Investire sull’oro è una pura scommessa sull’economia. Il metallo prezioso ha toccato il massimo di sei anni questo mese con le banche centrali in tutto il mondo che hanno allentato la politica monetaria per affrontare il rallentamento della crescita scatenato dallo scontro commerciale USA-Cina.
Gli eventi degli ultimi sei mesi hanno supportato la corsa rialzista dell’oro, considerato un asset rifugio nei periodi di turbolenza economica. Lo scontro tra USA e Cina è peggiorato, l’economia europea è rallentata, la Brexit è diventata ancor più confusa e le tensioni in Medio Oriente si sono accese in seguito agli attacchi contro il principale produttore petrolifero mondiale, l’Arabia Saudita.
Questi macro-ostacoli hanno fatto aumentare le probabilità di una recessione ed hanno costretto la Federal Reserve a cominciare a tagliare i tassi di interesse. Il 18 settembre, la Fed ha agito nuovamente abbassando i costi di prestito di un altro quarto di punto percentuale al range compreso tra l’1,75% ed il 2%.
Incoraggiati da questi segnali, i tori dell’oro hanno spostato il loro denaro sulle miniere di oro e argento, scatenando un’impennata dei titoli minerari. Il BlackRock’s iShares MSCI Global Gold Miners ha visto ritorni di quasi il 14% ad agosto, più di qualsiasi altro fondo azionario senza leva degli Stati Uniti, secondo i dati di Bloomberg.
Oro al massimo storico?
Guardando in avanti, tuttavia, la grande domanda che si devono porre gli investitori degli asset dell’oro è se questa impennata proseguirà o se ci troviamo al picco del trend rialzista. Secondo una recente nota degli analisti di Citigroup, le prospettive per l’oro sono piuttosto buone in quanto vedono la possibilità che i prezzi schizzino al record di oltre 2.000 dollari l’oncia nei prossimi due anni.
Questa impennata, secondo gli analisti, tra cui Aakash Doshi, sarà supportata da fattori come l’aumento del rischio di una recessione globale e la probabilità che la Federal Reserve abbassi i tassi di interesse USA a zero.
“Ci aspettiamo che il prezzo dell’oro spot sia più forte per un periodo più lungo, superando possibilmente i 2.000 dollari l’oncia e registrando nuovi massimi ciclici nel prossimo anno o nei prossimi due”, affermano. Se dovesse essere raggiunto questo livello, si supererebbe il massimo storico d 1.921,17 dollari del 2011.
Ma i rischi per questo scenario rialzista sono altrettanto forti. Stati Uniti e Cina torneranno al tavolo delle trattative ad ottobre ed i mercati stanno tornando alla normalità nella speranza di una risoluzione del loro scontro.
Sul fronte economico, l’economia statunitense mostra ancora segni di forza, grazie alla robusta spesa dei consumatori ed alla solida creazione di posti di lavoro. È questo il motivo per cui la Fed non ha indicato se ci saranno altri tagli. I funzionari del FOMC sono in disaccordo circa la necessità di ulteriori tagli e per qualcuno di loro persino l’intervento di mercoledì è stato esagerato.
Titoli dell’oro da comprare
In questo clima economico altamente incerto, probabilmente non è una cattiva idea mantenere una certa esposizione all’oro nel proprio portafoglio. Se l’impennata dell’oro è sostenuta ed i prezzi continueranno a salire, le compagnie minerarie di oro che hanno effettuato interventi per tagliare i costi e le spese in conto capitale negli ultimi anni saranno quelle che ne trarranno maggiore vantaggio, diventando un’alternativa allettante per qualsiasi portafoglio a lungo termine.
Tra esse, ci piacciono Newmont Goldcorp, ora la più grande compagnia mineraria aurifera al mondo, ed il produttore canadese Barrick Gold. Sono tra i produttori che hanno dovuto imparare una dura lezione durante l’ultima impennata rialzista del metallo.
Il prezzo sui mercati spot aveva infatti raggiunto il massimo storico di 1.921,17 dollari nel 2011 ma l’impennata si è ridotta rapidamente, con i tassi di interesse storicamente bassi e gli allentamenti quantitativi da parte delle banche centrali che hanno alimentato i rialzi sui mercati azionari, mentre la crescita economica è accelerata. Entro la fine del 2015, il prezzo era crollato di circa il 45%.
Ora che i lingotti sono tornati in auge, molti minatori stanno andando sul sicuro puntando alla crescita organica ed all’ottimizzazione degli asset esistenti. Hanno affrontato tagli dei costi sostenuti, riduzione del debito e spinte della produttività dopo l’ultimo tonfo, per riconquistare gli investitori.
Il titolo di Newmont, a 39,30 dollari, è schizzato di circa il 14% quest’anno, mentre Barrick Gold ha visto un’impennata del 38% a 18,17 dollari.
Morale della favola
Investire sui titoli legati all’oro, come il BlackRock’s Gold Miners ETF o sulle principali compagnie minerarie aurifere, è rischioso per via delle troppe dinamiche contrastanti che potrebbero spingere il metallo prezioso in qualsiasi direzione. Detto ciò, lo status dell’oro come investimento rifugio è intatto e potrebbe fornire un’ottima protezione quando gli altri asset crollano. Nell’attuale ambiente economico incerto, il metallo prezioso offre un modo prudente per diversificare il rischio ed aggiungere sicurezza al portafoglio.