Il colosso americano ha pubblicato il suo nuovo outlook in cui prevede che la domanda mondiale di greggio si manterrà sopra i 100 milioni di barili al giorno fino al 2050. Da qui la scelta di investire ancora e soprattutto negli idrocarburi. La sopravvivenza del pianeta? Il tema non è trattato.
Non cala la domanda mondiale di petrolio
La transizione energetica? Una bella cosa, ma è meglio andarci con i piedi di piombo. Fra le grandi compagnie petrolifere, l’americana Exxon è la più restia a diversificare l’attività allontanandosi dagli idrocarburi. Una posizione ben nota, che lunedì 26 agosto Exxon Mobil (NYSE:XOM) ha ribadito con i dati aggiornati del suo ultimo outlook petrolifero.
Exxon prevede che la domanda mondiale di greggio si manterrà al di sopra dei 100 milioni di barili al giorno (bpd) fino al 2050, a livelli simili a quelli attuali. Una previsione che supera del 25% quella della principale rivale europea BP (LON:BP), che fra le major petrolifere è quella che più si è impegnata verso la diversificazione delle fonti energetiche.
La maggiore domanda prevista dalla compagnia petrolifera statunitense è alla base dei piani di crescita della produzione di Exxon, i più ambiziosi tra le major petrolifere occidentali.
L’obiettivo è aumentare la produzione di petrolio e gas
Di fronte alle difficoltà di raggiungere l’obiettivo di emissioni nette di anidride carbonica pari a zero entro il 2050 per mantenere il riscaldamento globale a non più di 1,5 gradi Celsius, Exxon non si sogna neanche di aumentare gli investimenti nelle rinnovabili. La sua scelta è esattamente l’opposto. I suoi obiettivi non contemplano un rallentamento dell’attività di estrazione. Al contrario, Exxon prevede di pompare 4,3 milioni di barili di petrolio e gas al giorno quest'anno, il 30% in più dell'attuale produzione della principale rivale statunitense Chevron. Coerente con la sua scelta di sostenere la transizione energetica, BP intende ridurre la produzione a circa 2 milioni di barili al giorno entro il 2030.
La Borsa premia chi investe su pozzi e giacimenti
Il risultato di tutto ciò dal punto di vista borsistico è molto semplice: negli ultimi cinque anni l’azione Exxon è salita del 73%, l’azione BP è scesa del 13%.
Le auto elettriche non modificano la situazione
“La domanda di petrolio e gas continuerà a crescere nei prossimi anni”, ha detto lunedì Chris Birdsall, direttore di Exxon Economics, Energy and Strategic Planning, in un’intervista a Reuters. Exxon stima che i veicoli elettrici non modificheranno in modo significativo la domanda globale di petrolio a lungo termine, poiché si prevede che la popolazione mondiale aumenterà dagli attuali 8 miliardi a quasi 10 miliardi nel 2050, creando nuova domanda di energia.
Se ogni nuova auto venduta nel mondo nel 2035 fosse elettrica, la domanda di greggio sarebbe ancora di 85 milioni di barili al giorno, la stessa del 2010. BP, invece, prevede che il consumo di petrolio raggiungerà il picco nel 2025 e scenderà a 75 milioni di bpd nel 2050.
Con questi dati Exxon progetta nuovi investimenti
Exxon prevede che nel 2050 il 67% del mix energetico globale sarà fornito da petrolio, gas naturale e carbone, in calo rispetto al 68% dello scorso anno. Ma per continuare ad avere tutti gli idrocarburi necessari, il settore dovrà continuare a investire in pozzi e trivellazioni. Exxon prevede che, in assenza di nuovi investimenti, la produzione diminuirebbe di circa il 15% all'anno, un calo più marcato rispetto alle stime dell'AIE, pari a un calo di circa l'8% all'anno.
Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, i combustibili fossili rappresentano attualmente circa l'80% del mix energetico mondiale.
La domanda di petrolio per la produzione di benzina diminuirà nei prossimi 25 anni, ma il carburante per le auto è solo una parte del consumo totale di greggio, secondo Exxon. Secondo l'azienda, la maggior parte del greggio viene utilizzata per l'industria manifatturiera, la produzione chimica e i trasporti pesanti come l'aviazione.