Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

L’USD si stabilizza in vista del rapporto NFP, le borse vanno al rialzo

Pubblicato 04.03.2016, 10:54
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
EUR/USD
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Fatta eccezione per lo yen giapponese, che stanotte ha limato le perdite per effetto dell’indebolimento dell’avversione al rischio, tutte le altre valute asiatiche hanno guadagnato terreno.

Il rafforzamento maggiore ha riguardato il won sudcoreano, che ha guadagnato l’1% contro l’USD.

Da lunedì, il KRW è salito di più del 3% contro il biglietto verde, perché gli investitori ora sono ottimisti sul futuro del paese. Nei primi due mesi del 2016, il won ha subito considerevoli pressioni al ribasso, man mano che aumentava la preoccupazione dei partecipanti al mercato sulle prospettive di crescita della Cina – il principale partner commerciale del paese - circostanza che ha innescato massicci deflussi di capitale.

Per il momento, consigliamo di rimanere prudenti sulla ripresa del won, perché le vicissitudini cinesi potrebbero generare altre sorprese. L’USD/KRW è passato di mano intorno a 1204; al ribasso, il supporto più vicino giace a 1190.

Nonostante le vendite al dettaglio deludenti, il dollaro australiano ha continuano a guadagnare terreno contro gran parte delle valute G10.

A gennaio, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,3% m/m, mancando il previsto 0,4% ma superando il rilevamento piatto del mese precedente. L’AUD/USD ha confermato la violazione della resistenza a 0,7243 e ora testa quella successiva, a quota 0,7385 (massimo 4 dicembre). L’AUD avrà bisogno di nuovi stimoli per superarla, perché questo livello rimane inviolato dall’agosto del 2015.

L’EUR/USD ha ripreso fiato intorno a 1,0950, dopo essere salito di circa l’1% giovedì. In un’ottica di breve termine, non ci sorprenderebbe assistere a un certo rialzo dell’euro, visti soprattutto i forti guadagni del dollaro a febbraio.

Cionondimeno, per il medio termine prevediamo che la moneta unica attraversi un’altra fase di pressioni al ribasso, perché nei prossimi mesi l’impostazione accomodante della BCE e il ritorno delle discussioni sul debito greco torneranno in primo piano.

Parlando di politica, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha affermato che la crisi dei migranti nell’UE non rappresenta una scusa per la Grecia per ritardare ulteriormente i pagamenti ai creditori.

Crediamo che questo tipo di commenti sia sintomatico del malfunzionamento a lungo termine dell’Unione Europea, in cui un gruppo di paesi continua a imporre una lista infinita di desideri all’altro, ancor di più dopo averlo costretto ad accettare un accordo umiliante per rimanere nell’Eurozona.

Forse Schaeuble dovrebbe considerare che la Grecia è in prima linea nella crisi dei migranti e che il paese se ne sta occupando per il resto dell’Unione Europea.

Oggi gli operatori monitoreranno il tanto attesto rapporto NFP, che costituisce l’ultimo dato sull’occupazione prima della prossima riunione del FOMC (16 marzo); la produzione industriale in Svezia; il PIL in Italia, Germania, Francia ed Eurozona; la produzione industriale in Brasile; la bilancia commerciale, il dato NFP e il tasso di disoccupazione negli USA.

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