L’abbiamo già visto altre volte: un rally di qualche settimana finisce con una candela a inversione ma, il giorno dopo, continua.
Le cose sono state forse un po’ più bearish per il Russell 2000 (IWM), rispetto a S&P e Nasdaq. Tuttavia, con tutti gli indici che premono sulla resistenza delle bearish flag (al punto che queste flag potrebbero non essere più considerate bearish), è ancora molto più probabile che vedremo sfide dei massimi di marzo prima di un nuovo test dei minimi di aprile.
Per il Russell 2000 ($IWM), in chiusura degli scambi di venerdì c’era una candela “bearish cloud cover”. L’indice si trova ancora sopra la sua MA su 20 giorni (50 e 200 giorni), e sta percorrendo la parte superiore della sua “bear flag” in quella che potrebbe essere considerata una ripresa del rally. Il volume è sceso nel pattern flag, come al solito, ma se il prossimo rialzo del volume coinciderà con gli acquisti, allora non ci vorrà molto prima di sfidare la “bull trap” di marzo.
L’S&P 500 ha chiuso la giornata di venerdì con un’altra doji in range stretto, dopo una doji simile di martedì. La doji di martedì non è rimasta a lungo nella memoria, quindi il precedente ci dice che quella di venerdì dovrebbe fare altrettanto. Siamo vicinissimi a nuovi massimi storici e, con i segnali tecnici nettamente bullish ma non overbought, ci sono buone probabilità che vedremo questi massimi testati questa settimana.
Il Nasdaq ha già iniziato il processo di sfida della “bull trap” di marzo. La scorsa settimana ha visto scambi stretti intorno al livello di 16.300, e una giornata buona probabilmente basterà a generare un nuovo massimo storico verso cui questo indice sembra spingersi. C’era un segnale “sell” sull’On-Balance-Volume da seguire, ma non ha visto una distribuzione confermata venerdì.
Andando verso questa settimana, c’è ragione di essere ottimisti. Al peggio, stiamo probabilmente vedendo un’estensione verso un range di trading estivo che almeno manterrà le cose positive nell’ultima parte dell’anno (qualunque incubo risulterà dalle elezioni USA).
Se le cose andassero davvero male, troverei difficile vedere perdite sotto i minimi del 2023, quindi qualunque sconto dovrebbe essere considerato un’opportunità di investimento per i titoli dei principali indici (o ETF di indici).