Un saluto ai lettori di Investing.com.
In questo brevissimo articolo farò una panoramica tecnica sul cambio AUD/USD.
Anno positivo
Salvo improvvisi sconvolgimenti del mercato, dopo quattro anni negativi, il 2017 dovrebbe chiudersi in positivo per il dollaro australiano.
Attualmente – infatti – il cambio Aud/Usd sta registrando un rialzo di circa il 6,5% da inizio anno, in discesa (nell'ultimo trimestre 2017) da quota 0,8125 toccata nel mese di settembre, periodo in cui è andato a superare abbondantemente i massimi del 2016; nel momento in cui scrivo si trova intorno ad area 0,7680.
Lungo periodo
Sul grafico bimestrale riportato sopra, ho individuato una trend line rialzista che collega dei minimi decisamente importanti, infatti, i primi due minimi sono quelli del 2001 (bolla tecnologica) e del 2008 (bolla dei sub-prime), che rappresentano i più forti ribassi di mercato degli ultimi 15-20 anni.
Il prezzo non si è ancora ripreso dal minimo registrato nel 2016 e possiamo notare come il cambio, da più di due anni, sia “incollato” alla trend line; per il momento non sembra dare segnali di ripartenza al rialzo.
Alla luce di queste considerazioni puramente tecniche, ritengo che, per poter impostare un’operazione (in qualsiasi direzione) di lungo periodo su questo cambio, sia indispensabile attendere un chiaro segnale di forza di una delle due valute; un ulteriore rafforzamento del dollaro americano (con una forte rottura al ribasso della trend line) o un deciso rimbalzo rialzista in favore del dollaro australiano.
Spunto operativo per il 2018
Partendo dal minimo di inizio 2016, sul grafico settimanale si nota un andamento rialzista sottolineato da questa trend line che congiunge i quattro minimi crescenti registrati negli ultimi due anni.
Dal punto di vista tecnico la situazione sembra interessante visto che, se alla fine della settimana in corso il cambio dovesse registrare un buon rialzo con chiusura sopra i massimi della scorsa settimana, a mio parere, potrebbero esserci le condizioni per valutare un’operazione long con stop loss sotto i minimi in area 0,7500.
Nel primo trimestre 2018 il prezzo potrebbe ritornare sui massimi di settembre 2017 in area 0,8125 (primo target) e, in seguito, andare anche oltre, verso area 0,8440.
Se invece il prezzo – da qui alle prossime due o tre settimane - dovesse rompere (in maniera decisa) al ribasso la trend line rialzista, invalidando la tenuta di un supporto dinamico vecchio di due anni, si prospetterebbe, almeno per la prima metà del 2018, uno scenario laterale-ribassista; in quel caso un probabile primo target potrebbe essere area 0,7160.
Commentando il grafico bimestrale, però, ho fatto notare come il prezzo sia anche in prossimità di una trend line ben più importante di quella settimanale, pertanto, anche in caso di rottura di quest'ultima, in questo momento, non me la sentirei di valutare posizioni short.
Conclusioni
Dal lato tecnico, la mia idea su questo cambio - per il prossimo trimestre - è più rialzista che ribassista, anche se non ho ancora le conferme che mi porterebbero ad aprire posizioni long.
In ogni caso, indipendentemente dalla direzione, com’è d’obbligo per un'operatività più solida, bisognerà valutare, sul momento, la qualità dei movimenti che si andranno a manifestare, in relazione al contesto politico-economico e alle manovre future della RBA e della FED sui tassi di interesse.
Tutti i livelli di prezzo citati nell'articolo sono considerati "aree di prezzo" e NON sono da ritenersi precisi "al pip". Rappresentano piuttosto quello che può essere il livello medio di un determinato range di prezzo dato dalla momentanea volatilità dello strumento finanziario in questione.
Grazie per la vostra attenzione