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Panoramica mercati settimana 22 giugno

Pubblicato 22.06.2015, 09:25


Continua a pesare la questione Grecia sui mercati europei, alla quarta settimana di declino. Lunedi prossimo vi sarà una riunione straordinaria dei ministri ed un ulteriore Eurogruppo, ultima chance per trovare un accordo prima del 30 Giugno, quando scadrà un'altra rata consistente nei confronti del FMI.

Sia l’Europa che Tsipras vogliono che la Grecia rimanga in Europa e nell’Euro (come la maggioranza dei greci, secondo gli ultimi sondaggi), ma l’esercizio di trovare un compromesso che salvi la faccia dei negoziatori è sempre più difficile. Soprattutto quando subentra l’orgoglio, sentimento assai pericoloso in questi contesti. La mossa di Tusk di chiamare un vertice dei capi di stato e di governo è senz’altro positiva e probabilmente gradita anche a Tsipras, che da tempo invoca una soluzione politica alla crisi.

Nell’incertezza europea, i denari rimangono quindi sui più tranquilli lidi americani, anche grazie alla FED che non sembra aver fretta ad aumentare i tassi USA. Si riparla ormai di Dicembre, e comunque con aumenti contenuti e tarati sull’inflazione.




Usa: la Fed ha rivisto al ribasso le indicazioni di crescita dell’economia (1,8%-2% dalla precedente stima di 2.3%-2,7%, ammettendo che si è perso un po’ di slancio. I tassi si alzeranno, ma solo seguendo i dati economici. Gli investitori non abbandonano quindi Wall Street, che rimane ad un passo dai massimi storici. Ma graficamente la situazione non cambia, con prezzi fermi ormai da 5 mesi per l’indice principale, che di fatto fallisce per ora un altro attacco ai massimi precedenti e quindi lo sviluppo di una vera gamba rialzista. 2040 e 2126 i limiti dell’attuale fase di congestione.




Europa: ancora ribassi, nonostante un tentativo di reazione da supporti rilevanti. L’indice ZEW sulla fiducia in Germania crolla a 31,5 da 41,9 di Maggio, ai minimi degli ultimi 6 mesi. Indice tedesco che tenta la reazione dai supporti evidenziati di 10800, ma ora serve una reazione più decisa per scongiurare il rischio di un ritorno al punto di partenza, cioè area 10.000. Vi è una simile struttura grafica per i principali indici europei (tranne la Grecia che perde 11,2% in settimana, a nuovi minimi di periodo). Guardando ai grafici è un area di acquisto (con preferenza per i periferici) con stop stretti ed una inevitabile attenzione alle news che giungeranno ad inizio settimana.






Italia: area 22.000 ha tenuto in settimana con una buona reazione che ha portato ad una chiusura sui massimi settimanali a 22.700 punti. Sicuramente area di acquisto che potrebbe dare ottime soddisfazioni in caso di esito positivo sulla Grecia, ma vale (a maggior ragione per il volatile indice italiano) il suggerimento di fissare livelli di protezione piuttosto stretti in questa fase assai delicata.






Asia: il movimento più rilevante della settimana il deciso ritracciamento dell’indice di Shangai, che perde il 13,3%. Certo un calo che va contestualizzato con gli amplissimi guadagni precedenti, ma che renderà senz’altro più cauti gli investitori nel breve. Pesa la mancata inclusione delle azioni cinesi negli indici MSCI, che avrebbe senz’altro dato nuova linfa al trend rialzista (a seguito degli acquisti da parte dei fondi per adeguarsi ai nuovi benchmark). È probabilmente solo un rinvio, in attesa che alcune norme di trasparenza vengano adeguate (leggi qui un approfondimento sulla questione). Prezzi ora sul primo livello di supporto in area 4500. Probabile un primo rimbalzo da questi livelli, ma non sono da escludere nelle prossime settimane avvicinamenti ad area 4000, livello di supporto decisamente più rilevante a sostegno del trend.



L’india la migliore tra gli indici asiatici, con un progresso settimanale del 3,4%. A mio avviso pericolo di approfondimento al ribasso non ancora scampato dopo la rottura della trendline rialzista e con la possibile configurazione di un testa e spalle sul grafico. Solo almeno oltre i 28.000 punti si potrebbe parlare di possibile ripristino del rialzo.




Tra i periferici l’Indonesia raggiunge con precisione il target ribassista individuato le precedenti settimane, terminando con una decisa reazione ed in leggero positivo. Ora possibile una reazione, con un obiettivo che per il momento non dovrebbe estendersi oltre 5240




Latin America: poco mossi in settimana, chiudono in leggero rialzo. L’ indice brasiliano tiene al momento il supporto di 52.500, mantenendo ancora viva la l’impostazione rialzista in vigore da inizio anno (+7,4 ytd). Situazione che rimane dubbia, analogamente a molti paese emergenti (specialmente quelli legati alle materie prime)





Metalli: settimana decisamente a due facce per il comparto, con i preziosi (Oro ed Argento) che estendono i rialzi sull’attendismo della FED, mentre vi è un ulteriore deciso affondo per le componenti industriali (Rame, Nickel, Zinco), in omogeneo ribasso di quasi il 4%. Mentre per i preziosi non varia la struttura laterale-ribassista, per gli industriali abbiamo un deciso peggioramento della situazione grafica. Il Rame abbandona il primo rilevante supporto ed aumentano le probabilità di rivedere quantomeno i minimi recenti, che ricordo stazionano su un rilevante supporto di lungo periodo (minimi relativi del 2007). Sotto si farebbe nera, il primo ulteriore sostegno è addirittura in area 200, circa 20% sotto ai prezzi attuali. Di seguito la grafica con candele mensili





Agricoli: tempi duri per investire sulle materie prime agricole, con poche componenti in rialzo (direi solo Cacao a questo punto) e con l’indebolimento del dollaro che non aiuta certo gli investitori europei. Senz’altro torneranno i tempi di rialzo per le materie prime, probabilmente con una fase di accumulo nella seconda parte di quest’anno, e poi con qualche rialzo più deciso nel 2016. Quindi ancora solo trading stretto su temi specifici, in attesa che vi siano chiari segnali di inversione. In settimana da segnalare il balzo della Soia (+3,1%) su fattori meteo che potrebbero causare problemi alle semine. Prezzi che rimangono comunque sotto le medie mobili e la trendline ribassista, da seguire al momento per trading di breve sulla rottura al rialzo dei massimi settimanali (possibile obiettivo 1030)




Senza freni invece la negatività dello Zucchero (-5,1%), che rompe un altro supporto e si avvicina ai minimi relativi del 2008, a quota 10,85. Quadro più che mai depresso, esacerbato da posizioni nette ribassiste in aumento da parte degli hedge funds.




Energia: ulteriore settimana di stabilizzazione per il Petrolio senza nuove indicazioni, buon rialzo del Natural Gas (+2,5%) che ritorna verso le resistenze per poi ritracciare nel finale. Rialzo che non muta la situazione grafica, che rimane decisamente ribassista a meno di spunti oltre quota 3,15. Al ribasso primo supporto a 2,55 prima di eventuali nuovi minimi di periodo.





EUR-USD: le parole della Yellen indeboliscono il dollaro, e siamo tornati nella parte alta (1,14-1,15) di questo possibile trading range. Il trend principale è ancora favorevole al dollaro (a meno di un superamento di 1,20), ma non vi sono al momento segnali di ripristino del ribasso.




​Riccardo Zarfati

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