Dopo un avvio d’estate turbolento, provocato dall’aumento passeggero delle incertezze politiche, il real brasiliano è finalmente tornato al livello pre-crisi, stabilizzandosi intorno a 3,15.
Il movimento è seguito al calo delle probabilità che Michel Temer venga perseguito per corruzione, e anche all’approvazione, in Senato, della riforma sul lavoro.
I tassi d’interesse si sono mossi di conseguenza, gli swap a due anni si stanno consolidando leggermente sopra l’8,5%, mentre, sulla curva delle scadenze più lunghe, il rendimento del decennale si è stabilizzato intorno al 10%.
Infine, sebbene se la siano presi con comodo, anche i tassi sui CDS sono tornati ai livelli pre-crisi, quelli a 5 e 10 anni scambiano rispettivamente a 203 e 320 punti base.
Tuttavia, dall’inizio di luglio, il cambio USD/BRL annaspa perché gli investitori attendono con ansia nuovi sviluppi positivi sul fronte politico, soprattutto per quel che riguarda la situazione fiscale del paese.
In effetti, ora che l’inflazione è di nuovo sotto controllo, gli investitori si concentreranno quasi esclusivamente su quest’aspetto, fatta eccezione per il programma di restringimento della Fed.
Il governo brasiliano ha annunciato che venderà la sua quota di controllo in ELETROBRAS PNB N1 (SA:ELET6), il maggiore fornitore di elettricità del paese.
L’accordo, però, è lungi dall’essere concluso per via dei vincoli normativi.
Gli investitori valutano comunque positivamente questi sviluppi, perché mostrano la volontà del governo di Temer di liberalizzare alcune società in mano allo stato.
Sviluppi positivi analoghi potrebbero dare una grossa spinta al BRL nei prossimi mesi, se si susseguiranno notizie simili.
Martedì il cambio USD/BRL ha chiuso a 3,1630, salendo in modo marginale, di uno 0,07%.
La coppia di valute aprirà sicuramente con un gap al ribasso oggi pomeriggio, visto che gli investitori accoglieranno con favore la notizia.