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Lululemon da comprare. Così ha battuto Adidas e ora sfida Nike

Pubblicato 13.04.2022, 15:04
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La società canadese di abbigliamento sportivo si caratterizza per forti tassi di crescita e di redditività, nettamente superiori ai concorrenti. Oltre il 50% dei capi sono venduti online dove il margine è doppio che nei negozi. La nuova iniziativa “Like New” per raccogliere e vendere l’usato.

In Borsa Lululemon vale più di Adidas.

Con un rialzo negli ultimi 12 mesi del 16%, Lululemon si impone all’attenzione degli investitori come il miglior titolo nel settore dell’abbigliamento sportivo, dove da tempo ha rubato la scena al colosso Nike (NYSE:NKE) (-6% negli ultimi 12 mesi). Se poi guardiamo la market cap, la società di Vancouver ha superato abbondantemente Adidas (46 miliardi di dollari contro 37,8 miliardi di euro), pur avendo un fatturato che è meno di un terzo di quello della società tedesca.
Osservando un rialzo del 600% negli ultimi cinque anni, contro il +123% di Nike, potrebbero sembrare giustificati i timori di chi invoca prudenza, ma non è questo il sentiment del mercato nei confronti di Lululemon, la società che ha saputo integrare nei suoi prodotti la comodità dell’abbigliamento sportivo e il richiamo di un brand della moda. Su 31 analisti che coprono il titolo, 18 raccomandano di comprare le azioni e solo due consigliano di vendere.
LULULEMON E NIKE: 5 ANNI DI QUOTAZIONI
LULULEMON E NIKE:

I giudizi di Bank of America (NYSE:BAC) e Goldman Sachs (NYSE:GS).

Bank of America considera Lululemon una delle migliori 10 idee di investimento per il secondo trimestre 2022, Goldman Sachs la indica come una delle società con maggiore pricing power, ovvero la capacità di adeguare i prezzi alla crescente inflazione senza correre il rischio di perdere quote di mercato.
L’azione Lululemon, quotata al Nasdaq, vale oggi 376 dollari e il target price medio degli analisti è 421 dollari.
Sono almeno tre i punti di forza di Lululemon che la rendono così attraente.
La capacità di coniugare la comodità dell’abbigliamento sportivo con l’eleganza. I suoi negozi (521 fra Usa, Canada e Gran Bretagna) non sono soltanto un posto dove acquistare dei capi, ma il punto di riferimento di una comunità di benestanti che sceglie un regime di vita salutare.
Il controllo totale della catena di approvvigionamento e distribuzione. Lululemon disegna internamente i suoi prodotti e li vende esclusivamente nei negozi di sua proprietà o sulla sua piattaforma di e-commerce.
Il forte sviluppo delle vendite online. Nell’ultimo esercizio, chiuso al 31 gennaio 2022, Lululemon ha realizzato il 50% delle vendite sulla sua piattaforma di e-commerce, dove il margine è all’incirca il doppio dei negozi fisici.

Redditività senza pari nel business dell’abbigliamento sportivo.


Lululemon vanta un tasso di crescita e una redditività che non hanno pari nel business dell’abbigliamento sportivo. Nell’ultimo esercizio, quello chiuso a gennaio 2022, i ricavi sono saliti del 40% a 6,2 miliardi di dollari. Il consensus degli analisti prevede per il 2022/’23 un’ulteriore crescita del 21% e del 15% per il 2024, il tutto con un margine operativo previsto in lieve crescita dal 22% al 22,7%.
Non c’è confronto con i dati di Nike. I ricavi di Nike sono cresciuti nel 2021 del 19% a 44,5 miliardi di dollari e le stime indicano per quest’anno un incremento del 5,1% con un’accelerazione a +12% nel 2023. Il margine operativo, che l’anno scorso è stato inferiore al 15%, dovrebbe raggiungere nel 2023 il 16,4%.

Multipli tirati o forti previsioni di crescita?


Con questi numeri, è ovvio che la quotazione di Lululemon si caratterizzi per multipli più “sfidanti”: il P/E calcolato sugli utili previsti per la fine di quest’anno è di 40,5 volte, contro le 33,6 volte di Nike e le 21,3 volte di Adidas. Il Valore d’impresa (Enterprise Value) di Lululemon è oggi pari a 6,1 volte i ricavi previsti per il 2022, contro le 4,1 volte di Nike. Questi multipli indicano che il mercato scommette che il forte tasso di crescita di Lululemon continuerà anche negli anni a venire.

La nuova piattaforma “Like New” per vendere capi usati.


Di sicuro il management, guidato dal Ceo Calvin McDonald, ha dimostrato una forte capacità di esecuzione delle sue strategie che si basano su visioni chiare e innovative del marketing. Ne è un esempio l’ultima iniziativa: dopo un anno di sperimentazione in Texas e in California, dal prossimo 22 aprile Lululemon lancerà in tutti i suoi negozi e sulla piattaforma online la formula “Like New”, ovvero la possibilità di restituire capi di abbigliamento Lululemon usati, ottenendo in cambio una tessera a punti da utilizzare per acquistare capi nuovi o altro usato. Ovviamente devono essere capi non deteriorati e sono esclusi intimo e altri indumenti troppo personali.
Con un’inflazione Usa al massimo degli ultimi 40 anni, quella di Lululemon sembra una risposta azzeccata per mantenere la fetta di pubblico più giovane, con minore capacità di spesa, che non vuole rinunciare a un marchio di abbigliamento diventato un modo di distinguersi.

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