Situazione delicata per il Reuters/Jefferies CRB Index.
L’indice è tornato a premere il 19 e 22 luglio sul lato superiore del canale che scende dal picco del maggio 2011, in area 290/ 292, una resistenza significativa praticamente coincidente con la media mobile a 200 giorni che per il momento ha respinto al mittente gli attacchi dei rialzisti.
Solo la rottura decisa dei 290 punti segnalerebbe un mutamento nell'orientamento del trend prospettando l'avvio di un rimbalzo rilevante, diretto almeno sui massimi dello scorso settembre a quota 321. Un perentorio ritorno sotto di area 280 porterebbe a testare i minimi di fine giugno a 275 punti, toccati in corrispondenza della base del gap rialzista del 29 giugno 2012, la cui violazione costringerebbe invece a considerare il recente rimbalzo come una semplice correzione di una tendenza dominante orientata al ribasso.
Probabile in tal caso il proseguimento del downtrend verso i bottom di giugno 2012, a 267 punti, ultimo appiglio per scongiurare ulteriori cali estesi e duraturi verso obiettivi in area 233.
Da un punto di vista delle strategie operative dato il fallimento nel superamento della forte resistenza di area 290/92 per il momento alleggerire eventuali posizioni al rialzo e ripristinarle solo in caso di superamento di quell'ostacolo. Rischioso comprare sulla debolezza.
La corsa al rialzo del Petrolio Wti quotato sul mercato americano del Chicago Mercantile Exchange ha proseguito lo slancio avviato nella seconda metà di giugno in direzione del primo obiettivo posto in area 109 dollari al barile, sul lato superiore di un ampio canale contiene l’ascesa dei prezzi dai bottom del 2012.
La rilevanza strategica di questo riferimento, unita al forte ipercomprato presente sugli oscillatori grafici più comuni (figura a doppio massimo disegnata in area di ipercomprato per l'Rsi a 14 sedute), costituisce un ostacolo in grado di frenare, almeno temporaneamente, il rally visto nelle ultime settimane, favorendo un ripiegamento in direzione dei 103 dollari, per un test dall’alto della linea di tendenza disegnata dai massimi di maggio 2011.
Discese fino a questo riferimento non rappresentano comunque una minaccia all’uptrend e potrebbero offrire una valida opportunità di intervento sulla debolezza per sfruttare un nuovo rimbalzo in direzione di obiettivi più ambiziosi in area 116/117. Sotto 103 la correzione potrebbe invece spingere i prezzi fino ai supporti successivi in area 99 dollari, media mobile a 50 giorni, la cui violazione cancellerebbe quanto di buono fatto di recente, ricollocando le quotazioni all'interno della precedente fase laterale, in direzione dei supporti a 94,50 (media mobile a 200 giorni) e verso i minimi del 3 giugno a 91,20 dollari.
Anche in questo caso cosi' come per l'indice generale delle merci meglio evitare strategie di acquisto aggressive, da adottare solo al di sopra dei 109 dollari.
Nel corso delle ultime settimane le quotazioni dell’oro si sono mantenute al di sotto di quota 1.350 dollari l’oncia, un ostacolo da non sottovalutare nel medio breve termine, lato inferiore del canale ribassista disegnato dal top di settembre 2011 violato in modo deciso il 20 giugno ed ora rivisto dal basso con funzione di resistenza.
Solo l’eventuale rottura di questo riferimento potrebbe favorire la realizzazione di un ulteriore segmento rialzista verso area 1420 dollari 38,2% di ritracciamento del ribasso dal picco di ottobre 2012.
Se anche questo livello venisse superato il target successivo si porrebbe a 1490 dollari.
Se il “return move” visto nelle ultime sedute si dovesse completare senza il superamento della linea citata in transito poco sotto area 1350 si creerebbero le premesse per nuove accelerazioni nel senso della rottura originaria, dunque verso il basso.
Probabile in tal caso un nuovo test di area 1.267/1.270. Supporti successivi a 1.210 e 1.180, sui minimi toccati alla fine di giugno. Solo oltre area 1350 giustificate quindi strategie di acquisto.