Matteo Paganini, 7 ottobre 2013
INTRO
Si chiude una settimana intensa e si apre la dieci giorni che ci accompagnerà al 17 ottobre, data sotto i riflettori a causa del problema tetto del debito Usa, che raggiungerà la cifra massima consentita a 16,700 miliardi.
Prese di profitto su euro e sterlina
Questo quello che è accaduto durante la giornata di venerdì, dopo una corsa che ha interessato la valuta inglese in maniera ciclica (periodo di forza dovuto alle pubblicazioni macroeconomiche ed alle dichiarazioni di Carney che ha escluso la possibilità di aumento del QE) e la moneta unica europea a causa, non è nemmeno il caso di ricordarlo, della determinazione di Mario Draghi nel difendere l’impostazione di base della BCE. Ci siamo trovato vicino a livelli di attenzione di medio periodo con gli indicatori di sentiment (SSI) che mostravano dei buoni sbilanci sul lato short di mercato, il che ci ha fatto considerare attentamente l’eventualità di assistere a rotture rialziste nel caso in cui i più grossi orsini di stop entry fossero stati colpiti. Non è stato questo il caso, anche gli istituzionali hanno preferito monetizzare parte dei guadagni effettuati durante una delle settimane più movimentate dal punto di vista degli accadimenti e dell’inizio di creazione di nuove aspettative relative a potenziali problemi in America.
Yen e australiano ancora in forza
Lo yen continua a mantenere il proprio status di valuta rifugio nel momento in cui il Nikkei viene venduto e anche questa notte abbiamo avuto conferma di ciò. Ci troviamo infatti su posizioni di massimi relativi nei confronti del dollaro americano e tutta l’area, come vedremo, di 96.90 rappresenterà una zona importante da curare per evitare ulteriori rafforzamenti della divisa nipponica che non gioverebbero all’economia giapponese, in lotta come sappiamo con la deflazione e che si vede aiutata dalle iniezioni di liquidità previste da Kuroda. Non possiamo escludere che si possa assistere ad ulteriori rivalutazioni di breve, soprattutto se i movimenti cominciati questa notte in Asia dovessero propagarsi in Europa ma soprattutto in America. A livello correlativo non notiamo ancora condizioni sufficienti al fine di impostare un’operatività “derivata”, ma sul fronte borse oggi è possibile valutare questa eventualità. Per quanto concerne il dollaro australiano, dopo il mantenimento dei tassi al 2.50% e le dichiarazioni secondo le quali un dollaro australiano più debole sarebbe buono per la crescita dell’Isola il cambio contro il dollaro americano è puntualmente salito e qui le prese di profitto hanno provocato soltanto un consolidamento all’interno di un range che abbiamo provato a rompere a ribasso questa notte. Appare dunque chiaro che i flussi principali siano stati riversati sulla sterlina inglese e sull’euro, il che ci fa pensare che potrebbero verificarsi buoni aumenti di volatilità sull’australiano in caso di monetizzazione da parte degli istituzionali che se non avverranno a breve potrebbero lasciare spazio ad ulteriori guadagni dell’aussie.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: siamo all’interno di una tipica fasi di consolidamento notturno che può sfociare in una rottura a rialzo o a ribasso pari all’altezza della congestione. I punti principali da seguire per la giornata risultano essere, a nostro parere, 1.3540 e 1.3590, che se superati potrebbero dara adito ad accelerazioni verso i punti precedenti. Da seguire con attenzione l’avvicinamento alle resistenze viste in quanto potrebbero crearsi le condizioni per ipotizzare vendite di euro con stop e reverse sopra le aree considerate.
USD/JPY: il mercato si trova sui supporti con l’oscillatore orario che sta entrando in ipervenduto. E’ possibile attendersi correzioni verso area 97.35/40 da poter sfruttare a causa del buon risk reward, data la possibilità di assistere, come accennato prima, ad approfondimenti verso area 96.45 nel momento in cui 96.90 dovesse essere abbandonato (una tolleranza di almeno una decina di pips è dovuta, operativamente parlando).
EUR/JPY: raggiunti i target ribassisti siamo ora vicino ai supporti principali da seguire su un grafico orario. Tutta l’area che passa sotto 132.00 potrebbe rappresentare una buona resistenza da poter sfruttare per pensare ad ulteriori deprezzamenti dell’euro che ha spazio fino a 131.30 senza che si possano considerare delle rotture ribassiste definitive, che se dovessero avvenire potrebbero spingere i prezzi del cross verso 130.90. Nel caso in cui i supporti dovessero tenere seguiremo la media a 21 come potenziale livello di target e resistenza, mentre se dovessimo assistere alla partenza diretta sopra 132.15 potremmo aspettarci dei tentativi di sfondamento di 132.40, che non dovrebbero portare oltre 132.60.
GBP/USD: mercato in forte correzione venerdì, con il prosieguo delle prese di profitto cominciate il giorno prima. La media a 21 oraria è in test in questo momento, ed insieme ad area 1.6075 potrebbe rappresentare un’ottima resistenza sulla quale pensare ad acquisti di dollaro, tenendo conto che un superamento a rialzo di 1.6095 potrebbe lasciare spazio a tentativi di ripartenza che vedono in 1.6125 i primi ostacoli, da superare per poter raggiungere 1.6160. 1.6000 il primo target in caso di ripartenza a ribasso, con 1.5960 area potenzialmente raggiungibile dai prezzi in caso di estensioni oltre 1.5980.
AUD/USD: tentativo, come visto, di ribasso durante la notte, ribasso fermatosi sui punti di massimo precedenti e prima della media a 100 oraria. L’area di 0.9410 risulta la più importante per evitare tentativi di raggiungimento di 0.9390, che se superato potrebbe portare ad approfondimenti verso 0.9360. Nel caso di tenuta dei supporti, da non escludere, potremmo ripartire verso i massimi della notte ed aspettarci tentativi di rottura nel caso in cui lo stocastico si trovi lontano dalla zona di ipercomprato. 0.9475 l’area più importante da superare per pensare a salite più consistenti, verso 0.9480.
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