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L'errore più grande, una dipendenza "ostile" in un Mercato energivoro!

Pubblicato 28.03.2022, 09:09
Aggiornato 02.09.2020, 08:05


Se dobbiamo parlare delle molteplici sfaccettature del "problema" Ucraina-Russia, queste vanno dall'economia al geopolitico.

E il paradosso (spiacevole), a mio avviso, è il desiderio di "punire" la Russia per il suo comportamento (giustamente da condannare) pur sapendo che risulta enormemente complicato vista la forte "dipendenza" dell'Europa per soddisfare i suoi bisogni "energetici".

Infatti la Russia fornisce un terzo del petrolio e quasi la metà di gas e carbone. Consegue una "difficoltà" nell'organizzare fonti di energia alternative con così breve preavviso (in particolare in questo periodo dell'anno, quando le persone hanno bisogno di riscaldare le proprie case) e vietando "completamente" le esportazioni provocherebbe una interruzione dell'approvvigionamento energetico all'intero vecchio continente.

Il "colpo di scena" è stato di Putin più che dell'Occidente.

Infatti sta "incassando" dall'Europa circa 1 miliardo di dollari al giorno, visto il rialzo del greggio del 40%, passando a tutti gli effetti da sanzionato a "sanzionatore".

Inoltre ha chiesto ai paesi della blacklist pagamenti per gas e petrolio in "rubli". Questo, al di là della strategia del conflitto, andrebbe nella direzione di cambiare i parametri di riferimento valutari rispetto alle materie prime. E come se non bastasse, in questo caso, anche a favore della Cina e India che stanno raddoppiando le richieste di gas (100 miliardi di metri cubi) con la realizzazione di un nuovo gasdotto.

L'impatto del mercato alla notizia è stato più che positivo, il rublo si è apprezzato nei confronti del dollaro e dell'euro (USD/RUB - EUR/RUB).

RUBEUR e RUBUSD

Certo, la distanza è ancora notevole dai livelli pre-conflitto ma, Putin da ottimo stratega, ha generato un cambio del trend.

Ci si chiede quindi se la Cina iniziasse a pagare in yuan, la Russia commerciasse in rupie con l'India e le Banche centrali diversificassero "lontane" dal dollaro, cosa accadrebbe a quest'ultimo?

L'Arabia Saudita (il più grande esportatore mondiale di greggio) sta accellerando le trattative per accettare pagamenti in yuan per il petrolio venduto alla Cina, alimentando le "paure" degli americani e mandando loro un messaggio chiaro: limitare il dollaro come mezzo di pagamento. I rapporti tra le due nazioni, se ben ricordate, si sono "deteriorati" dopo le elezioni di Biden, per l'omicidio nel 2018 di Jamal Khashoggi, per l'intervento dei sauditi nella guerra civile in Yemen e per i tentativi del Presidente americano di rilanciare l'accordo nucleare con l'Iran.

challenger currency


L'importanza del dollaro diminuirebbe, ma non finirebbe. Nonostante tutti i discorsi sulla possibile "scomparsa" della valuta (proprio come accadde con Nixon quando sospense la convertibilità del dollaro in oro) è difficile a causa dell'effetto rete che ha creato in questi anni, quindi una scambiabilità maggiore con una forza istituzionale degli Stati Uniti alle spalle. Fino a quando la Cina non aprirà maggiormente il suo sistema finanziario è altamente improbabile che lo yuan potrà "aspirare" a sostitutire il dollaro.

correlazione positiva dollaro-commodity

Nel frattempo si è registrata una correlazione positiva "insolita" tra dollaro e Commodity, denotando che l’aumento dei prezzi delle materie prime si siano "temporaneamente" slegate dal deprezzamento del dollaro a causa delle tensioni geopolitiche che stanno facendo aumentare le quotazioni senza influenzare l’andamento della valuta. Evento "raro" che si è verificato poco prima della pandemia, nel 2000, tra il 2002-2003 e a fine 2015.

Mentre sull'euro ricordo che con l'annuncio di Bruxelles del "blocco" delle risorse valutarie il rublo perse il 42%; in questi ultimi giorni ha recuperato il 32% a causa delle esitazioni e nessun coordinamento fra i governi europei che sono a caccia di gas. In particolare colpisce la "forte" dipendenza della Germania che è contro alla tassa sul greggio, al carbone australiano e di un tetto al prezzo del gas. Ha chiuso le sue centrali nucleari, ha chiuso i giacimenti di gas e si è rifiutata di sviluppare metodi avanzati come il fracking perchè voleva essere più ecologicamente "responsabile" a casa sua.

Attualmente la commissione europea "corre" verso la diversificazione con la possibilità di aumentare il consumo di carbone e di rivedere alcune dicesioni sulla chiusura delle centrali nucleari (in Germania, Belgio e Olanda). Inoltre vuole aumentare l'acquisto di minerali ferrosi (alluminio, palladio e titanio) e di gas anche dal Brasile e dall'Australia, dal Canada e dal Sud Africa.

Mentre le "esportazioni" verso la Russia costituiscono meno del 3% dell'export totale. L'europa (o la Russia?) ha iniziato a limitare i legami sin dall'invasione di Crimea.

Euro area exports to Russia %

Lo svantaggio della "dipendenza" si è fatto strada nella coscienza delle persone solo adesso.

Ma il pensiero del produrre all'estero è qualcosa che è in atto da decenni. Produrre beni in luoghi in cui la manodopera era più disponibile, in cui i benefici potevano essere massimizzati e avere bassi costi di produzione ha inevitabilmente influenzato i paesi di tutto il mondo. I semiconduttori rappresentano un esempio lampante di questa tendenza, basti pensare che nel 1990, gli Stati Uniti e l'Europa erano responsabili di oltre l'80% della produzione "globale" mentre dal 2020, la loro quota stimata è solo del 20%.

Questo per dire che entrambi (carenza semiconduttori e energia) sono contrassegnati da una fornitura "inadeguata" di un bene essenziale richiesto da paesi che dipendono dagli altri.

Intanto, oltre alla Russia, a guadagnarci sono gli Stati Uniti che sono diventati i principali fornitori di gas con una percentuale che supera il 50% delle esportazioni (rispetto al 34% del 2021) e altri 15 miliardi di metri cubi entro la fine del 2022. L'Europa ha così iniziato una "nuova" dipendenza.

Ma per consolidare ciò c'è bisogno della costruzione di un numero "sufficiente" di terminali per massimizzare in modo significativo le esportazioni, in Europa potrebbe richiedere un lasso di tempo lungo (da 2 ai 5 anni). Questo "ridimensiona" l'annuncio sulla fornitura che hanno fatto Biden e Ursula Von der Leyen.


Mentre l'indice russo (MOEX) ha riaperto dopo una chiusura record di lunga durata e salendo del 5% giovedì, venerdì ha chiuso "solo" con un ribasso del 4% (ribassi limitati poiché il governo russo ha impedito agli "stranieri" di vendere le azioni in possesso e le vendite allo scoperto, fino al 1 aprile). Molti investitori avranno già visto le loro partecipazioni ridotte a zero, dato che hanno avuto "accesso" tramite i GDR (Global Depositary Receipt).

wiped out

Gazprom ha registrato un crollo del 12% dopo che gli Usa e l'UE hanno raggiunto l'accordo per ridurre la "dipendenza" da Mosca. Ma il governo russo ha annunciato che ci sarebbe la volontà di acquistare azioni locali in forte perdita per una spesa complessiva di 10 miliardi di dollari (come nel 2008).


In suolo statunitense possiamo notare come la curva dei rendimenti a 10 anni si trova in un canale ribassista "molto forte", intanto il differenziale tra Us10y-Us2y è "invertito", segnalando un appiattimento verso il punto di inversione che è stato predittore delle ultime recessioni, poi avvenute nei mesi successivi all'evento.

rendimenti

Risulta importante capire se il decennale anche questa volta seguirà o meno il "canale ribassista", nel caso in cui ci fosse un breakout le materie prime continuerebbero ad essere le "protagoniste".

Mentre in Europa c'è lo spettro della stagflazione, bassa crescita e inflazione. Quest'ultima dovrebbe superare il 7% e la crescita "rallenterà" a causa del conflitto, l'Italia potrebbe essere tra le più colpite dato che da decenni si combatte con un crescita stagnante ma anche la Germania non è fuori pericolo, le previsioni sul PIL per il 2022 sono diminuite mentre l'inflazione >5%.

spettro stagflazione in europa

BofA ha mostrato come i gestori patrimoniali stanno "aggiungendo" più alternative ai portafogli dei loro clienti. Nuove asset allocation per un nuovo regime?

più alternative rispetto alle azioni


Restando in territorio Usa, i grandi nomi della cannabis hanno rimbalzato del 20% ma restano molto lontani dai loro massimi.

Dopo la Thailandia che ha depenalizzato la produzione e l’uso di marijuana a scopo terapeutico, diventando la prima nazione asiatica a fare dei passi "importanti" verso la "depenalizzazione", il Ministero della Salute tailandese ha eliminato la cannabis dalle droghe "controllate" allentando le restrizioni con lo scopo di creare “entrate pubbliche”.

Anche la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha annunciato che prenderà in considerazione la questione (legge per depenalizzare la marijuana). Un disegno di legge simile fu approvato nel 2020, ma poi è stato bloccato nell'allora Senato controllato dai repubblicani. Nel caso in cui la legge non passasse, i legislatori potrebbero però aprire l'accesso dell'industria della cannabis alle banche.

il Senato, la scorsa settimana, ha anche approvato un altro disegno di legge (Non tanto efficace come il MORE Act) sulla la ricerca e sonsterrebbe la "Food and Drug Administration" per sviluppare farmaci derivati ​​dalla cannabis.

L’industria della cannabis legale, negli Stati Uniti, ha prodotto un incremento del 33% dei posti di lavoro in un anno, a testimoniare come il comparto stia in una fase di espansione. Solo nel 2021, ha prodotto oltre 280 nuovi posti di lavoro al giorno e negli ultimi cinque anni il numero dei lavoratori impiegati è passato dai 122.800 del 2017 ai circa 500 mila attuali. Di conseguenza hanno venduto cannabis per un valore vicino ai 25 miliardi di dollari.

Aziende come Tilray Inc (NASDAQ:TLRY) (TLRY) e Sundial Growers Inc (NASDAQ:SNDL) (SNDL) hanno registrato grandi rialzi ma restano comunque vicini ai minimi storici con le medie mobili 50 e 200 periodi molto lontane tra loro, segnale evidente che il trend ribassista non è stato ancora superato.

Cannabis, Tilray, Sundial

Per il primo, il fine settimana si è chiuso con un +22% e oltre il supporto degli 8 dollari, chiudendo a 8,56 dollari e superando i massimi di febbraio. Il confronto del titolo con il Nasdaq, su base settimanale, mostra una "maggiore" forza di Tilray rispetto all'indice, evidenziando l'appetibilità del titolo da parte degli investitori. Mentre per il secondo il rialzo è stato dell'9% circa chiudendo a 0,81 dollari, vicino ai massimi di novembre 2021.

Il guardagni "futuri", come il rischio per entrambi i titoli e per il settore ancora in espansione, restano alti.

Concludendo

I compromessi comportano aspetti positivi e negativi che spesso diventano evidenti "solo quando la marea si abbassa". L'invasione dell'Ucraina ha dimostrato che l'importazione di petrolio e gas dalla Russia ha reso l'Europa "vulnerabile" a una nazione ostile e senza principi.

Le parole "offshoring" e "approvvigionamento domestico" equivalgono rispettivamente a "mercati liberi" e "regolamentazione" per molte aziende.

Globalizzazione si, ma bisogna andare verso l'approvvigionamento locale.

Aspettiamo aggiornamenti. Intanto qual è il vostro pensiero al riguardo, mentre il settore della Cannabis potrebbe avere delle performance positive?

"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".

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Ultimi commenti

Il mercato ha raggiunto il bottom e pian pian risalirà, non può scendere per sempre è bene sfruttare le occasioni. Non sono così convinto che gli USA andranno in recessione, stampano dollari ed è fatta. In ultimo è giusto che l'Europa si allontani dalla Russia ma questo accadrà gradualmente.
Prima parte dell'articolo interessante ma l'articolo nel suo complesso è troppo lungo
Analisi interessante e lucida. Il settore Cannabis è stato martoriato a lungo..
Non si vuole "moralizzare" il capitalismo: si compra dal miglior offerente, senza curarsi del fatto che sia un dittatore che elimina la libertà di stampa e gli oppositori. i nodi vengono sempre al pettine. Se la U.E. e gli investitori privati avessero investito 20 anni fa sulla ricerca per la fusione nucleare 1/100 di quello che ancora oggi si spende per ricercare nuovi giacimenti di petrolio, a quest'ora avevamo risolto il problema, con buona pace di tutti i dittatorazzi che in giro per il mondo fondano il proprio potere, la propria fortuna e le proprie angherie sul controllo di gas e petrolio.
Il mio pensiero, per quel che vale, è che l’Italia è carente da un punto di vista di strategia di lungo periodo sul comparto energetico e non solo. Politiche interne di compromesso riverberano anche sul piano internazionale. Troppi veti e divieti da parte di associazioni e organizzazioni che fanno leva sui vincoli ambientali e paesaggistici ostacolando qualsiasi inizativa col risultato che nessun settore diventa economicamente trainante in maniera evidente né quello turistico né quello delle energie rinnovabili o tradizionali. Ma ovviamente le debolezze diventano evidenti solo nei periodi di crisi.
Come darti torto, abbiamo tutto e niente. Troppe tasse e ostacoli, fanno scappare investitori e imprenditori in altri paesi.
La cosa peggiore è che la scarsa lungimiranza dei ns politici è annosa e riguarda tutti i settori.
 Quelli che hanno fatto accordi con Putin a destra e a manca, sono i migliori! Pensavano che fosse il salvatore dalle loro incompetenze e prospettive ...
Anaisi veramente ampia e interessante, su cui occorre riflettere per investire poi in modo efficace
La questione interessante restano i treasury 10 e 2 anni che anticipano la recessione, alimentando ancora le materie prime?  Non penso che il decennale esca del canale storico, troppo forte da superare.
Ma il fatto che le commody sono slegate dal dollaro per il momento, è un segnale d'allarme ?
non ci sono sufficienti dati storici per dirlo, è qualcosa di insolito
se si deprezza il $ figuriamoci l' €.....
siamo rovinati...
pensate che passerà la legge sulla cannabis? vedo un bel pump
esce oggi, vediamo....
la russia accetterà pagamenti in crypto, il rublo avrà un'ancoraggio ad una stable coin locale, gli affari esteri avranno come moneta di scambio il rublo (per chi vorrà fare affari con la russia, ed è impossibile non fare affari con essa visto che è piena di risorse) strategicamente parlando non ha un asso nella manica, li ha tutti e quatro, è solo questione di tempo
L'Europa intanto sta guardando altrove, io sarei più preoccupato della Cina
passeremo dalla Cina, sta acquistando TUTTO
 l'europa guarda altrove per forza, si è data la zappa sui piedi, a pagare saremmo noi, gli stati uniti godono, vediamo per quanto visto che gli arabi valutano lo petroyuan anzichè il petrodollaro, e l'europa paga... occhio
La globalizzazione verra’ molto rallentata, ognuno al suo orticello. Saremo sicuramente piu poveri, ma credo anche meno casini
Interessante, ma il dollaro rimarrà la valuta PRINCIPALE sempre se la Russia non inizierà ad usare le valute digitali
Ma falla finita....
Si ritornerà a dar valore alle imprese locali
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