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L'inflazione mette paura ai mercati

Pubblicato 11.04.2024, 07:34
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

La vita è un po' come il jazz: viene meglio quando si improvvisa” (George Gershwin)

L’inflazione mette paura ai mercati. Anche l’indice supercore, il più attenzionato da parte della Fed ha deluso le attese nel mese di marzo. Il dato macro game changer della settimana, ha portato cattive notizie per i mercati (Nasdaq e S&P 500 -1%, MSCI World -0,8%) e un Joe Biden alla ricerca della rielezione. Il taglio dei tassi in Usa è quindi probabilmente rinviato a luglio, inizia a farsi strada la probabilità che nel 2024 non ci sia alcuna manovra finanziaria e addirittura che la Fed sarà costretta ad alzare il costo del denaro. La differenza del dato finale è stata comunque appena del +0,1% oltre le attese. Guardando le cose da un altro punto di vista l’inflazione si è stabilizzata intorno al 3%, ovvero non sale nonostante le spinte verso l’alto ci siano: economia a stelle e strisce robusta e tensione geopolitca. Vero quindi che i tassi restano più alti più a lungo ma anche l’economia non ne risente, l’occupazione è elevata, e quindi i profitti delle aziende saliranno. I mercati sembrano quindi in grado di gestire la situazione. Chi farà più fatica è invece il Presidente Usa in carica Joe Biden, che più i cittadini perdono potere d’acquisto più lui perde consensi aumentando così le probabilità di vittoria dello sfidante Donal Trump (anche se ieri la sua Trump Media ha perso un altro 8% a Wall Street), che ha sempre avuto un ottimo rapporto con i mercati finanziari. In questo scenario, quasi diametralmente opposto a quello stimato a gennaio scorso, gli investitori restano posizionati sulle scadenze brevi dei titoli obbligazionari con l’idea di spostarsi su scadenze più lunghe in modo opportunistico in base ai dati macro in uscita. Infine Milano che ha tenuto quota 34mila punti, grazie anche al fatto che tassi più alti più a lungo portano ingenti profitti alle banche italiane che pensano in maniera significativa sull’indice.

Il giorno della Bce

Oggi è il giorno della Bce. Alle 14:15 l’annuncio e alle 14:45 la conferenza stampa della Governatrice. Scontato che i tassi non saranno toccati, molta attenzione alle dichiarazioni di Christine Lagarde. Le condizioni per una riduzione ci sono tutte, ma è probabile che verrà preso tempo, senza indicare una data precisa che però molto probabilmente sarà anticipata rispetto alla manovra della Fed (giugno?). Altro fattore che frena il cambio di rotta sono le elezioni europee e la nomina del nuovo presidente della commissione europea, dove sono in ascesa le quotazioni di Mario Draghi. I tempi per un taglio sono però maturi, anche al netto di questioni di coordinamento con le altre banche centrali. L’impatto sarebbe ovviamente positivo per l’economia europea, in condizioni di stagnazione, grazie alla svalutazione dell’euro con la possibilità di favorire le esportazioni. In questo contesto i maggiori vantaggi sarebbero per l’Italia ed in particolare per le Pmi che hanno una quota rilevante nel commercio internazionale. Ricadute positive quindi anche per il mercato dei capitali nazionale con l’indice Euronext (EPA:ENX) Growth Milan che potrebbe tornare sotto i riflettori dopo avere sottoperformato rispetto alle blue chips ed essere arrivato su valutazioni fortemente a sconto rispetto alle large cap.

Che Salone!

Si è chiusa ieri la seconda giornata del Salone del Risparmio in corso a Milano, l’evento più importante in Europa in materia di risparmio privato. Tra i messaggi forti della giornata la necessità di procedere al rafforzamento del mercato dei capitali nazionale, a poche ore dall’approvazione del DEF, ovvero il Documento di Economia e Finanza del Governo che delinea gli obiettivi economici del Paese nel medio periodo. Il Governo la confermato che restano allo studio nuovi strumenti per convogliare il risparmio privato verso l’economia reale, che potrebbero servire a ridurre il frazionamento degli investimenti attuali ovvero la creazione di un contenitore unico, un fondo di fondi sovrano. L’inflazione Usa in crescita per il trentaseiesimo mese consecutivo non pare avere però impattando molto sull’umore del mercato: secondo un sondaggio condotto da Class Cnbc tra gli operatori presenti al Salone, non c'è timore ovvero in pochi si aspettano una correzione dei mercati, inclusa Piazza Affari. La mobilitazione dei capitali pubblici da parte dell’Europa, insieme al risparmio privato è la ricetta proposta dagli esperti intervenuti ad un panel al quale era presente anche Integrae SIM, e che ha applaudito alla proposta di Mario Draghi Presidente della Commissione europea.

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