Market Brief
La decisione della PBoC di fissare la quotazione ufficiale dell’USD/CNY a 6,5118, in calo dello 0,30%, ha contribuito a far migliorare significativamente la propensione al rischio. Di conseguenza, i mercati azionari regionali asiatici hanno iniziato la settimana all’insegna di una maggiore stabilità, i mercati della Cina continentale hanno aperto grossomodo piatti. Il Nikkei giapponese ha guadagnato il 7,16%, il più ampio indice Topix è lievitato dell’8,02%. Dopo essere rimasto chiuso per tutta la settimana, il mercato si aspettava massicce vendite sui titoli cinesi, ma sembra che l’intervento della PBoC sia stato sufficiente a rassicurare gli operatori; l’indice composito di Shanghai ha guadagnato lo 0,42%, quello di Shenzhen lo 0,17%. Altrove, a Hong Kong l’Hang Seng ha guadagnato il 2,97%, l’STI di Singapore il 2,63%, in Australia e Nuova Zelanda le borse sono salite rispettivamente dell’1,64% e dell’1,69%, il Kospi sudcoreano ha guadagnato l’1,47%. Gli asset ritenuti sicuri hanno accusato il colpo legato al miglioramento della propensione al rischio, con l’oro in calo dell’1,67% e l’argento del 2,97%. In Europa, i future puntano a un’apertura in rialzo, gran parte degli indici mostra un rialzo di circa il 2%. Sul forex, le valute considerate rifugi sicuri cancellano i guadagni della settimana scorsa in scia al miglioramento della propensione al rischio. Lo yen giapponese è stato colpito duramente dopo la pubblicazione dell’ultima revisione del PIL riferito al quarto trimestre del 2015. L’economia giapponese si è contratta dello 0,4% t/t (dato destagionalizzato) o dell’1,4% (tasso annuo destagionalizzato), deludendo le attese, pari rispettivamente al -0,2% e al -0,8%. Prevediamo quindi che la BoJ allenterà ulteriormente la sua politica monetaria, molto probabilmente alla prossima riunione di politica monetaria del 15 marzo. Da giovedì scorso, l’USD/JPY viene scambiato con un’inclinazione positiva e al momento si dirige verso il livello a 114. La coppia troverà la prossima resistenza intorno a 115,50 (supporto precedente, ora resistenza). Tuttavia, poiché i mercati statunitensi sono chiusi per la festività del President Day, non ci aspettiamo grossi movimenti, perché oggi la liquidità rimane sotto la media. Anche il franco svizzero ha lasciato sul campo i guadagni precedenti, perché gli operatori hanno ricaricato i lunghi in USD. Con il ritorno della propensione al rischio sui mercati finanziari, anche le valute dei mercati emergenti si sono apprezzate, il rublo russo ha guadagnato più dell’1% contro il biglietto verde, l’USD/RUB è tornato sotto i 78 rubli per 1 dollaro. Anche le divise legate alle materie prime hanno tratto vantaggio da questa situazione, con AUD, NZD, CAD e NOK tutte in rialzo contro l’USD, a dispetto del consolidamento dei prezzi del greggio. Con tutta probabilità oggi il forex si consoliderà perché i mercati statunitensi sono chiusi; tuttavia, il discorso al parlamento UE di Mario Draghi, in programma intorno alle 14:00, potrebbe interrompere la stabilizzazione in atto sui mercati finanziari. Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione in Turchia; i depositi a vista nazionali in Svizzera; il discorso di Draghi al parlamento UE a Bruxelles; la bilancia commerciale dell’Eurozona. |