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Mercati timorosi, cala la propensione al rischio. Perché?

Pubblicato 06.12.2017, 10:11
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

La propensione al rischio, dopo un temporaneo rinvigorimento, ha subito una nuova battuta d’arresto.

La paura di un “impeachment” del Presidente Trump e l’attesa per la definitiva approvazione della riforma fiscale stanno frenando l’entusiasmo.

Sul fronte fiscale è vero, la riforma è stata approvata al Senato, ma è ancora presto per cantare vittoria perché i Repubblicani di Camera e Senato dovranno trovare un accordo sul disegno di legge definitivo.

E’ per questo motivo che i tori del Dollaro stentano a decollare, evidentemente sono in attesa di capire che tipo di riforma verrà approvata.

Volgendo lo sguardo al comparto azionario pare che tanti investitori abbiamo deciso di chiudere posizioni long e incassare.

Forse siamo di fronte all’assunto "buy on rumor, sell on news" ed ecco che l'SP 500 chiude in territorio negativo per la terza sessione consecutiva.

Questo ridimensionamento della propensione al rischio si riflette sull’obbligazionario a più lungo termine, tant’è che il rendimento del bond a 10 anni è tornato decisamente sotto il 2,40%. Che significa? Che la curva dei rendimenti si sta appiattendo ulteriormente, basti pensare che lo spread tra le scadenze a 2 e 10 anni si è ulteriormente ridotto a 53 punti base.

Se questa situazione non cambia, è chiaro che il Dollaro stenta a trovare spinta propulsiva.

Wall Street chiudeva la sessione del martedì con delle perdite, segnaliamo in particolare lo S&P 500 -0,4% a 2630 punti. I mercati asiatici sono stati negativi su tutti i fronti, con il Nikkei che perdeva il 2,0%, anche i mercati europei hanno aperto in territorio negativo.

Nel Forex si percepisce chiaramente la minore propensione al rischio, lo si evince da un rialzo delle quotazioni dello yen del franco svizzero.

La sterlina resta sotto pressione per le vicende Brexit (la questione Irlanda del Nord è assai spinosa), mentre il dollaro australiano è la majors che ha perso più terreno, anche se il PIL australiano è cresciuto del + 0,6% nel terzo trimestre (ma è stato più più debole del previsto + 0,7%).

Ovviamente stiamo registrando una ripresa delle quotazioni dell’oro, che recupera parte delle perdite degli ultimi giorni, mentre il petrolio stenta a ritrovare vigore.

Sul fronte macro economico oggi si presterà molta attenzione al dato americano dell’ADP (ore 14:15) per il quale ci si aspetta un valore di 191.000.

Sappiamo che si tratta di un dato che molti considerano un'indicazione sul possibile andamento dei libri paga non agricoli del venerdì.

Alle ore 16 spazio alla politica monetaria della Banca del Canada ma non dovrebbero esserci variazioni del tasso d’interesse (1,00%).

Si proseguirà con le scorte di petrolio (ore 16:30) per le quali ci si aspetta un calo di 3,5 milioni di barili (-3,4 milioni la scorsa settimana), le scorte di distillati dovrebbero aumentare di 1,5 milioni di barili (+2,8 milioni la scorsa settimana) e le scorte di benzina dovrebbero aggiungere 0,8 milioni di barili (+ 3,6 milioni la scorsa settimana).

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