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Morning adviser, dollaro in spolvero

Pubblicato 10.10.2013, 08:46
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Davide Marone 10 ottobre 2013

INTRO

Ieri, e diremmo finalmente, il mercato nel suo complesso ci ha restituito movimenti che possiamo definire lievemente direzionali e sensati dal punto di vista correlativo seppure con più di un’eccezione. In particolare il flussi in entrata per il dollaro americano sono stati piuttosto univoci su valutario, commodities e solo in parte su azionario.

Dollaro comprato e sterlina protagonista

In un mercato valutario dollaro centrico, un grande vantaggio a livello operativo si presenta proprio quando le dinamiche relative al biglietto verde sono concertate e anzi ci offrono la possibilità di sfruttare meccanismi anticipatori su un cambio rispetto ad un altro, dati naturalmente i presupposti tecnici. Nella giornata di ieri, a partire dalle primissime ore del mattino, avevamo infatti assistito ad acquisti di greenback contro yen (ancora una volta con perfetta correlazione con il Nikkei, tra le poche ancora veramente affidabili) e in parte contro le commodities currencies che ci avevano consentito di individuare possibili spunti di logiche simili per l’eurodollaro, il cable, il dollaro/franco e il dollaro/canada il cui clou delle contrattazioni comincia evidentemente con l’arrivo degli operatori europei ai desk. Se poi, come nel caso della sterlina, si aggiunge la pubblicazione di dati macroeconomici su Produzione Industriale e Manifatturiera pessime rispetto alle attese (rispettivamente a -1,5%vs-0,6%exp e -0,2%vs +1% su base annuale),l’effetto può diventare esplosivo come si è visto dal movimento proprio del cable che ha messo a segno un’ulteriore figura al ribasso arrivando sugli importantissimi supporti a 1,5915. A proposito della divisa britannica, ricordiamo che oggi ci sarà la Bank of England che comunicherà la decisione sui Tassi di riferimento e sul Quantitative Easing totale. In questo senso non ci aspettiamo particolari sorprese, né su un fronte né sull’altro come già più volte spiegato e motivato. Ciò non esclude la possibilità di assistere a volatilità che va incrementandosi e che potrebbe acuire il movimento discesista per la sterlina che tecnicamente mostra ancora i presupposti per indebolirsi ulteriormente.

Risk on/ Risk off, solo in parte

Come avrete notato, siamo tornati da qualche giorno a parlare di risk on/risk off, espressioni molto inflazionate non più tardi di un annetto fa e che hanno rappresentato straordinarie chiavi interpretative dei movimenti di prezzo e di conseguenza per l’implementazione di scelte operative che alle valutazioni meramene tecniche aggiungevano un elemento di conferma tutt’altro che ininfluente. Le questioni macro che tengono banco in questi giorni lascerebbero naturalmente pensare alla verosimiglianza di osservare ad ampie vendite di rischio; ci riferiamo evidentemente ai temi Usa, shutdown e debt ceiling, questioni sulle quali un accordo tra repubblicani e democratici sembra tutt’altro che vicino. Teoricamente una vera escalation della crisi sulla politica fiscale USA dovrebbe spingere il dollaro in giù, così come è vero che un compromesso potrebbe invece permettergli un vero e proprio rally (i mercati stanno con buona probabilità prezzando questo scenario, osservando la giornata di ieri). Non va dimenticato che prendendo in considerazione gli ultimi 6 mesi il dollaro americano si è mediamente deprezzato del 6% contro le altre major, suggerendo proprio la possibilità di potenti inversioni rialziste spinte proprio dall’accordo sulle questioni dibattute. Se a questo si aggiunge un buon ritmo di crescita del credito negli Usa oltre che il rientro di possibili capitali precedentemente investiti all’estero, dinamica empiricamente valida considerando gli ultimi mesi dell’anno, i presupposti di nuovo apprezzamento del biglietto verde ci sono, Decisivi perciò si riveleranno questi giorni e determinanti saranno i quadri tecnici per pensare di sfruttare questa possibile tendenza. I grafici sono tornati ad essere più “gradevoli” nel senso di affidabilità dei punti di supporto e resistenza statici ma anche e soprattutto dinamici e la volatilità sui cambi, da noi calcolata grazie ai percentili di volatilità sulle opzioni sui tassi di cambio, sta progressivamente incrementandosi verso livelli in grado di spingere scatti direzionali dei prezzi.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: molto precisa la rottura dei livelli statici e dinamici ai quali abbiamo assistito ieri, Dopo la violazione di 1,3565, punto statico e dinamico per l’appunto (canale rialzista), altrettanto precisi si sono rivelati i break di 1,3540 e 1,35. E’ proprio attorno a questa soglia tonda che si giocherà ora la partita nel momento in cui la media mobile a 21 periodi sul grafico orario, che ora fornisce ottima direzionalità, potrebbe consentire il test per ripartenze di vendita per obiettivi ideali a 1,3475. Da qui la formazione di una potenziale divergenza regolare rialzista prezzo/stocastico potrebbe favorire riprese proprio di 1,35, 1,3520 in estensione. Break al ribasso di 1,3475 potrebbero risultare estremamente potenti e consentire ampie discese si euro gradualmente fino all’area di 1,34.

USD/JPY: buona l’ulteriore salita del cambio che ora incrocia l’importante trendline discesista tracciata a partire dai massimi dell’11 settembre. Buone, dal punto di vista del Risk/Reward, le operazioni in sell per ritorni dapprima a 97,45, 97,15 e 96,90 in estensione. Un superamento di 97,80 potrebbe portare a prudenti operazioni long per stop in apri a 98,05 da cui valutare possibili ampliamenti del rialzo fino ad area 98,40.

EUR/JPY: anche qui ci troviamo sul test della trendline ribassista questa volta incominciata il 19 settembre. 132,10 resta senz’altro al resistenza cruciale per operazioni che risultano ancora rivolte verso la vendita verso 131,65 e 131,40 su cui transita la trendline di lungo corso. Sopra 132,10 i primi target si pongono in area 132,65 mentre restano 131,10 e 130,65 i riferimenti al ribasso.

GBP/USD: molto tecnico il cable che sconta perfettamente lo scenario di divergenza ribassista sul grafico daily, la quale ha condotto il prezzo fino al cruciale supporto dinamico ormai valido a partire dai minimi di inizio luglio a 1,48. Proprio da qui il grafico a 4 ore mostra la possibilità di divergenza rialzista con lo stocastico, che potrebbe trovare conferme su una stessa divergenza oraria, da pensare però di tradare a conferme sopra 1,5960 sfruttando ancora un buon RR. 1,60 resterebbe il primo obiettivo. Ancora 1,5885 invece per le ripartenze short.

AUD/USD: ancora confuso il quadro tecnico del dollaro australiano, la cui divergenza ribassista formatasi su un grafico a 4 ore una prima volta respinta dalla media a 21 si è poi ben sviluppata fino al preciso 0,9385 con possibilità di approfondire a 0,9370 e 0,9350. Si può restare confidenti nella tenuta, allo scaricarsi del pattern, di questi livelli tecnici di supporto per opportunità long di ripresa dei punti precedenti con focus in particolare su 0,9415 e 0,9435.

Abbiamo il piacere di ricordarvi la possibilità di partecipare al convegno gratuito sul trading organizzato da FXCM dal titolo “Entra nell’Arena del Trading” che si terrà venerdì 11 Ottobre 2013 a Milano e per il quale sono previsti più di 400 trader.

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