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Record sul Nasdaq, oro e yen giù su WTI in difficoltà vicino a $50/barile

Pubblicato 05.02.2020, 12:17
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Martedì c’è stato un rally dell’azionario USA. L’S&P 500 (+1,44%) e il Dow (+1,50%) hanno recuperato, e il Nasdaq si è impennato del 2%, raggiungendo un nuovo massimo storico. I maggiori catalizzatori sono stati la correzione dell’ondata di vendite innescata dal coronavirus e la corsa verso i titoli tecnologici. I risultati di Disney hanno superato le attese, grazie al lancio formidabile di Disney+ nel quarto trimestre. Tesla (NASDAQ:TSLA) è salita di un altro 13,73%, eBay è balzata dell’8,78% dopo che Intercontinental Exchange ha presentato un’offerta di acquisto che potrebbe valutare la società $30 miliardi e oltre, Apple (NASDAQ:AAPL) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) sono salite del 3,30%, e anche Facebook (NASDAQ:FB), che recentemente era caduta in disgrazia, è avanzata del 2,76%.

Tuttavia, nell’after trading Snap (NYSE:SNAP) è precipitato del 15%, dopo che ricavi e previsioni per il primo trimestre hanno mancato le attese. A parte Snap, per l’azionario USA è stata una giornata brillante.

L’azionario asiatico ha seguito a ruota i rialzi della seduta USA. Tutti i mercati, fatta eccezione per la Malaysia, hanno scambiato con il segno più. Il Composite di Shanghai è avanzato dell’1,65% nonostante la notizia che i decessi causati dal coronavirus siano più di 500. Il Nikkei ha guadagnato l’1,43%, l’ASX 200 il +0,39% e il Kospi il +0,60%.

I future sugli indici azionari europei sono invece sulla difensiva dopo la seduta solida di martedì. I future su FTSE e DAX sono scesi marginalmente, per cui, in apertura, le borse europee potrebbero ritracciare parte dei rialzi di ieri.

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Il greggio WTI incespica vicino ai $50 al barile. Sicuramente il prezzo non sta precipitando ulteriormente perché si prevede che il gruppo OPEC+ possa tagliare la produzione di un milione di barili al giorno per calibrare l’offerta rispetto al marcato calo della domanda di petrolio sulla scia del coronavirus. Alla luce delle crescenti pressioni al ribasso sui prezzi di petrolio e gas, un intervento di minor portata farebbe scendere il prezzo al barile sotto il manico dei 50 dollari.

Sul fronte dei dati, a gennaio il PMI servizio cinese elaborato da Caixin è sceso a 51,8 punti, a fronte dei 52,0 previsti dagli analisti e dei 52,5 del mese precedente. Considerando che nell’ultimo mese più di 50 milioni di persone sono state messe in quarantena, che sui maggiori assi è stato interrotto il traffico viario e ferroviario, che gran parte delle aziende è rimasta chiusa e non ha ancora riaperto, questo debole calo dell’espansione è piuttosto incoraggiante. Oppure la cifra non dice la verità.

Sui mercati forex, l’USD/JPY è salito sopra quota 109,50 perché i capitali verso i beni rifugio hanno eluso lo yen. Lo yen ha scambiato brevemente sotto i $1550 all’oncia e poi è rimbalzato. L’euro e la sterlina sono rimasti all’interno delle loro fasce. L’EUR/USD si è stabilizzato vicino alla sua media mobile a 200 ore (1,1035) prima delle cifre definitive sul PMI servizi di gennaio, mentre il Cable è passato di mano appena sopra il manico a 1,30.

Ieri il PMI costruzioni del Regno Unito ha fatto crescere le aspettative, già solide, per gennaio. Oggi anche il PMI servizi dovrebbe confermare un rimbalzo dell’attività in seguito alle elezioni anticipate di dicembre. Sappiamo che finora i sondaggi aziendali hanno reagito bene all’attenuarsi delle turbolenze politiche e al venire meno delle attese di una Brexit senza accordo. Ciò che conta veramente è quanto di quest’ottimismo si traduca nei dati primari, quali crescita e inflazione. A tal proposito, i prossimi dati, se riferiti al periodo pre-elettorale, potrebbero generare una reazione circoscritta sul mercato. Fra questi, la crescita riferita al quarto trimestre e i dati sulla produzione di dicembre che saranno diffusi martedì prossimo. Solo nella settimana successiva, i dati sull’inflazione di gennaio (in uscita il 19 febbraio) dovrebbero riuscire a far muovere la sterlina in modo significativo. Fino a quel momento, le speculazioni sul presunto miglioramento delle condizioni dovrebbe fornire supporto alla sterlina, indebolita dalle preoccupazioni che i negoziati bilaterali per la Brexit non saranno una passeggiata.

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