Mercati davvero difficili sia dal punto di vista dell’interpretazione che dell’operatività. Il dollaro americano è andato a recuperare terreno dopo la tenuta dei supporti in area 10,750, soprattutto contro il dollaro australiano e lo yen giapponese, con buoni tentativi di ripartenza anche contro la sterlina inglese e l’euro, che comunque si trovano a non sforare i supporti e si mantengono su posizioni di forza relativa nei confronti del biglietto verde.
Dati macro: reazioni strane
Per la prima volta da qualche mese a questa parte abbiamo assistito ad una reazione molto strana, sia di borse che di valutario sulla pubblicazione dei dati europei ed americani. Partiamo da quest’ultimi, in quanto abbiamo avuto la comunicazione dei dati relativi alla vendita di nuove case che ha ampiamente battuto il dato precedente e le aspettative di mercato. Per il mese di maggio infatti si era registrato un aumento pari all’1.3%, molto lontano dall’8.3% di giugno che si discosta di oltre sei punti percentuali dall’1.7% atteso dagli analisti. Il dollaro ha recuperato terreno (anche se il movimento è partito anche prima dei dati), mentre le borse, che come vedremo tra poco si trovavano in correzione, hanno continuato a scendere. Sul fronte europeo però abbiamo avuto la sorpresa più grande, ovvero un euro che dopo la pubblicazione dei dati PMI ha tentato le rotture rialziste, senza riuscirci e girandosi pesantemente a ribasso nel primo pomeriggio. Il PMI manifatturiero, atteso a 49.1, ha superato sia le aspettative che la soglia tecnica dei 50 punti (50.1 per la precisione) mentre quello relativo ai servizi ha mostrato un miglioramento da 48.3 a 49.6, il che avrebbe potuto essere supportivo per una rottura delle resistenze, considerata la forza intrinseca della moneta unica sulla quale abbiamo ragionato nei giorni scorsi. Il fatto che questi livelli invece abbiano tenuto ci regala dei livelli tecnici molto particolari, sopra i quali è possibile assistere a forti movimenti dati da potenziali stop e ordini di acquisto liberi colpiti, che ci permetterebbero di lavorare in vendita sulle resistenze con ottimo risk reward e possibilità di girarsi lunghi una volta che questi livelli dovessero saltare.
S&P500: prove di discesa
L’indice americano, sul quale abbiamo individuato una divergenza rialzista oraria proprio su queste pagine, dopo aver toccato i livelli di massimo posti a 1,700.00, ha cominciato una forte discesa in grado di raggiungere velocemente i supporti su cui abbiamo ragionato (area 1,690) e, successivamente, di romperli andando ad accelerare fino a 1,682.50, livello oche ora sarà da considerare come supporto. Il quadro tecnico tracciato è stato dunque buono, sia a rialzo che a ribasso, ed ora ci troviamo sotto la media mobile a 21 periodi oraria, che ha incrociato a ribasso la media a 100 e che insieme ad essa potrebbe rappresentare una buona area di resistenza (coincidente tra l’altro con le resistenze statiche di 1,690. Questo potrebbe portare a nuovi tentativi di ribasso, ma dato il nervosismo dei prezzi, in grado di mostrare inversioni di brevissimo abbastanza violente, cureremo con attenzione anche potenziali rialzi, da valutare sopra 1,693.50.
QUADRO TECNICO
EUR/USD:
la tenuta delle resistenze passanti tra 1.3240 e 1.3250 prodotto un’ottima discesa dei prezzi, che non hanno però raggiunto 1.3165, livello che consideravamo per valutare tentativi di rottura ribassista, rimandati per l’ennesima volta. Ci troviamo ora all’interno di una congestione molto confusa, in un quadro ancora sostanzialmente impostato a rialzo, che ci fornisce però delle potenziali conformazioni ribassiste, che potrebbero in linea teorica portare anche all’inversione del trend di breve periodo. Ci riferiamo ad un potenziale testa e spalle che potrebbe confermarsi nel momento in cui non dovessimo superare 1.3240 e ad un potenziale doppio massimo, nel caso in cui le resistenze poste a 1.3250 dovessero essere raggiunte e tenere. Qui potrebbe essere possibile valutare vendite di euro dato l’ottimo risk reward che prevede potenziali accelerazioni dei prezzi una volta superata l’area che passa tra 1.3250 e 1.3260.
USD/JPY:
l’area di resistenza individuata ieri, all’interno della quale era possibile ipotizzare vendite di dollari non ha infine tenuto, ma la strategia difensiva che prevedeva possibili escursioni verso 100.50/65 ha, tutto sommato, funzionato bene, arrivando a sfiorare il primo target. Attualmente non ci sono segnali tecnici particolari, se non spostandosi su un grafico a 4 ore dove notiamo la formazione di un canale laterale, lievemente rialzista, che potrebbe fornire dei suggerimenti importanti in quanto i prezzi non sono stati in grado di raggiungere né i massimi precedenti nè la parte alta del canale evidenziato (il che già mostra una perdita di momentum) e l’oscillatore stocastico, che ha agganciato molto bene l’andamento delle quotazioni, potrebbe uscire dalla zona di ipercomprato fornendo delle buone indicazioni ribassiste. Se dovessimo avvicinarci ai minimi senza che lo stocastico si trovi in ipervenduto si creerebbe la possibilità di valutare potenziali rotture ribassiste. L’unico neo all’interno di questo quadro è rappresentato dalle medie a 21 e 100 impostate a rialzo, che però non ricoprono la stessa importanza dei livelli statici e dinamici di prezzo.
EUR/JPY:
la tenuta della media a 21 oraria è stata propedeutica alla salita delle quotazioni, che hanno raggiunto i livelli di massimo precedenti, che una volta superati (consideravamo 132.40 ieri), hanno portato ad accelerazioni nei pressi di 132.70, senza però effettuare una rottura definitiva. Siamo ora all’interno di una figura di correzione a bandiera, individuabile su un grafico orario, con l’area che passa tra 132.00 (punti statici che prima hanno funzionato come resistenza e che ora fanno da supporto) e 131.75 (media a 100) che potrebbe individuare dei buoni supporti. Se dovessimo superare questi punti, crediamo che il mercato possa aver spazio fino a 131.40, livello intorno al quale passa la trendline ascendente oraria, che se traslata sui massimi va a formare un canale rialzista di più lungo periodo rispetto alla price action che stiamo considerando ora. Questo potrebbe rappresentare un buon supporto dove eventualmente valutare acquisti di euro, tenendo conto che un superamento a ribasso di 131.30 potrebbe portare ad accelerazioni sotto figura.
GBP/USD:
i supporti in area 1,5320 hanno tenuto fino a sera per poi lasciare spazio ai prezzi che hanno effettuato il tentativo di approfondimento sotto 1.5310, senza andare però a buon fine (pensavamo che si potesse passare con più facilità questo livello tondo). Poco male, la strada compiuta dai prezzi non è tanta, ci troviamo ancora in zona di congestione, con i prezzi che ci stanno segnalando dei buoni livelli tecnici, intorno ai quali potrebbero essere posizionati degli ordini interessanti. Ci spostiamo su un grafico a 4 ore anche qui, dove ci troviamo nei pressi della EMA21 che potrebbe rappresentare una buona area di supporto. In caso di sua tenuta è possibile pensare a tentativi di raggiungimento di 1.5390, dove si comincerà a valutare la possibilità di assistere a rotture rialziste che potrebbero divenire definitive una volta superato il livello di 1.5425.
AUD/USD:
ultimamente le strategie difensive stanno performando meglio rispetto a quelle principali. La rottura dei supporti posti a 0.9235 ha infatti prodotto gli aumenti di volatilità attesi, con il mercato che è stato in grado di raggiungere i diversi step di target ipotizzati (0.9200, 0.9175 e 0.9150). Siamo ora sotto la media a 21 oraria che unitamente al livello statico di 0.9190 potrebbe rappresentare una buona zona di resistenza, da considerare per valutare acquisti di dollaro americano. Occorre vedere superata l’area rotta ieri prima di pensare a potenziali risalite dei prezzi.