Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

Mercati finanziari settimana del 14 settembre

Pubblicato 13.09.2015, 10:46
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Settimana interlocutoria con i principali indici al tentativo di ripristino rialzista, solo parzialmente riuscito.

La voglia di ritornare a comprare non sembra ancora manifestatasi appieno, ma non sembrano neanche esserci indicazioni di ulteriori pesanti affondi nel breve. Una sorta di pausa, utile a smaltire i precedenti affondi ed in attesa della riunione della FED in settimana. Secondo gli analisti, le probabilità di un aumento dei tassi già a settembre è di circa il 30%.

Buona settimana per molte materie prime, soprattutto agricoli e metalli industriali. Tra i nuovi dati su produzione e scorte ed i rinnovati timori per “El Nino” mettono a segno buoni incrementi, che allentano la pressione ribassista e aprono le porte quantomeno ad un proseguimento del rimbalzo.


Usa: alla fine tra gli indici più tonici, presumibilmente proprio sulla scommessa che i tassi non verranno aumentati già da settembre. Vendita di dollari in settimana a supporto della ipotesi. Tecnologici e quindi Nasdaq più brillanti della media, con i prezzi che terminano in pressione sulle prime resistenze rilevanti. Area 4000 ora una soglia di supporto più robusta. Quadro grafico che rimane dubbio dopo il pesante affondo di due settimane fa, ne sapremo probabilmente di più a fine settimana dopo la riunione FED

Europa: il PIL europeo secondo trimestre 2015 rivisto leggermente al rialzo, +0,4% rispetto al precedente +0,3%. Bene anche le esportazioni tedesche a +2,4%, ben oltre le attese. Dax che tenta un recupero in settimana, che svanisce sul finire. Si è formata una nuova resistenza intermedia (10500), proprio sul picco della settimana. Possibile a mio avviso tentare un acquisto ragionevole per trading da area 9800, in caso di raggiungimento e di segnale almeno sul giornaliero.



Grecia che andrà a nuove elezioni il 20 settembre, e intanto ha messo a segno un +8% nel solo mese di settembre, in decisa controtendenza. Siamo sempre vicini ai minimi a 17 anni (ed a -90% dai massimi del 2009), ma chissà che tutto il peggio non sia stato in gran parte scontato su questo indice. Per ora solo un rimbalzo (da un potenziale doppio minimo di lunghissimo periodo), ma da cominciare a monitorare. Sotto il grafico dell’ETF GRC, che replica le 20 blue chips del mercato greco

Italia: dopo la disoccupazione in ribasso, altri due dati positivi per l’Italia: consumi a luglio a +2,1% (miglior incremento dal 2010) e produzione industriale a +1,1%. Indice che fallisce un primo attacco alla resistenza di 22.500, ritornando quasi al punto di partenza. Siamo ora a metà strada tra supporti e resistenze di breve periodo, in una chiara fase di stabilizzazione. Eventuali ritorni in area 21.000/21200 rimangono sempre una buona opportunità di entrata per trading

Asia: il Pil giapponese scende dello 0,3% sul trimestre precedente, ma il governo prosegue negli stimoli e promette taglio delle tasse sui profitti aziendali. Indice che rimbalza dalle prime soglie di supporto, dopo aver fatto nuovi minimi di periodo in settimana:


Cina che vede un nuovo crollo delle esportazioni in agosto (-13,8%, attese -8,2%). Indice impegnato nel tentativo di difendere la riguadagnata quota 3000, ma senza evidenti spunti rialzisti. Tra gli asiatici rimane quello più complicato da approcciare, anche per trading stretto. Per ora solo evidente una decisa riduzione della volatilità, estrema nelle precedenti settimane.

Latin America: la notizia del downgrade di S&P sul Brasile a livello “junk” (spazzatura) non sorprende più di tanto i mercati, con l’indice brasiliano che chiude sostanzialmente stabile e non lontano dai recenti minimi di periodo. Nessuna nuova indicazione, ma chissà che nel breve non possa beneficiare di un eventuale proseguimento del rimbalzo delle materie prime.


Metalli: nessuna novità per i metalli preziosi che proseguono deboli e vicini ai minimi, mentre buona settimana per i metalli industriali, in particolare per il Rame (+6,1%). Una importante azienda del settore (Glencore) ha deciso di sospendere la produzione in due importanti miniere africane, togliendo dal mercato circa 400.000 tonnellate. Non è il primo evento in tal senso, ma certo il più eclatante per importanza. Prezzi in rally di breve, e prima area di verifica in area 257. In caso di ritracciamenti, area 225 tiene in piedi le possibilità di ulteriori recuperi. Interessante la netta divergenza rialzista sull’RSI

Agricoli: qui è il Corn protagonista, con un prepotente rialzo venerdì sui dati Wasde, che mostrano riduzione di rese, raccolti e stock ben oltre le attese. Il picco di Luglio a 450 (poi interamente riassorbito) aveva allentato la pressione ribassista, ora vi è un tentativo di ripristino al rialzo con primi livelli di verifica a 400/415 e supporti a 360.


Bene anche lo Zucchero sulle sfavorevoli condizioni meteo brasiliane, che estende il rimbalzo per la terza settimana consecutiva. Ora prezzi sul primo livello di resistenza (12,60), ma in caso di immediato proseguimento sono possibili estensioni in picco fino a 13.50 circa, dove vi sono fortissime resistenze di medio periodo.


Potrebbe essere una lunga fase di accumulazione quella sul Cotone, ma se questo è vero i prezzi non devono scendere sotto 60.72. Si dovesse andare al rialzo, le prospettive potrebbero essere molto interessanti, anche area 75

Energia: i dati settimanali sugli stock mostrano ancora un aumento, ed il Petrolio interrompe la fase rialzista di breve. Intanto Goldman Sachs ipotizza anche uno scenario di 20$ al barile nel tempo (un ulteriore -50%). Non che sia da escludere guardando al grafico depresso, ma qualche anno fa aveva previsto un rialzo fino a 200$, mai verificatosi. Per ora situazione grafica che non muta, nel breve più probabile una fase di assestamento più stretto tra i supporti e le resistenze evidenziate.

Eur-Usd: chiusura ad 1,1335 (+1,7% settimanale) e prezzi di nuovo in prossimità del test di area 1,15, parte superiore del trading range di medio periodo (1,08-1,15). Per ora nessun sostanziale cambiamento, ma probabile che vedremo importanti fluttuazioni di prezzo sulla prossima sulla riunione FED in settimana


​Riccardo Zarfati

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