Rassegna giornaliera sul mercato Forex, 12 febbraio 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
I titoli azionari statunitensi sono andati bene martedì, portando un miglioramento della propensione al rischio che ha sostenuto le principali valute. Il cambio USD/JPY ha mantenuto i recenti guadagni ma i rialzi principali li hanno registrati euro, dollaro australiano e dollaro canadese. Gli investitori hanno accolto la notizia del raggiunto accordo Washington che permetterà al governo di continuare a lavorare. Sebbene il Presidente Trump non si sia mostrato entusiasta sull’accordo, ha dichiarato di non aspettarsi un nuovo shutdown: possiamo considerare questa affermazione una sorta di apertura sull’accordo. Gli investitori sono stati contenti di sentire che il Presidente starebbe considerando di posporre la scadenza del 1° marzo per l’applicazione dei dazi alla Cina. Con tutti questi fattori che promettono bene, la richiesta di dollaro USA come investimento rifugio è scesa oggi. Il dollaro australiano (AUD) ha segnato il rialzo maggiore grazie alla fiducia delle imprese e alla notizia dei dialoghi tra Cina e USA, ma il trend ribassista resta tale per via del rallentamento dell’economia e del mercato immobiliare. Secondo le ultime notizie, i mutui per la casa sono scesi il triplo di quanto previsto.
Il dollaro neozelandese si è stabilizzato sopra la media mobile giornaliera su 100 giorni ma il fatto che non abbia segnato dei rialzi riflette l’apprensione dei mercati per la decisione del tasso da parte della Reserve Bank of New Zealand. Durante l’ultimo vertice i membri della la RBNZ avevano dichiarato di non essere colpiti dal recente miglioramento dei dati, aggiungendo tuttavia che l’ipotesi di un taglio dei tassi non era esclusa che se il PIL avesse tradito le attese, si sarebbe potuto decidere di allentare la politica. 3 mesi dopo le previsioni sono solo peggiorate. Le condizioni del mercato del lavoro sono peggiorate sensibilmente nel quarto trimestre, con il tasso di disoccupazione al 4,3% dal 3,9%. La crescita occupazionale è stata inferiore al previsto ed il tasso di partecipazione è sceso nel 4° trimestre e l’aumento della retribuzione oraria media è sceso all’1% dall’1,4%. Nonostante il rialzo dei prezzi dei prodotti caseari, la debolezza della spesa dei consumatori, dell’inflazione e dell’attività del settore immobiliare terranno la RBNZ ferma per il prossimo futuro. Dunque, la Reserve Bank ha davvero pochi motivi per essere più ottimista. Ci aspettiamo che la RBNZ esprima nuovamente i propri timori sulla crescita interna e globale, così come hanno fatto RBA, BCE, BoE e FOMC.
La sterlina ha chiuso la giornata in calo dopo che Theresa May ha chiesto ai parlamentari altre due settimane prima del voto che riguarda la gestione del processo della Brexit. La Premier ha dichiarato “tutti noi dobbiamo mantenere i nervi saldi per effettuare le modifiche richieste dalla Camera per riuscire a concludere in tempo il processo della Brexit”. A 45 giorni dalla scadenza la May sta finendo il tempo a disposizione e i trader della sterlina stanno finendo la pazienza. La price action ci dice che gli investitori sperano ancora in un accordo, ma tutti i segnali dall’UE e dalle varie fazioni del governo britannico vanno in direzioni diverse. Mercoledì sono attesi i dati britannici sull’inflazione e il rischio è al ribasso dopo che il Governatore della BoE Carney ha parlato di un calo temporaneo dei prezzi.