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Prezzi del greggio giù; 5 cose che potrebbero trainare la volatilità dei mercati

Pubblicato 19.08.2021, 13:02
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 19 agosto 2021

I prezzi del greggio hanno continuato a scendere ieri, con i mercati che hanno valutato la forza del dollaro rispetto alle altre valute, insieme all’aumento globale dei casi di coronavirus.

Crude Oil WTI Weekly Chart

Grafico settimanale greggio WTI

Mentre la volatilità sui mercati prosegue, ecco 5 questioni di cui i trader dovrebbero essere consapevoli e il loro possibile impatto sul mercato:

1. Domanda petrolifera e prezzi della benzina negli USA

I dati della U.S. Energy Information Administration (EIA) hanno rivelato che la scorsa settimana le scorte di greggio sono scese e le scorte di benzina sono leggermente aumentate. Le raffinerie hanno operato al 92%, un tasso molto forte. Tuttavia, ci sono segnali del fatto che dovremmo presto aspettarci di vedere un calo della domanda di benzina.

Le informazioni di GasBuddy rivelano che i consumi di benzina questa settimana sono stati i più deboli dall’11 luglio. I consumi martedì sono stati il 3,4% al di sotto del martedì precedente, ed il 2,3% al di sotto della media degli ultimi quattro martedì. E questo probabilmente emergerà nei dati EIA nelle prossime settimane.

Questo calo si sta registrando perché la stagione di guida estiva sta per finire. Dovremmo vedere i prezzi della benzina nel paese cominciare a scendere, con il calo maggiore previsto a metà settembre.

2. L’AIE abbassa le stime sulla domanda di greggio 2021

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha tagliato le stime sulla domanda petrolifera globale per il 2021 per via dei timori che la diffusione della variante Delta del coronavirus pesi sull’attività economica e sui viaggi. Da sottolineare che né l’EIA e né l’OPEC hanno modificato le loro stime sulla domanda petrolifera globale per il 2021. L’AIE al momento ha il dato più basso per la domanda petrolifera globale 2021 (96,2 milioni di barili al giorno), mentre l’EIA ha il più alto (97,7 milioni di barili al giorno). Le stime dell’OPEC sono più simili a quelle dell’AIE, con 96,6 milioni di barili al giorno.

È normale che vengano apportate revisioni alle stime sulla domanda petrolifera globale e rispecchiano quanto fare previsioni sia un esercizio impreciso, quasi impossibile da effettuare correttamente.

È utile osservare le previsioni di Goldman Sachs e di altri da fine aprile e valutarle. Le stime di Goldman si basavano su un previsto enorme incremento della domanda che secondo i suoi analisti non sarebbe stato soddisfatto dalle scorte esistenti.

Abbiamo assistito ad un’impennata della domanda quest’estate che effettivamente non ha incontrato un aumento della produzione fino a quando l’OPEC+ non ha incrementato la produzione di 400.000 barili al giorno ad agosto. Tuttavia, non è stato sufficiente a spingere i prezzi del greggio sopra gli 80 dollari. Anche se le previsioni sul greggio sono ancora forti al momento, i timori che stiano per indebolirsi hanno già spinto giù i prezzi.

3. Il Dipartimento degli Interni USA mette fine alla moratoria su nuovi contratti di affitto per greggio e gas

Poco dopo l’insediamento del Presidente Joseph Biden, il Dipartimento degli Interni ha annunciato la sospensione di tutti i nuovi contratti di affitto su territori federali per le trivellazioni di greggio e gas. La moratoria sarebbe dovuta durare fino a quando il dipartimento non avesse terminato una completa revisione del programma di affitti per greggio e gas, alla luce dell’interesse del governo per i cambiamenti climatici.

La pubblicazione della revisione era attesa all’inizio di quest’estate, ma ancora non se ne hanno notizie. A giugno, un giudice federale ha bloccato la moratoria.

La settimana scorsa, l’American Petroleum Institute e numerose altre organizzazioni del settore hanno intentato una causa contro la pausa indefinita dei contratti di affitto di greggio e gas su terre e acque federali. Apparentemente, questa causa avrebbe spinto il Dipartimento degli Interni ad annunciare che riprenderà le vendite dei contratti pur opponendosi alla sentenza del giudice.

Tuttavia, ciò non significa che il Dipartimento ricomincerà ad emettere contratti. Solitamente, le vendite di nuovi contratti si tengono quattro volte all’anno per le terre federali e almeno due volte all’anno per gli affitti offshore. Non sembra avere in programma di tenere nuove vendite, però. Ciò significa che questa incertezza normativa continuerà e i trader non dovrebbero aspettarsi un impatto sull’attuale produzione statunitense.

4. Domanda petrolifera da Cina ed India

I dati economici dalla Cina indicano che la ripresa economica della nazione asiatica sta rallentando più del previsto. Gli indicatori sull’attività industriale, i consumi e gli investimenti mostrano tutti una crescita inferiore alle attese a luglio. La Cina è il più grande importatore globale di greggio, quindi un rallentamento economico è preoccupante per la domanda petrolifera in tutto il mondo e potrebbe pesare sui prezzi della materia prima.

I trader dovrebbero tenere a mente che i dati economici riportati dalla Cina non sono necessariamente accurati. Tuttavia, la Cina tende a sminuire la gravità dei rallentamenti economici, quindi il reale rallentamento della crescita economica potrebbe essere peggiore di quanto indichino i dati.

Intanto, la domanda petrolifera in India, un emergente importatore di greggio, mostra segni di forza. Il traffico aereo domestico nel paese è aumentato del 60% a luglio. Ciò indica che i viaggi e la domanda di carburante in India si stanno riprendendo dopo il calo della mobilità registrato durante la sua recente ondata di coronavirus.

5. Uragani smorzati

Una grossa nuvola di sabbia dal Sahara dovrebbe attraversare l’Oceano Atlantico e raggiungere la Florida all’inizio della prossima settimana. Queste tempeste di sabbia possono smorzare la formazione e la forza di tempeste tropicali ed uragani nell’Atlantico.

La stagione degli uragani nell’Oceano Atlantico è entrata nel vivo ma, finora, nessuna tempesta ha minacciato la produzione di greggio e gas o le regioni ricche di raffinerie nel Golfo del Messico. La sabbia del Sahara continuerà a graziarle per il momento.

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