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Petrolio sotto pressione perché la Russia rifiuta di tagliare la produzione

Pubblicato 07.02.2020, 15:47

Giovedì le borse USA hanno registrato timidi rialzi, invece l’azionario asiatico è sceso marginalmente sulla scia delle rinnovate apprensioni per la diffusione del coronavirus, dopo la notizia del decesso di un medico cinese a Wuhan e della richiesta ai residenti di misurare la febbre e riferire tutti i giorni la temperatura. Altre aziende, fra cui Tesla (NASDAQ:TSLA), hanno deciso di chiudere temporaneamente le loro filiali in Cina. La prossima settimana finiranno ufficialmente le vacanze per il Capodanno cinese, ma probabilmente le cose non torneranno alla normalità già la prossima settimana. Se la crisi si estendesse, alcune aziende potrebbero valutare di spostare temporaneamente i loro impianti di produzione fuori dalla Cina. A questo proposito, Fiat Chrysler (MI:FCHA) ha avvertito che potrebbe essere possibile uno spostamento in Europa, così da evitare i problemi alle forniture di parti prodotte in Cina. Tali misure avranno un impatto sui prezzi a livello globale e peseranno sugli utili societari. Oggi questo è ciò che sta provocando le vendite degli investitori, anche se l’ondata di vendite è molto più contenuta rispetto alle vendite dettate dal panico che abbiamo visto nelle ultime due settimane. Pechino ha tentato di rassicurare gli investitori sul fatto che l’impatto economico del coronavirus sarà temporaneo. Certo, i commenti non hanno dato indicazioni sulle sue dimensioni.

Sul fronte dei dati, il surplus commerciale cinese è sceso da $46,79 a $39,16 miliardi. Le esportazioni sono aumentate del 9,1%, mentre le importazioni sono calate dell’1,5%. Le riserve valutarie cinesi sono diminuite più del previsto, a $3,088 mila miliardi.

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Il Nikkei ha ceduto lo 0,19%, il Composite di Shanghai ha stornato le perdite precedenti, il Kospi e l’ASX 200 hanno perso rispettivamente lo 0,72% e lo 0,38%.

Probabilmente il greggio WTI sarà ancora oggetto di forti pressioni a vendere, dato che la Russia ha bloccato l’intervento dell’OPEC per reagire al coronavirus, dicendo di aver bisogno di più tempo per valutarne l’impatto sul mercato. Se l’OPEC non calibrerà la produzione per adattarsi al crollo, stimato intorno al 20%, della domanda cinese, non ci sarà molto in grado di sostenere i prezzi del petrolio sopra i $50 al barile.

I future su FTSE (-0,22%) e DAX (-0,08%) puntano a un avvio di seduta fiacco venerdì.

Il dollaro USA si è rafforzato ulteriormente contro euro e sterlina. Il cable è sceso a 1,2920 sulla scia delle crescenti apprensioni circa la complessità dei negoziati per la Brexit.

L’euro è sceso di un altro gradino contro il dollaro USA dopo che, a dicembre, la produzione tedesca è calata del 3,5% m/m, a fronte del -0,2% previsto dagli analisti e del +1,2% del mese precedente. Nello stesso mese, le esportazioni tedesche sono cresciute dello 0,1%, meno dello 0,5% stimato dagli analisti. La debolezza dei dati tedeschi segnala che il rallentamento dell’economia tedesca potrebbe non aver ancora toccato il fondo.

Il rapporto sulle buste paga non agricole USA è l’appuntamento clou dell’odierno calendario economico. Mercoledì il rapporto ADP ha sorpreso per il notevole rialzo, registrando un solido aumento pari a 291.000 unità, rispetto alle 157.000 previste dagli analisti e alle 199.000 registrate in precedenza. I dati odierni potrebbero mostrare che, a gennaio, l’economia USA ha creato 160.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, più dei 145.000 del mese precedente, ma meno dei 170.000 che costituiscono la media sui dodici mesi.

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Sebbene un dato ADP solido non si traduca necessariamente in dati NFP forti, il rapporto ADP ha una certa influenza sul sentiment prima della pubblicazione mensile del dato NFP, e questo mese tale sentiment è positivo.

Osservando il quadro generale, però, le cose cambiano. Questo mese le società USA hanno annunciato il taglio di posti di lavoro più marcato dal febbraio scorso. I tagli più consistenti hanno riguardato le società tecnologiche, seguite da distributori e produttori di beni industriali. I fallimenti e le difficoltà finanziarie dovute alle dure condizioni economiche sono costati all’economia USA, in media, 50.000 posti di lavoro ogni mese dello scorso anno.

Ancora non si sa se le condizioni miglioreranno con la tregua commerciale fra USA e Cina. Le aziende risentiranno sicuramente del rallentamento delle attività in Cina dovuto al coronavirus. E la Cina potrebbe avere difficoltà nel soddisfare le richieste USA previste dall’accordo di fase, considerato il colpo inferto dal coronavirus alla sua economia. Quindi, e pur con le migliori intenzioni, l’accordo potrebbe non andare come previsto inizialmente, anche se il Segretario al Tesoro USA Mnuchin è sembrato ottimista sul fatto che la Cina sia all’altezza delle aspettative.

Tornando ai dati sul lavoro, oggi un dato NFP incoraggiante potrebbe rafforzare il rally che sta interessando il dollaro USA e i rendimenti dei titoli USA, invece una cifra debole potrebbe innescare una correzione del dollaro prima della fine della settimana. Il livello a 98 dovrebbe fornire supporto all’indice del dollaro USA, salvo che non arrivi un dato inaspettatamente basso, inferiore alle 100.000 unità.

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