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Paypal Holdings: una bella storia giunta al capolinea?

Pubblicato 12.05.2023, 10:59
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Oggi, nell’ultima seduta di questa seconda settimana di maggio, come richiesto da voi lettori l’analisi riguarderà un titolo americano: Paypal (NASDAQ:PYPL) Holdings Inc. Dopo aver discusso in passato di debito legato alle carte di credito (che in America sta per superare i mille miliardi, a riguardo ho scritto un articolo che potete trovare qui su Investing.com), restiamo nel settore dei pagamenti digitali con un importante player di questo settore. Prima di entrare nel vivo dell’analisi come al solito vi do il benvenuto in questa rubrica dedicata all’analisi dei titoli azionari, e qualora aveste delle domande o semplicemente un’opinione da esprimere, vi invito ad usare la sezione sottostante dei commenti, in cui possiamo interagire più attivamente. Potete anche sfruttare quello spazio per richiedere un’analisi su un titolo di vostro interesse qualora vi apprezziate il mio approccio all’analisi dei titoli (per non perdervi le mie analisi cliccando il pulsante “segui” riceverete una notifica nel momento di pubblicazione di un mio nuovo articolo).

La storia della società statunitense inizia nel 1998, quando la società Confinity, che operava nel settore dei software di sicurezza per dispositivi portatili ideò Paypal come un modo innovativo per trasferire denaro. Nel 2000 la società Confinity si fuse con X.com una compagnia di servizi bancari online fondata dal mitico Elon Musk. Dopo la fusione, il nome ufficiale della società divenne appunto Paypal (nel 2001). Il CEO del tempo era Peter Thiel, miliardario tedesco che ha fondato qualche anno dopo la società Palantir Technologies Inc; il board della società (col senno di poi) non era affatto banale. L’idea infatti si rivelò un successo, e si sparse velocemente in tutto il mondo. L’effettiva quotazione sul Nasdaq però arrivò solo nel 2015, in quanto prima era una controllata di Ebay Inc e lo scorporo avvenne solo in tale anno. Tuttavia se inizialmente lo sbarco in borsa fu un successo, anche grazie ai numeri in continuo aumento (295milioni di utenti attivi nel 2020), il grafico mostra un movimento al ribasso piuttosto repentino che ci riporta molto vicini ai valori iniziali: difatti dal ad oggi siamo “solo” a +68% rispetto ai valori del 2015, che se paragonato ai massimi (+680% rispetto ai valori del 2015) appare chiaro come ci sia stata una drastica riduzione delle quotazioni, da rendere meno positivo quel +68%.

Sempre parlando di performance in punti percentuali, se seguite il titolo avrete notato il pesante sell-off post trimestrale con un tonfo del -12.73% il 9/05/2023 seguito da un ulteriore -3.84% il 10/05/2023. Nonostante i risultati superassero le stime degli analisti, c’è stato un cambio nella strategia aziendale: il focus dell’azienda si è diretto verso i conti di maggiori dimensioni (quelli che di fatto determinano la maggior parte dei flussi dei pagamenti), ottenendo di fatto una costante crescita dei volumi ma trascurando altri fattori che hanno portato ad una riduzione dei nuovi conti e una riduzione dell’utile per transazione. Questi fattori hanno spinto molte banche d’affari a penalizzare Paypal, bocciando i risultati registrati. Per la società le difficoltà nel mantenere una crescita costante e solida non sono comparse ieri, ma hanno radici più profonde nel tempo e sono dovute principalmente alla concorrenza che nel tempo si è fatta sempre più pressante, mettendo alle strette il colosso dei pagamenti.
Venendo ad un’analisi più tecnica, possiamo primariamente dire che una lettura della stagionalità del titolo non potrebbe essere indicativa di nulla, vista la breve storia sul Nasdaq, quindi procediamo con i grafici:

Grafico su base settimanale di Paypal Holdings Inc, con evidenziata la discesa dai massimi e un importante livello supportivo rotto recentemente. Fonte: Investing.com


I commenti possibili sono piuttosto ridotti; la discesa se si poteva dichiarare stabilizzata attorno alla soglia dei 70$, con la recente rottura al ribasso si aprono spazi inesplorati da molti anni e le aree di supporto si fanno sempre più scarse e rarefatte: forse l’area psicologica dei 60$ potrebbe fungere da sostegno per le quotazioni ma il futuro dei prezzi è alquanto incerto dopo un movimento ribassista così imponente, nonostante l’azienda non stia rallentando in modo altrettanto vistoso. Certamente il gruppo, con oltre 20 anni di attività è giunto alla maturità quindi aspettarsi rivoluzioni in casa Paypal è arduo. Operare al rialzo potrebbe essere una scommessa più che un investimento, in quanto l’unico segnale rialzista ci viene proposto da una divergenza sull’oscillatore Rsi, divergenza piuttosto marcata ma che non ci svela se la discesa è finita o meno, e da sola non si può considerare come segnale per entrare al rialzo, servono delle conferme dai prezzi. Finché non ci sarà un ritorno dei compratori, mettersi long sul titolo potrebbe dare poche soddisfazioni, soprattutto nel medio o lungo periodo, in quanto nel breve potrebbe esserci un rimbalzo tecnico, ma non cambierebbe le sorti delle quotazioni. Concludendo l’analisi quindi la mia valutazione è la seguente: il titolo non è interessante da acquistare in queste condizioni macro e di prezzo; ci possono essere player migliori nel settore dei pagamenti digitali e legati al mondo delle carte di credito, rendendo Paypal un’opzione meno accattivante.
Per il momento è tutto, vi auguro un buon fine di settimana e buon trading!
 


Disclaimer: il presente articolo non ha alcuna finalità di consulenza finanziaria e non rappresenta un consiglio su come investire o disinvestire i propri soldi. La consapevole valutazione dell'investitore non può essere in alcun modo sostituita, alla luce del personale profilo di rischio e della possibilità di perdere il proprio denaro.

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