I prezzi dell’oro sono in forte rialzo alla fine del 2022, grazie alla speranza che l’inflazione si sia raffreddata e che la Cina continui ad allentare le sue rigide restrizioni per la politica zero covid. Dall’inizio di novembre, i prezzi dell’oro sono saliti di quasi il 13%.
I mercati continuano a valutare i recenti dati statunitensi, che hanno mostrato un’inflazione e una spesa al consumo meno elevate del previsto. Questi dati potrebbero alleggerire le spalle della Federal Reserve e consentirle di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse.
Un anno da montagne russe per i trader dell’oro
L’oro ha registrato un’impennata del 16% tra la fine di gennaio 2022 e l’inizio di marzo e si è diretto verso il precedente massimo storico di 2.075 dollari l’oncia raggiunto nell’agosto 2020. Il rally è stato alimentato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha spinto gli investitori ad abbandonare gli asset di rischio a favore dell’oro, bene rifugio.
Tuttavia, i prezzi dell’oro hanno cambiato direzione dopo il primo rialzo dei tassi di interesse dell’anno da parte della banca centrale statunitense a metà marzo. Il declino dei prezzi dell’oro si è accelerato quando la Fed ha continuato a fornire aumenti dei tassi fino alla fine del terzo trimestre del 2022.
Dopo il rally della guerra in Ucraina, il metallo giallo è stato messo sotto pressione dall’aumento dei rendimenti del Tesoro americano e dalla salita del dollaro verso i massimi di 20 anni. Inoltre, la politica cinese di “zero Covid” e le severe misure di blocco hanno pesato sulla domanda di gioielli da parte di uno dei maggiori consumatori di metalli preziosi al mondo.
Quest’anno il bene rifugio ha avuto una performance mista rispetto agli altri metalli. Ha superato rame e palladio ma ha perso la battaglia contro l’argento e il platino. Sebbene il prezzo dell’oro nel 2022 sia rimasto relativamente piatto, il metallo giallo ha comunque avuto una bella corsa nel corso dell’anno.
Previsioni 2023 per i prezzi dell’oro
È il momento dell’anno in cui analisti e strategist condividono le loro previsioni e fissano i loro obiettivi per il 2023. Una delle previsioni più sorprendenti per il 2023 è quella di Saxo Bank, secondo cui i prezzi dell’oro raggiungeranno i 3.000 dollari l’oncia nel 2023, con un rialzo di circa il 66% rispetto al prezzo di mercato di martedì.
La tesi rialzista di Saxo per l’oro si basa anche sulle aspettative che il dollaro si indebolisca l’anno prossimo dopo un 2022 stellare. Questa opinione è condivisa anche dall’analista della CRU Kirill Kirilenko, secondo il quale un approccio più equilibrato da parte della Federal Reserve probabilmente indebolirà il biglietto, consentendo “ai tori dell’oro di avere più respiro ed energia per mettere in scena un rally il prossimo anno”.
L’oro è attualmente scambiato a un premio rispetto alla sua correlazione storica di lungo periodo con i tassi reali a 10 anni, mentre la sua correlazione con il biglietto verde rimane negativa. Il mese scorso, le grandi società di gestione patrimoniale hanno fatto una brusca inversione di rotta, passando da un posizionamento net-short a net-long sui future dell’oro.
In prospettiva, il metallo potrebbe continuare a salire nel 2023 in caso di rallentamento dell’economia globale e di un orientamento delle banche centrali verso una politica monetaria dovish, soprattutto negli Stati Uniti. Questo, insieme a un’ulteriore riapertura della Cina, potrebbe far salire l’oro di circa il 10% a 2.000 dollari l’oncia.
Nello scenario migliore, l’oro potrebbe addirittura superare i massimi storici se la stagflazione continuasse a peggiorare e le banche centrali rinunciassero a un ulteriore inasprimento delle politiche. Ciò costringerebbe probabilmente gli investitori a non acquistare obbligazioni, azioni e valute, proprio come negli anni ‘70.
Nel peggiore per l’oro il prossimo anno prevede un ulteriore inasprimento della politica monetaria e nuovi importanti rialzi dei tassi d’interesse da parte della Fed, che si rifiuta di allentare le condizioni monetarie durante una recessione economica. Tuttavia, l’inizio di una recessione potrebbe parzialmente compensare gli effetti negativi dei tassi d’interesse elevati, suggerendo che il metallo potrebbe non soffrire così tanto come durante il sell-off di quest’anno.
In sintesi
I prezzi dell’oro potrebbero continuare a salire nei prossimi mesi dopo il forte rally di fine anno, alimentato dalle scommesse sul cambio di direzione della Fed e dal miglioramento del sentimento di rischio legato all’economia cinese. Inoltre, gli ultimi report dei media indicano una forte domanda di oro da parte delle banche centrali, che probabilmente continuerà nel 2023.
Shane Neagle è caporedattore di The Tokenist. Consulta la newsletter gratuita di The Tokenist, Five Minute Finance, per un’analisi settimanale dei principali trend nel campo della finanza e della tecnologia.