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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 3 novembre 2022
La scorsa settimana, le compagnie petrolifere hanno riportato profitti record per il terzo trimestre. Era previsto, dal momento che il prezzo medio del petrolio nel Q3 è stato di 91,43 dollari al barile. Anche se i prezzi sono scesi dalla prima metà del 2022, questo prezzo è comunque di gran lunga superiore alla media degli ultimi 7 anni. L’ultima volta che il prezzo medio annuo del petrolio era stato sopra i 68 dollari al barile era il 2014, con un prezzo medio di 93,17 dollari al barile.
I colossi americani hanno tutti riportato forti aumenti dei profitti. Ad esempio, Exxon Mobil (NYSE:XOM) ha guadagnato 19,7 miliardi di dollari nel terzo trimestre, Chevron (NYSE:CVX) ha riportato utili di 11,2 miliardi di dollari, ed Hess (NYSE:HES) ha riportato 515 milioni di dollari. Il lunedì seguente, il Presidente Biden ha strigliato l’industria petrolifera per questi profitti, accusandola di “speculare sulla guerra” e criticandola per non essere riuscita ad abbassare il costo dei prodotti petroliferi per i consumatori. Ha chiesto al Congresso di approvare una tassa sugli extraprofitti per penalizzare le compagnie petrolifere.
È molto difficile che una legge simile venga presentata, ed ancor più che il Congresso voti a favore. Ulteriori tasse sulle compagnie petrolifere probabilmente comporterebbero prezzi più alti per i consumatori, in quanto le compagnie trasferirebbero a loro i costi extra. Molto probabilmente, questa mossa di Biden è stata solo politica, per dimostrare agli elettori che il governo sta cercando di abbassare i costi dell’energia, poco prima delle elezioni.
L’8 novembre si voterà per molti rappresentanti, senatori e governatori e il Presidente vuole che vincano i candidati Democratici. I trader sapranno se saranno state solo parole se dopo l’8 novembre non si parlerà più di tasse sulle compagnie petrolifere. È difficile che qualcuno nel settore reagisca seriamente alle recenti dichiarazioni di Biden fino a quando non si capirà se queste affermazioni continueranno dopo le elezioni della prossima settimana. Se dovesse continuare a parlare di tasse sugli extra-profitti dopo le elezioni, allora i produttori adotteranno delle misure per prepararsi.
Un’altra questione da seguire è la quantità di denaro che le compagnie petrolifere dedicano alle spese in conto capitale. Il governo Biden ha chiesto alle compagnie petrolifere di aumentare gli investimenti sulla nuova produzione di greggio e gas negli Stati Uniti. Le compagnie (ad eccezione di Aramco (TADAWUL:2222)) avevano significativamente ridotto le spese in conto capitale quando i prezzi erano bassi negli ultimi anni. Hanno cominciato ad aumentare le spese in quest’area con i prezzi più alti, ma neanche le compagnie stanno pensando di incrementare di molto le spese in conto capitale.
Un recente sondaggio condotto sui dirigenti delle compagnie petrolifere statunitensi mostra che gli investimenti upstream USA dovrebbero crescere di appena il 29% quest’anno a108 miliardi di dollari. Si tratta di un ritmo molto più lento degli aumenti dei flussi di cassa di queste compagnie. Il governo Biden potrebbe provare ad incentivare le compagnie a destinare più profitti sulle spese in conto capitale, il che potrebbe risultare in una produzione più alta e più scorte in futuro. Tuttavia, una simile azione sarebbe contraria alle politiche ambientali della Casa Bianca. Di nuovo, i trader dovranno aspettare fino a dopo le elezioni della prossima settimana per capire se siano state solo parole e quale sia davvero la politica del governo.
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