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Meta licenzia e taglia i costi: spese da ridurre del 10%

Pubblicato 22.09.2022, 14:00
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
Secondo il Wall Street Journal non saranno licenziamenti di massa, ma tagli soft mirati su determinati progetti. La necessità di fronteggiare il calo della pubblicità. Anche Google (NASDAQ:GOOGL) manda a casa i dipendenti

Zuckerberg vuole risultati entro la fine dell’anno.

Non saranno licenziamenti di massa, ma riduzioni mirate di forza lavoro in determinate aree e su determinati progetti. Messo alle strette dalla flessione dei ricavi, Mark Zuckerberg ha avviato un piano di tagli a Meta Platforms con l’obiettivo di arrivare a ridurre le spese del 10% entro la fine dell’anno. Lo ha riferito il Wall Street Journal in un articolo pubblicato mercoledì 21 settembre che ha suscitato non poco clamore nella Silicon Valley. Anche perché la ex Facebook (NASDAQ:META) non è la sola, fra i giganti tech, a impugnare le forbici.
Con lo stesso tono soft, anche Google ha avviato una riduzione dei costi che passa attraverso la non conferma degli stagisti e il ridimensionamento o la chiusura di alcune divisioni. Meta e Google hanno scelto di operare con le stese modalità. Dopo l’annuncio che un certo dipartimento sarà chiuso, ai lavoratori interessati viene concesso un periodo di tempo in cui cercare di ricollocarsi in altre aree all’interno della società (30 giorni per i dipendenti di Meta, fra i 60 e i 90 giorni per quelli di Google). Dopodiché le persone che non hanno trovato un nuovo ruolo devono lasciare l’azienda.

L’economia frena, cala la raccolta di pubblicità.


Per Meta non si tratta di una sorpresa. In una conferenza stampa a luglio il Ceo Zuckerberg aveva dichiarato: “Il nostro piano prevede di ridurre costantemente la crescita dell'organico nel corso del prossimo anno. Molti team si ridurranno in modo da poter spostare le energie in altre aree”. E poi, in modo molto esplicito aveva aggiunto: “Mi aspetto che riusciamo a fare di più con meno risorse”.
Meta deve fronteggiare il prevedibile calo degli investimenti nella pubblicità digitale, che rappresenta il 98% delle sue entrate. La prospettiva di un rallentamento marcato dell’economia americana (ieri la Fed ha annunciato che il rialzo dei tassi andrà avanti per un periodo prolungato) avrà come conseguenza la riduzione dei consumi e la riduzione della spesa per pubblicità da parte delle aziende.
Per Meta, il rallentamento dell’economia va ad aggiungersi agli altri due problemi che hanno marcato negativamente il primo semestre del 2022: le nuove regole di Apple (NASDAQ:AAPL) sulla privacy, che rendono più difficile per le piattaforme social mettere a disposizione degli investitori pubblicitari i dati personali dei proprietari di iPhone, e la concorrenza di TikTok.

In Borsa Meta segna il minimo da dicembre 2018.

Nel secondo trimestre per la prima volta Meta ha registrato un calo del fatturato sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le spese sono salite del 22% a 20,4 miliardi di dollari. Ieri la quotazione di Borsa di Meta è scesa a 142,12 dollari, minimo dal dicembre 2018. Dall’inizio dell’anno il titolo ha perso il 58%.
I risultati del terzo trimestre di Meta saranno annunciate all’inizio di novembre. Il consensus degli analisti prevede un calo dei ricavi a 27,6 miliardi di dollari da 29 miliardi del terzo trimestre 2021 (-4,8%) e una contrazione dell’utile a 5,1 miliardi da 9,1 miliardi (-44%).
Annunciata da tempo, la decisione di Meta di procedere a una riduzione dei costi va nella direzione auspicata dagli analisti che continuano a giudicare con favore le possibilità di recupero del titolo. Su 55 esperti che seguono Meta, ben 41 raccomandano di comprare le azioni. Oggi Meta capitalizza in Borsa 382 miliardi di dollari, quindi vale soltanto 14,5 volte gli utili attesi nel 2022, contro un P/E medio dell’indice S&P 500 di 17 volte.
La media dei target price è 222,7 dollari, prezzo che implica una previsione di rialzo del 56% nei prossimi 12 mesi.

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