Settimana di normalizzazione sui mercati, che consolidano i guadagni della precedente senza tentare ulteriori sortite rialziste.
E’ mancato un catalizzatore positivo, ed il flusso di dati macro arrivati ha certamente reso più cauti gli operatori. Dal crollo delle importazioni cinesi del 20% al dato ZEW di fiducia sull’economia tedesca (spesso un buon anticipatore del PIL) in fortissima contrazione. Dati coerenti per la produzione industriale di Usa, Europa e Giappone, tutti negativi all’ultima rilevazione mensile.
Poco o nulla cambia dal punto di vista dei livelli tecnici. Il rimbalzo delle ultime 3 settimane è ancora da considerarsi correttivo dopo il crollo di agosto, e credo sia ancora presto per etichettarlo come inizio del “tradizionale” rally di fine anno.
Usa: l’inflazione all’1,9% è sostanzialmente in linea con il target della FED, chissà che questo non aiuti a prendere quella decisione sui tassi attesa da tempo. Più negative (Goldman, JP Morgan, Intel) che positive (Citigroup) le trimestrali dei maggiori gruppi, ed un istituto di ricerca prevede che questo trimestre vedrà una contrazione media degli utili societari di -5,5%. Prezzi nell’area delle resistenze vicine al test della ex trendline rialzista. MACD che prova a girarsi in positivo, ma non ha ancora incrociato al rialzo. Cautela da questi livelli, più rischi che opportunità nel breve.
Europa: chiusure poco mosse per i principali indici, tutti attorno alla parità. Fase di stabilizzazione probabilmente ancora non terminata, possibili ulteriori saliscendi settimanali senza una chiara direzionalità. Dax che tenta di risalire la china, per ora senza grandi slanci. Invariati i livelli tecnici, con 10.500 e poi 10.700 le resistenze chiave. Al ribasso possibile tentare qualche acquisto per trading stretto da area 9650. Da segnalare l’incrocio ribassista sulle medie mobili. Nelle fasi rialziste è spesso un ottima occasione di entrata al rialzo (vedi Nov 2014), presto per dire se anche questo sia il caso.
Italia: chiusura sopra i 22.300 e siamo sempre in prossimità del primo livello di resistenza di area 22.500. Quadro tecnico assolutamente invariato: in caso di estensione rialzista, 23.000 il livello successivo che potrebbe essere molto ostico da superare in prima battuta. In questa fase possibile alzare i livelli di supporto principali, a 21.000 e 20.500
Asia: pochi movimenti anche in oriente, con l’eccezione della borsa cinese (+6,5%) che recupera i guadagni non fatti nella lunga chiusura precedente per festività. Chiusura in prossimità della prima resistenza di area 3400. Poco sopra vi è un gap settimanale che dovrebbe essere chiuso nel tempo, vediamo se già dalla prossima settimana o se proseguirà ancora questa fase di assestamento dopo i pesanti affondi.
Latin America: Brasile in solitaria discesa (-4,2%) tra i principali indici mondiali, legato a doppio filo con le sorti della sua moneta, ancora in svalutazione questa settimana seppure sopra i minimi. Si ridiscende con precisione dalle resistenze evidenziate, ora più probabile un re-test dei 45.000 punti, da dove per trading si potrebbe a mio avviso tentare in caso di raggiungimento e successiva reazione
Metalli: ancora una buona settimana per Oro ed Argento, che estendono ancora il rialzo della settimana precedente. Presto per dire che sia iniziata una fase rialzista per l’Oro (vedi qui analisi più dettagliata) e prezzi ora al test della media mobile più lenta, che potrebbe contenere i rialzi nel breve. Solo oltre 1200 allentamento della pressione laterale-ribassista ancora vigente. Poche variazioni sui metalli industriali.
Agricoli: deboli Frumento e Corn (vedi qui analisi video Heikin Ashi), in rialzo la Soia (+1,6% settimanale). Rimaniamo in prossimità dei minimi a 6 anni, ma i grains sono l’unico settore agricolo dove Goldman Sachs vede uno stop ai cali per i prossimi 12 mesi (ma non una crescita dei prezzi, una sostanziale stabilità). Scenario a mio avviso più che probabile, magari da sfruttare per trading stretto una volta più chiara la banda di oscillazione.
Energia: scorte in aumento e produzione Opec ai massimi dal 2012. Stavolta il mix fa scendere i prezzi, che accusano un calo del 4,8%, ma senza affondare. Situazione tecnica che non varia, ora sempre più probabile una fase di assestamento tra 44 Usd e 55 Usd (con 50 prezzo di possibile equilibrio nel periodo) che potrebbe durare diverse settimane.
Eur-Usd: rimane in equilibrio anche la situazione per euro-dollaro, con i prezzi che in settimana hanno testato la resistenza di 1,15 per l’ennesima volta per poi ridiscendere e chiudere la settimana in sostanziale pareggio. Un movimento che per il momento non aggiunge nulla alla situazione laterale- rialzista in essere nel medio periodo. Ora abbiamo una sorta di triangolo che presto sarà rotto in una direzione o nell’altra: trend primario ancora ribassista, quindi le probabilità pendono più per una rottura verso il basso. Solo chiusure settimanali oltre 1,15-1,16 potrebbero modificare il quadro.
Riccardo Zarfati