE esige riforme sostanziali delle pensioni, la liberalizzazione del mercato del lavoro e la privatizzazione di asset. La Grecia sembra spingere per un accordo nel fine settimana, prima del 5 giugno, giorno in cui scade il rimborso al FMI. Tuttavia, a giudicare dai commenti di Moscovici, l’UE è più cauta sulle previsioni di un accordo. Senza la liquidità dall’accordo sulle riforme e il sì dell’UE a nuovi fondi di salvataggio, per la Grecia sarà difficile rimborsare il debito, e ciò peserà notevolmente sull’EUR e sui mercati azionari europei. I rendimenti dei titoli USA a breve durata hanno ceduto gran parte dei guadagni dalla pubblicazione del forte IPC di fondo, per quanto l’EUR/USD sia inclinato al ribasso.

I dati pubblicati negli USA continuano a segnalare una ripresa dalla debolezza del PIL del trimestre. Il mercato immobiliare ha dimostrato di essere in buona salute; ad aprile le vendite di case in corso sono aumentate. Ciò nonostante, le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite a sorpresa di 282 mila unità, il che sposterà l’attenzione sul cruciale rapporto sulle buste paga della prossima settimana. È interessante notare che i membri della Fed lascino intendere di essere pronti a votare a favore di un rialzo del tasso nel corso di quest’anno. L’unica eccezione è rappresentata dai recenti commenti della supercolomba Kocherlakota, presidente della Fed di Minneapolis. La seconda stima sul PIL del primo trimestre, in uscita oggi, dovrebbe mostrare una revisione al ribasso, potenzialmente in territorio di contrazione, ma i nuovi dati conteranno di più per i mercati. Gli indicatori predittivi, come il PMI di Chicago e l’indice sul sentiment dei consumatori del Michigan, dovrebbero superare le previsioni del mercato. L’indice DXY dovrebbe continuare a essere richiesto e, nel breve termine, l’EUR/USD dovrebbe ritornare verso il supporto a 1,0867.

Dopo aver infranto la resistenza critica a 122,50 ed essersi rafforzato fino a 124,46, l’USD/JPY si è preso una breve pausa. I dati sull’inflazione sono risultati leggermente superiori alle attese, sebbene le spese dei consumatori siano state dimesse. La ragione principale del calo dai massimi dell’USD/JPY sono i commenti del ministro delle Finanze Aso, che ha osservato che i decisori delle politiche giapponesi stanno monitorando la debolezza dello JPY. Sospettiamo che, sebbene apparentemente il governo giapponese voglia evitare un rapido apprezzamento dell’USD/JPY, in realtà voglia e abbia bisogno di uno yen debole. La crescita economica è stata discreta ma ci sono chiare preoccupazioni per la ripresa. Inoltre, anche se il rapporto sull’inflazione di oggi non è stato così negativo come da attese, sospettiamo che il trend deflazionistico sia radicato e che la BoJ dovrà reagire. I commenti hanno innescato una sorta di movimento bidirezionale; tuttavia, poiché i rendimenti dei titoli USA a breve termine si avvicinano a minimi correttivi e gli investitori giapponesi si stanno riposizionando su titoli stranieri, prevediamo un ulteriore rialzo dell’USD/JPY. Oggi in calendario abbiamo il PIL e l’indicatore KOF in Svizzera, il PIL in Canada e il PMI di Chicago negli USA.

Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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