Il dollaro USA ha continuato a cedere terreno contro gran parte delle altre valute perché, in vista della riunione del FOMC di domani, la propensione al rischio è rimasta per lo più positiva. Martedì mattina l’indice del dollaro ha perso un altro 0,14%, raggiungendo quota 96,39. La moneta unica è salita a 1,1355 (+0,15%) contro il dollaro e sta per testare il massimo di ieri a 1,1359. Anche le valute considerate beni rifugio sono in graduale rialzo, sia lo yen giapponese, sia il franco svizzero sono positivi. La coppia USD/JPY è scesa fino a un minimo pari a 111,16, mentre il franco svizzero si è stabilizzato intorno alla parità contro l’USD.
Fra le valute dei mercati emergenti, negli ultimi due giorni il rublo russo ha mostrato la performance migliore, sulla scia dei dati superiori alle attese riferiti al manifatturiero. A febbraio, la produzione industriale è cresciuta di un solido 4,1% a/a, a fronte dell’1,5% previsto. Potremmo ragionevolmente aspettarci che il RUB continui ad apprezzarsi nel medio-lungo termine, dato che sta lentamente svanendo l’eventualità delle sanzioni USA. La banca centrale russa (CBR) ha inoltre aumentato le riserve in oro, a scapito dei titoli del Tesoro USA. Negli ultimi 4 anni, le riserve auree della CBR sono cresciute di 880 tonnellate (+80%), e nel frattempo la banca ha diminuito di quasi il 90% le consistenze in titoli del Tesoro USA a lungo termine. Ciò non può che essere positivo per il rublo.