Rassegna giornaliera sul mercato forex, 7 maggio 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Tutte le principali valute sono scese bruscamente questo martedì, dopo che il Dow Jones Industrial Average è crollato di oltre 400 punti. Gli investitori iniziano ad agitarsi in vista della scadenza decisa per venerdì dal Presidente Trump sui dazi cinesi. I titoli e le valute sono scese, sulla scia del calo del cambio USD/JPY. Nonostante la Cina stia andando avanti con le trattative commerciali, l’avvicinarsi della scadenza ci dice che Trump è più serio che mai. La possibilità che i dazi vengano applicati è maggiore del 50% e se saranno confermati vedremo nuovi cali di valute e titoli. Il rialzo del dollaro contro tutte le principali valute (eccetto lo yen) di martedì è un segnale di avversione al rischio – un sentimento che potrebbe condizionare l’andamento del mercato Forex per il resto della settimana.
Il dollaro australiano ha gestito il rischio senza problemi in quanto la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati ieri sera. Nella rassegna di lunedì avevamo previsto che la RBA avrebbe rimandato un aumento dei tassi, ed è esattamente ciò che è successo. Tuttavia, nonostante l’aumento del dollaro australiano, la dichiarazione della RBA è stata più cauta che ottimista. La banca centrale ha dichiarato che l’inflazione nel trimestre terminato a marzo è stata decisamente inferiore alle attese. Inoltre c’è molta capacità inutilizzata ed è necessario un miglioramento del mercato del lavoro per raggiungere gli obiettivi di IPC e il fattore interno di incertezza maggiore resta il settore immobiliare. Anche se la RBA non ha detto nulla di buono sull’economia, il dollaro australiano è salito in quanto gli operatori si erano preparati ad un taglio dei tassi, ma dalla dichiarazione della RBA si evince chiaramente che la banca centrale teme le previsioni per l’economia. Nonostante le vendite al dettaglio e gli scambi commerciali abbiano superato le aspettative, entrambi i report sono stati più deboli del mese precedente. Sono attesi i dati commerciali nella serata di martedì e, a dispetto dei segnali di stabilizzazione lanciati di recente dall’economia, il rilascio di dati deboli potrebbe far scendere velocemente il dollaro australiano (AUD) e quello neozelandese NZD.
La Reserve Bank of New Zealand è la prossima e, come la RBA, non dorme sogni tranquilli. Oltre alla minaccia del Presidente Trump di applicare questo venerdì dazi del 25% su importazioni cinesi per 200 miliardi di dollari, l’economia si è indebolita sensibilmente dopo l’ultimo vertice di politica. Rispetto a marzo, le spese tramite carta di credito sono scese, il mercato del lavoro si è indebolito, così come l’attività del settore dei servizi, di quello manifatturiero e di quello edile. La bilancia commerciale è più elevata ma l’inflazione è in calo. A marzo la RBNZ ha sconvolto il mercato affermando che fosse più probabile un taglio dei tassi rispetto ad un aumento in quanto la bilancia del rischio è andata verso il basso a causa del sentimento delle imprese in calo e all’indebolimento globale. In quella occasione il cambio NZD/USD ha segnato il maggiore calo giornaliero delle ultime 7 settimane e potrebbe scendere ulteriormente se la banca centrale dovesse confermare la sua visione cauta. Dal punto di vista tecnico, il cambio NZD/USD è in downtrend ed è destinato a scendere e trovare supporto a 65 centesimi.
Per il cambio EUR/USD, quota 1,12 è diventato un livello di resistenza impegnativo e le cose sono rese più difficili dall’aumento inferiore al previsto degli ordinativi industriali tedeschi. I dati sulla produzione industriale tedesca sono attesi per martedì sera e il rischio è al ribasso visto il report di martedì. Intanto, i dati dell’indice canadese PMI IVEY non sono riusciti a sostenere il loonie, che resta in un forte uptrend sopra 1,34.