IL CROLLO DELL'ORO: TASSI SU E ORO GIU’
La comunicazione che la Federal Reserve sta passando ai mercati circa una rimozione degli stimoli monetari ha provocato un terremoto sui rendimenti obbligazionari in tutto il mondo.
Tutto va però inserito in un contesto di rendimenti estremamente bassi dal punto di vista storico e quindi un Treasury a 30 anni al 4% non dovrebbe stupire gli investitori.
Quello che preoccupa sono le conseguenze che questo atteggiamento della Fed sta avendo su certi asset a rischio, in primis l’oro che soffre tremendamente la prospettiva di tassi reali positivi e la discesa dell'oro non è destinata a fermarsi.
L’emorragia dell’oro difficilmente si fermerà fino a quando i tassi americani non avranno raggiunto il livello sopra indicato nella parte lunga della curva.
La condizione posta dalla Fed per rimuovere il QE è però il miglioramento del mercato del lavoro. Proprio nella settimana entrante (il 5 luglio) conosceremo il tasso di disoccupazione e i Non Farm Payrolls; sempre nella stessa settimana attenzione a ISM manifatturiero (1 luglio), bilancia commerciale e ISM servizi (3 luglio)
DI NUOVO UN’ESTATE APPESI A DRAGHI
Questo è il destino della moneta unica europea a causa dell’assoluta inconsistenza politica dimostrata dai leader dell’Unione finora. Il meeting della Bce del 4 luglio (assieme a quello della Boe) rappresenta il principale appuntamento di una settimana in cui i soli dati degni di interesse sono rappresentati dai Pmi manifattura e servizi previsti in uscita il 1 luglio e 3 luglio.
Per EUR/USD la prova della verità rimane l’area di 1.28, zona di transito della neck line del potenziale testa e spalla ribassista.
I TASSI AUSTRALIANI
E’ di nuovo tempo di parlare di tassi ufficiali in Australia attualmente al 2.75%. il meeting della Rba arriva in concomitanza con uno dei più pesanti sell off dell’Aussie dal 2008 complici anche le delusioni che stanno arrivando dai prezzi delle commodities in costante calo.
Tecnicamente però ci sembra di intravedere la concreta possibilità di un rimbalzo. I tre minimi realizzati da maggio hanno assunto le sembianze delle onde di Wolfe rispettando i requisiti previsti dal pattern con la 4 che è entrata nel territorio della 1 e la 1-3-5 unita da una trendline.
Il segnale bullish è scattato ad inizio settimana e quindi entriamo long con target area 0.96.
TRADE DELLA SETTIMANA
Osservando vari grafici di lungo periodo (primo fra tutti quello basato sulle Ichimoku cloud) ci sono pochi dubbi sul fatto che EUR/NOK ha di fatto interrotto il suo bear market e sia destinato a livelli ben superiori a quello attuale.
Ci sono però momenti in cui si aprono statisticamente delle finestre favorevoli di trading che possono essere sfruttare per cogliere determinati movimenti di mercato in controtendenza.
Crediamo che su EUR/NOK sia arrivato uno di questi momenti dove l’analisi tecnica e statistica si combinano alla stagionalità.
Stagionalmente infatti, il settimo mese dell’anno è eccezionale per la corona norvegese visto che EurNok è sceso in ben 10 occasioni su 10.
La colonna del mese di luglio della stagionalità infatti è completamente rossa con una variazione media del -1% che potrebbe fare la felicità di chi lavora a leva nel mercato forex.
Dal punto di vista statistico invece lo spread tra spot e media a 200 giorni è salito oltre le due deviazioni standard rispetto alla media storica, un segnale che nel 2008 confermò l’avvio di un bull market EurNok, ma nello stesso favorì nel breve una correzione piuttosto violenta ed illusoria. Questa combinazione ci spinge quindi ad entrare short.