Come sta andando il mercato azionario?
La risposta dipende da come si definisce il "mercato azionario". Se per mercato si intende il NASDAQ, le cose sembrano piuttosto positive dato che l’indice è cresciuto di oltre il 30% quest'anno mentre andando un pò più a fondo, il quadro non sembra essere così incoraggiante.
Il confronto tra l'indice S&P 500 equamente ponderato e quello in base alla capitalizzazione dice tutto, su che binari sta viaggiando il mercato, sta ritornando sui minimi del 2020. Infatti i cosiddetti Magnifici 7 (Apple (NASDAQ:AAPL), Microsoft (NASDAQ:MSFT), NVIDIA, Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Meta, Amazon (NASDAQ:AMZN) e Tesla (NASDAQ:TSLA)) rappresentano la maggior parte della performance positiva dell'indice S&P 500 da inizio anno. Il grafico successivo mostra il Russell 1000 Large-Cap rispetto al Russell 2000 Small-Cap
Dopo il prolungato consolidamento, durato due decenni, negli ultimi 2 anni il rapporto ha accelerato a favore dei titoli a grande capitalizzazione. E finché questo breakout dell'ultimo anno persisterà, nel prossimo "futuro" potremmo vedere un'ulteriore sovraperformance dei "soliti" titoli rispetto a quelli a bassa capitalizzazione. In questo scenario potremmo quindi vedere e sostenere al rialzo titoli come Google, Meta, Nvidia ed altri citati in precedenza.
In questi decenni, Apple come altri giganti della tecnologia stanno investendo in ricerca e sviluppo, man mano che tecnologie come l'intelligenza artificiale diventano sempre più
"invasive" nella nostra vita quotidiana. Nel grafico di Visual Capitalist, proprio l'entità della spesa delle 10 maggiori società quotate al Nasdaq è davvero significativa: solo 2022 hanno speso oltre 200 miliardi di dollari
Oltre ai grandi nomi, molte aziende stanno accelerando i propri investimenti in ricerca e sviluppo man mano che aumenta la competitività e la complessità della tecnologia. Una su tutte è il più grande produttore cinese di veicoli elettrici, BYD che ha aumentato gli investimenti del 133% nell'ultimo anno.
Altro settore in crescita potrebbe essere quello streaming. E questo ha a che fare con il "progresso" tecnologico che sperimentiamo nel corso della nostra vita. Se ci pensate, siamo passati dalla TV via cavo con non molti canali, ai centinaia che possiamo avere oggi. Inoltre, oggi guardare film e programmi in TV, è spesso considerata una perdita di tempo vista l'enorme quantità di pubblicità a cui dobbiamo assistere. Poi c'è stato il momento dei film a noleggio al Blockbuster e spesso capitava che la maggior parte di quei film avesse 1-2 copie e quindi c'era il rischio di non poterli avere nell'immediato. Oggi abbiamo decine di piattaforme streaming con centinaia di programmi TV e film disponibili ed ogni stagione delle nostre serie preferite sulla nostra smart TV, iPad, desktop o iPhone da vedere e rivedere quante volte vogliamo con un semplice clic.
Il prossimo step? I prezzi dei servizi di streaming che stanno aumentando. Infatti, le piattaforme stanno "scommettendo" sull'abbonamento senza pubblicità nonostante il costo medio aumenterà di quasi il 25% in circa un anno. Inoltre, Disney e rivali compresa Netflix (NASDAQ:NFLX), affermano che le versioni con la pubblicità in realtà generano più ricavi per utente rispetto alle loro controparti "premium" senza pubblicità, poiché le entrate pubblicitarie compensano largamente il costo ridotto dell'abbonamento.
Gli aumenti di prezzo derivano dal fatto che i servizi di streaming stanno godendo di un pubblico sempre più vasto, Negli USA nei mesi scorsi c'è stato un aumento del 38,7% a discapito della TV che è scesa sotto il 50% per la prima volta. Invece, nel corso del 2022 il 72% di tutti gli spettatori italiani ha guardato almeno una volta contenuti in streaming e quasi la metà di coloro i quali scelgono lo streaming ha dichiarato di utilizzare fino a 2 ore al giorno del suo tempo per guardare i propri programmi preferiti sulle piattaforme.
Netflix, il gigante dello streaming, ha anche iniziato a limitare la condivisione delle password, il che ha portato molte persone a pagare un abbonamento mensile maggiorato per condividere l'account con altre persone.
Poco tempo fa, l'AD di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, sosteneva che la maggior parte dei servizi di streaming erano "sottostimati", considerato l'importo speso per i contenuti. Sarà vero? Intanto, le piattaforme offriranno a tutti prodotti con pubblicità e di conseguenza nei prossimi anni alzeranno i prezzi per le versioni "senza", aumentando i ricavi.
Alcuni dei rendimenti migliori arrivano dopo periodi di declino, e forti ribassi in determinati settori, Netflix è a -48% dai massimi storici, ad oggi sui minimi di gennaio 2022, mentre Disney oltre il -55% trovandosi attualmente sul livello chiave degli $84 che corrisponde ai minimi di marzo 2020. Questa è una delle "zone" in cui la pazienza potrebbe ripagare davvero mantenendo una prospettiva a lungo termine.
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Il target medio, tra i due titoli, segnalato dagli analisti indica un rialzo del 30% dai prezzi attuali, suggerendo come attualmente siano sottovalutati. Per quanto riguarda il Fair Value di InvestingPro, il quadro risulta leggermente più positivo: Netflix ha un potenziale rialzo del 38% con target $493 mentre Disney resta sui livelli precedenti (30%), con un grado di incertezza nella media, con target $109.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".