Considerazioni di analisi tecnica
Dopo quel vigoroso +3,37% fatto registrare il 4 gennaio dal nostro indice principale, con la successiva tenuta di area 18800, si erano creati i presupposti per un rimbalzo che avrebbe potuto proiettare i corsi anche fino in area 20500.
Ebbene… Martedi, superando le aspettative (pox 40%), si è arrivati a toccare il max a 21483 punti con la chiusura di ieri attestatasi a 21.330 che equivale ad un +16,48% dall’ultimo prezzo del 2018.
Shenzhen +36,33%, Shanghai +24,39%, Atene +16,63%, Nasdaq +16,60%, Parigi +13,08%, Lisbona +11,28%, Dow Jones +10,62%, Madrid +10,14%, Francoforte +9,89%, Londra +6,03%
Guardando al "mondo intero" ci si accorge che tutte le piazze in questi primi 75gg dell’anno hanno realizzato ottimi risultati con alcune performance (vedi Milano) comparabili con le migliori aspettative di un futuro “boom-economico”.
Se infatti escludessimo il periodo della “New-Economy” 1997-00 (Bolla Dot-Com) quando le prospettive future salirono alle stelle grazie alla rivoluzione tecnologica (un computer per ogni famiglia, un cellulare nella tasca di ognuno di noi e il “fai tutto da casa” o “vendi al mondo” tramite Internet), nell’ultimo ventennio, il miglior risultato annuale del nostro indice è stato del 19,00% circa (+19,85% nel 2017 e +19,47% nel 2009), quello del Dow Jones del 25,00% circa
Quindi veniamo alla domanda principale: qualcosa sta cambiando rispetto a 3 mesi fa? A mio modesto parere la risposta è NO!
Nonostante il Grande Capo possa far continuare la corsa dell’indice meneghino ancora un po’ i target ribassisti rimangono sempre area 17800 (90% pox), e area/fascia 16000-15000 (ora 55% pox)
Se infatti guardassimo per l’ennesima volta alcuni aspetti macro, perlomeno, ne risulterebbe che:
A) nonostante gli sforzi effettuati dalle banche in merito agli NPL il sistema ha ancora dei punti irrisolti con il rapporto debito/PIL Italia che rimane una mina vagante
B) Brexit – Nonostante il caos, modalità e tempistiche, il Regno Unito lascera’ l’EU con tutto quello che ne conseguirà
C) Dazi o meno l’economia americana è destinata a rallentare (Cina stabile) e mentre un accordo USA-Cina sposterebbe di “un nulla” gli equilibri, un mancato accordo invece peggiorerebbe la situazione
D) secondo le ultime stime le previsioni di crescita 2019-2020 non sono delle migliori: Stati Uniti dovrebbero passare dal 2,5% di quest’anno all’ 1.80% del prossimo, Cina stabile al 6,2% e l’Eurozona, in leggerissimo aumento, da 1,6% a 1,7% con l’Italia allo 0,90% nel 2020
Inoltre, dando uno sguardo anche ad altri due fattori si nota che:
A) il rendimento del Treasury Americano a 2 anni da qualche tempo ha superato quello a 5 anni (per ora si mantiene piatto rispetto al 10)
B) Al rialzo iniziato a Gennaio non e’ corrisposta una diminuzione delle posizioni nette corte sul nostro indice, che invece rimangono di grande entità
Concludendo. Nonostante tutto quanto sopra, vista l’attuale impostazione tecnica eviterei operazioni “contro-trend” a meno che il FTSE MIB non raggiunga area-fascia 22000-22600 (pox salite al 30% e 5% di superarla). I primi segnali di indebolimento si avranno sotto 20800 punti
Oltre ai 2 titoli “consigliati”:
RECORDATI (MI:RECI) (ora +25,00% circa da prezzo ingresso di 29,50).
Target price area 40,00 (ed eventuale superamento massimi storici)
Strategia: mantenere con stop profit a 35,90 (+22% circa) e chiusura posizione in area 40,00
Rientrare a superamento confermato dei 41,00
A2A (MI:A2) (ora +2,00% circa da prezzo ingresso di 1,57)
Target price area-fascia 2.40-2.50 Strategia: Stop Loss a 1.52 (ora tassativo) altrimenti attendere la rottura confermata di 1,75 per entrare (per chi ovviamente già non lo avesse fatto)
ci sarebbero altri due titoli che potrebbero offrire ancora qualche spunto:
STM (PA:STM) primo target price area 16,00
Strategia: entrata al superamento confermato di 14.70 con Stop Loss tassativo a 13,15
TENARIS (MI:TENR) target price fascia 14,50-15,00
Strategia: entrata al superamento confermato di 12,65 con Stop Loss tassativo a 12,10