L'EUR/USD sta mostrando pochi movimenti questa settimana, oggi la coppia è scambiata a 1,1814 in rialzo dello 0,19%.
Sul fronte del calendario economico, non ci sono importanti indicatori tedeschi o dell'eurozona; negli Stati Uniti, l'unico indicatore è il Richmond Manufacturing Index.
Lunedì i mercati statunitensi hanno chiuso in rialzo, con la propensione al rischio sostenuta dalla notizia che gli Stati Uniti e la Cina hanno definito una tregua nella loro guerra commerciale.
Il Dow Jones ha guidato il gruppo, aumentando dell'1,21%, mentre l'S&P 500 e il Nasdaq Composite sono saliti rispettivamente dello 0,74% e dello 0,54%.
Per quanto riguarda oggi, i future che seguono Dow, S&P e Nasdaq 100 sono tutti in territorio positivo.
In Asia, il Nikkei 225 giapponese e il Topix sono diminuiti dello 0,18% e dello 0,23% rispettivamente.
In Italia, l'indiceFTSE MIB segna un più 0,37 per cento, il quadro aveva mostrato un persistere di volatilità negli scambi di apertura, successivamente la situazione di è smorzata e si stringe il differenziale dei tassi tra Btp italiani a 10 anni e Bund tedeschi, lo spread si è riportato a 174 punti base.
Nel frattempo l'euro consolida i recuperi innescati anche con la stabilizzazione della dinamica dei mercati in Italia, portandosi a 1,1813 dollari.
I prezzi dei futures sul Brent proseguono in moderato rialzo, sostenuti dai timori riguardanti un calo della produzione del Venezuela e una flessione delle esportazioni dell'Iran.
Le elezioni di domenica scorsa hanno confermato Nicolas Maduro alla presidenza del Venezuela, provocando nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti.
Attorno alle 11,30 italiane, il Future Petrolio Brent si attesta a 79,48 dollari il barile (+0,26 dollari), dopo aver oscillato tra 79,33 e 79,91 dollari.
Il contratto di riferimento sul greggio leggero USA guadagna 0,23 dollari, a 72,47 dollari il barile, dopo aver oscillato fra 72,42 e 72,72 dollari.
FIBO Group